La Toscana sta lavorando a una proposta che possa essere condivisa anche da tutti gli altri governi regionali e quindi essere fatta propria come testo del decreto di attuazione della legge 133 (cioè della legge che contiene le misure del ministro Brunetta sulla pubblica amministrazione), in modo da scongiurare le conseguenze più negative di quella legge, in particolare per quanto riguarda l'occupazione. Questo quanto rende noto il vicepresidente della Regione Toscana Federico Gelli, in relazione anche al presidio di oggi pomeriggio dei lavoratori delle agenzie regionali.
Lavoratori che rischiano di vedere vanificati gli accordi sulle stabilizzazioni, in relazione ai tetti di spesa fissati dalla stessa legge per quando riguarda le amministrazioni regionali e rimandati proprio a un decreto per quanto riguarda le agenzie. «Con questo percorso confidiamo di poter sventare quanto si sta profilando soprattutto per enti di ricerca come l'Ars e l'Irpet, che non potranno mai entrare nei parametri fissati dal governo per le regioni – spiega Gelli – E non si tratta solo di una speranza, ma di un percorso che abbiamo già dimostrato di portare fino in fondo portando all'approvazione unanime delle altre regioni un testo con interpretazioni più estensive della legge 133 per quanto riguarda numerosi aspetti.
E il decreto di cui ora si sta parlando non potrà essere imposto dal governo contro la volontà delle Regioni, ma solo di intesa con le Regioni. Questo pretende la riforma federalista delle nostre istituzioni e questo noi pretenderemo che sia attuato. In alternativa, di fronte a un decreto che non accolga le richieste delle Regioni, la Toscana non potrà che fare ricorso alla Corte costituzionale».