Finanziaria: assemblea degli amministratori in Palazzo Vecchio

Redazione Nove da Firenze
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08 gennaio 2007 19:42
Finanziaria: assemblea degli amministratori in Palazzo Vecchio

Comuni e Province chiedono al Governo un ‘cambio di passo’ nella creazione di un nuovo sistema di cooperazione fra autonomie locali e Stato. Lo hanno ribadito oggi in Palazzo Vecchio a Firenze, dove gli amministratori locali toscani si sono riuniti in assemblea su iniziativa di Legautonomie Toscana.
“Molto deludente”. Questo il giudizio espresso negli interventi che si sono succeduti nel corso dell’Assemblea su una Finanziaria 2007 giudicata “con più ombre che luci”.
Nella sua relazione il segretario regionale di Legautonomie, Cesare Cava, è entrato in dettaglio: fra le luci le previsioni su piccoli Comuni, investimenti, sblocco dell’addizionale Irpef, tassa di scopo.

Più lunga però la lista delle ‘ombre’, aperta dal taglio di due miliardi di euro delle risorse per gli enti locali. Per Cava è sbagliato il modo in cui la Finanziaria è stata costruita, e sbagliato il distacco fra la classe politica espressa nel governo nazionale e la classe politica espressa invece dai partiti a livello locale.
Oltre a Cava sono intervenuti all’assemblea di Palazzo Vecchio il presidente di Legautonomie Toscana Andrea Barducci, l’assessore al Bilancio del Comune di Firenze, Tea Albini, il vicepresidente dell’associazione regionale dei Comuni Aldo Morelli, il presidente dell’unione regionale delle Province Lio Scheggi, il presidente dell’Unione regionale delle Comunità montane Oreste Giurlani.
“Oggi - ha detto Barducci - con una ampia partecipazione all’assemblea in Palazzo Vecchio i Comuni e le Province hanno espresso un giudizio severo sulla Finanziaria 2007 ma hanno anche indicato gli aspetti su cui è necessario lavorare e offerto la loro disponibilità ad un serio confronto sui temi del federalismo, partendo da quelli della fiscalità locale e della nuova Carta delle Autonomie”.
“La Finanziaria non è stata all’altezza – ha detto Morelli – ora Governo ed Autonomie devono mettere in campo un percorso comune, partendo da un segnale forte sulla compartecipazione all’Irpef”.

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