Unaltracittà lo aveva denunciato lo scorso agosto, chiedendo al Sindaco Domenici come intendesse tutelare i fiorentini dall'invasività del servizio Google Street View che proprio in quei giorni stava fotografando ogni angolo della città, comprese le persone. Oggi che le foto sono on line e dopo che l''amministrazione comunale ha dimostrato di non comprendere la modernità del web 2.0, è il Garante per la Privacy a intervenire, aprendo un'istruttoria e chiedendo garanzie stringenti a Google che, bontà sua, ammette un margine di errore del 30% nell'oscuramento di targhe e volti dalle immagine messe a disposizione di tutti i navigatori che usufruiscono del servizio Street View. Il garante Francesco Pizzetti ha chiesto inoltre che le auto di Google siano ben riconoscibili quando scattano le foto, anche con l'uso di segnalazioni sonore in modo tale che siano riconoscibili.
Pizzetti si è anche impegnato a monitorare l'efficacia del sistema di cancellazione a richiesta. Il Comune di Firenze ha mostrato un'incapacità culturale a comprendere i fenomeni della modernità, perdendo l'occasione di tutelare in anticipo i propri cittadini. Secondo il Codice sulla protezione dei dati personali (d.lgs. 196/2003), sono considerati infatti dati sensibili, e quindi da autorizzare, i dati personali che rivelano l'origine razziale ed etnica, le convinzioni di qualsiasi tipo dell'individuo, le opinioni politiche, lo stato di salute e la vita sessuale, l'adesione a partiti, sindacati, associazioni od organizzazioni a carattere religioso, filosofico, politico o sindacale. Un esempio di Google Street View a Firenze (clicca sula foto e muovi il mouse).