Iaia Forte, Stefano Bellani, Patrizia Zappa Mulas, Gaetano Ventriglia, Virginio Gazzolo, Alessandro Benvenuti, i Krypton, Francesca Ballico, il Teatro delle Briciole. Ecco solo alcuni degli interpreti che la rassegna teatrale “Leggieri d’Inverno” ospiterà al Teatro dei Leggieri di San Gimignano (Siena) dal 14 dicembre 2008 al 2 maggio 2009. La stagione che tra prosa e danza, senza dimenticare una parentesi per i più piccoli, impagina quest’anno la sua settima edizione.
Uno sguardo concreto al teatro contemporaneo e alla ricerca, a cura di “Giardino Chiuso” in collaborazione con il Comune di San Gimignano e Regione Toscana (progetto “Sipario Aperto”), per la direzione artistica di Tuccio Guicciardini, Clady Tancredi e Patrizia de Bari.
Nel nuovo cartellone è sicuramente confermata in maniera molto netta l’attenzione verso la nuova drammaturgia e verso il teatro e la danza sperimentale.
La strada che il progetto di Giardino Chiuso “teatro periferico” sta percorrendo si affina sempre più.
Il programma
Si parte domenica 14 dicembre ore 21.30 (teatro prosa) con Stefano Bellani che presenta “Ho messo la sciarpa alla Madonna”. Sabato 20 dicembre ore 21.30 (reading) “Serata Poesia” con Patrizia Zappa Mulas. Sabato 17 gennaio ore 21,30 e domenica 18 gennaio ore 17,30 (prosa) con i Comici Ritrovati in “Silicon Valley” di Carlo Lapucci. Venerdì 30 gennaio ore 21.30 (teatro prosa), Malasemenza, Armunia e Rialto Santambrogio presentano “Otello alzati e cammina” di e con Gaetano Ventriglia.
Sabato 14 febbraio ore 21.30 (teatro prosa) Virginio Gazzolo interpreta “Argonauti”. Domenica 1° marzo ore 17.30 (danza ragazzi) con una produzione di Giardino Chiuso che mette in scena “Cappuccetto Rosso”. Coreografia di Patrizia De Bari, testo e regia Tuccio Guicciardini, video di Andrea Montagnani. Sabato 14 marzo ore 21.30 (teatro prosa) troviamo Teatri di Vita con “Quel che si chiama vita”, liberamente ispirato a “Lettera a un bambino mai nato” di Oriana Fallaci di e con Francesca Ballico.
Drammaturgia di Stefano Casi. Sabato 28 marzo (teatro prosa) Alessandro Benvenuti interpreta il suo “Capodiavolo”. Lunedì 30 marzo ore 21.30 (teatro prosa) la compagnia Teatrale Krypton, Egumteatro e Mittelfest, propongono “Nella solitudine dei campi di cotone” di Bernard Marie Koltes. Regia Annalisa Bianco e Virginio Liberti con Fulvio Cauteruccio e Michele Di Mauro. Sabato 11 aprile ore 17.30 (teatro ragazzi) con il Teatro delle Briciole e “Il pinguino senza frac”, ispirato al racconto di Silvio D’Arzo.
Venerdì 24 aprile ore 21.30 (danza) con Fabbrica Europa e Giardino Chiuso che firmano “Moving Movimento”, progetto di residenza per giovani coreografi. Domenica 26 aprile ore 21.30 (danza) con la Compagnia Scudella/Roverato che presenta “L’incontro”, di e con Laura Scudella e Juri Roverato. Sabato 2 maggio ore 21.30 (teatro prosa) chisura con Iaia Forte che mette in scena “Erodiade” di Giovanni Testori. La stagione secondo Giardino Chiuso.
“In tutti questi anni – spiegano i curatori della rassegna - abbiamo registrato un sostanziale aumento di partecipazione da parte del pubblico e dei frequentatori “attivi”, che giustificano, in modo inconfutabile, lo sforzo per continuare a costruire il “progetto teatro” a San Gimignano.
Poiché, nonostante il periodo di difficoltà economica oramai nota a tutti, bisogna salvaguardare uno spazio di particolare importanza per la città e la sua cultura. L’adesione di molti sostenitori privati al teatro fa ben sperare in uno sviluppo in positivo del progetto, perché anche quest’anno sono stati in tanti a crederci, ed ogni anno aumentano”. Questa edizione de’ “Leggieri d’Inverno” è l’ultima sotto il patrocinio dell’Assessore alla Cultura Gianna Coppini e del Sindaco Marco Lisi.
Proprio sotto la loro spinta abbiamo fatto nascere a San Gimignano una stagione teatrale che latitava da molto tempo, riaprendo alla nostra città uno spazio da molti “dimenticato” come forma di aggregazione sociale. Ne è un esempio l’uso del teatro da parte delle scuole e di altre associazioni cittadine”.
Nelle stagioni passate sono stati proposti spettacoli di diversi linguaggi teatrali. Una scelta ponderata, per offrire una maggiore comprensione teatrale al pubblico con uno sguardo concreto al contemporaneo e alla ricerca senza dimenticare le radici del nostro teatro.
A Giardino Chiuso si crede, infatti, che il teatro oggi debba concentrarsi e collegarsi alla sua primaria funzione, che è quella di contribuire al dibattito. Il palcoscenico è lo spazio dove è ancora possibile elaborare domande, mettere in gioco le contraddizioni, aprire varchi alle utopie. Occorre, è chiaro, agire con tenacia e coerenza in una deliberata direzione, pilotare il teatro e la danza, nelle sue innumerevoli forme espressive, verso un’intelligenza del reale, consapevoli che solo in prospettiva razionale questa stessa realtà potrà essere partecipata.
Proprio la partecipazione, non solo come spettatori, ma anche come “attori”, come abitanti del teatro, è un obbiettivo. Non è un caso che l’attenzione è convogliata innanzi tutto sui progetti produttivi. Perché è importante “vedere” il teatro ma è altrettanto importante “fare” il teatro.