di Nicola Novelli, direttore responsabile
Il 13° anno di attività on line di Nove da Firenze comincia così. 300 mila visite al mese generate da circa 200 mila visitatori unici che consultano quasi 500 mila pagine. Un traguardo strabiliante per una redazione composta da una decina di volontari che dal 1997 dedicano parte del proprio tempo libero alla realizzazione di questo esperimento di giornalismo partecipativo. Il risultato è uno dei siti più grandi e strutturati mai realizzati nella nostra regione, con un’archivio di oltre 80 mila pagine, oltre 10 mila link ad altri siti, oltre 6 mila foto e centinaia di video, per raccontare la cronaca, la cultura, l’economia, la pubblica amministrazione, lo sport, il turismo a Firenze e in Toscana.
Lo sanno bene i motori di ricerca che scandagliano attraverso le nostre pagine, con i loro crawler, quel che c’è di nuovo nell’internet toscano e indicizzano sempre ai primi posti gli articoli di Nove da Firenze su tutti gli argomenti che abbiamo trattato sino ad oggi.
Ricchi di 12 anni di esperienza in rete sappiamo bene quanto possa essere importante il posizionamento di concetti legati alla nostra cultura e al nostro territorio. Le liste generate automaticamente dagli algoritmi di Google fotografano la nostra comunità nel modo in cui ha saputo rappresentarsi on line.
E i motori di ricerca, lo strumento che orienta nell’80% dei casi la nostra navigazione, sono ormai anche un potentissimo strumento di marketing culturale per un territorio come la Toscana, da secoli legato a concetti esclusivi georeferenziati (come ad esempio la parola Rinascimento).
Con questa consapevolezza, già nel 2003, abbiamo organizzato un convegno per promuovere una maggiore coscienza di ruolo nei tanti operatori professionali che giorno per giorno trasformano la foresta di internet in un paesaggio antropizzato.
La speranza era di avvicinare i rispettivi progetti per generare una maggiore cooperazione tra siti locali, promuovere le eccellenza tematiche, migliorare la percezione che gli utenti di interent riescono ad avere della Toscana. Gli esiti sono stati deludenti. In gran parte gli attori locali hanno portato in rete l’atteggiamento che tradizionalmente contraddistingue i fiorentini, diffidenti e l’un l’altro contrapposti anche quando non converrebbe a nessuno. Ecco il fiorire dei tanti sedicenti portali, con poche visite è una filosofia creativa autoreferenziale e campanilista, quasi si trattasse di un Cdrom, anziché di contenuto on line fruito coralmente da utenti che navigano attraverso le liste dei motori di ricerca.
Per non parlare dei giornalisti dell’editoria tradizionale che in progetti come il nostro hanno visto prima ridicoli scimmiottatori e poi pericolosi e sleali concorrenti.
Allora abbiamo guardato al mondo della cultura e della ricerca. E abbiamo scoperto che negli atenei fiorentini, che ogni anno sfornano centinaia di giovani illusi di poter diventare “giornalisti”, poco si capisce del fenomeno della comunicazione on line, continuando a prediligere lo studio di media agonizzanti come giornali e TV generalista.
Tanto che questi cantori fuori tempo della televisione anni ’80, sembrano persino ignorare la pubblicistica internazionale dedicata ad Internet in vendita nelle principali librerie della città. E sembra che che questi massmediologi abbiano persino scarsa dimestichezza con il loro PC e la navigazione in rete.
Che dire delle istituzioni politiche, che contrallano i maggiori siti toscani on line? Le poche volte che siamo riusciti ad incontrare un amministratore locale per tentare di perorare la causa di una gestione democrtica, innovativa e consapevole della nostra immagine internet, abbiamo sempre avuto la sensezione di dialogare con scolaretti in attesa che la campanella li sollevasse da un’imbarazzante interrogazione su argomenti sconosciuti.
Eppure questi signori sono stati capaci negli anni di investire milioni di euro in una miriade di siti e reti civiche, un garbuglio di contenuti e materiali, sempre in bilico tra la comunicazione isitituzionale e la propaganda politica, senza una gestione coordinata dei concetti, dialogando solo con i siti realizzati dagli “amici di partito”, finendo spesso per fare concorrenza ad espressioni dell’economia, o della comunità che invece avrebbero dovuto promuovere. Foglia di fico il riempirsi la bocca di termini vuoti come Web 2.0, o l’invitare a Firenze web-tromboni internazionalmente riconosciuti in manifestazioni pubbliche che non hanno lasciato traccia.
Non è un caso se molti utenti finiscono nelle nostre pagine cercando di conoscere e capire concetti che altri avrebbero il dovere di rappresentare e sviluppare sul web.
Ultimo “fattaccio” delle settimane scorse la dismissione da parte della proprietà fiorentina di uno dei siti storici in Toscana, che Firenze rappresenta nel proprio URL. Quello che era il primo sito della città ora è poco più che un sito di prenotazioni alberghiere e turistiche. Bel biglietto da visita! Come se il turismo a Firenze fosse fatto di hotel e suite, invece che di plurisecolare espressioni culturali esclusive.
Non importa. Noi restiamo qui. Ci siamo e saremo sempre a disposizione dei lettori (che possono postare i loro commenti), degli enti locali, di comitati, gruppi, movimenti e partiti politici che possono pubblicare sul nostro giornale on line i loro comunicati senza preclusioni di sorta (dai centri sociali a Forza Nuova), degli operatori dello spettacolo e della cultura fiorentina con una dettagliata agenda degli eventi, grandi, o piccoli che siano, di chi fa economia (dalle imprese ai sindacati), di chi pratica sport, o di chi vi assite come spettatore.
E’ questa la straodinaria rete relazionale che abbiamo intessuto con centinaia di soggetti negli ultimi 12 anni e di cui possiamo ormai considerarci un hub, come direbbe Albert-László Barabási. Ma continuiamo anche ad avere una visione “critica” del web toscano che sperimentiamo tutti i giorni. Ci piacerebbe che fosse diverso, più organico, più corale, più vicino al modo reale. Nell’attesa di riuscire a trovare un interlocutore con cui immaginare un modello di comunicazione on line libera, ma anche collettiva, commerciale, ma pure sostenibile, pubblica, ma anche partecipativa.
Un interlocutore che anziché sognare esclusivi e “costosi” portali, intenda progettare una nuova immagine on line di Firenze della Toscana lontana da interessi provinciali e di breve termine di imprese, o politici.