Firenze, 25 Giugno 2008– Soppressione di sei Comunità montane e misure per il contenimento delle spese, per un totale di oltre 3 milioni di euro di risparmio. Alta Versilia, Arcipelago Toscano, Area Lucchese, Cetona, Pratomagno e Val di Merse gli enti da sciogliere entro il 31 gennaio 2009. Questi i contenuti della proposta di legge per il riordino delle Comunità montane, in discussione in Consiglio regionale. “Una legge necessaria per far fronte alle richieste della finanziaria nazionale per il 2008 – Ha spiegato Ilio Pasqui (Pd), presidente della commissione Affari istituzionali illustrando il testo – che prevede che le Regioni si occupino del riordino e raggiungano un risparmio di almeno un terzo del fondo nazionale destinato alle Comunità montane.
Per la Toscana il risparmio minimo da conseguire era di 2 milioni 364 mila euro e l’abbiamo ampiamente superato. L’approvazione della legge entro il 30 giugno ci consente inoltre di evitare la riduzione ben più drastica prevista dalla finanziaria in caso di inadempienza della Regione”. La soppressione delle sei Comunità montane – ha affermato Pasqui - produrrà un risparmio di 2 milioni 578 mila euro, e con le altre misure, come la riduzione dei componenti e delle indennità, il risparmio complessivo sarà per la precisione di 3.017.256 euro.
La legge prevede anche che i Comuni di Bagni di Lucca, Pescaglia e Villa Basilica entrino nella Comunità montana della Media Valle del Serchio. I criteri seguiti per la conferma – ha spiegato sempre Pasqui - sono in gran parte quelli fissati dalla finanziaria. Le Comunità montane saranno guidate dall’assemblea, dalla conferenza dei sindaci, dal presidente e dalla giunta. Tutti i componenti degli organi di governo saranno sindaci, assessori o consiglieri dei Comuni di riferimento. L’assemblea sarà costituita dai sindaci e da due consiglieri per ogni Comune, uno di maggioranza ed uno di minoranza.
La giunta sarà composta dal presidente e da non più di tre assessori. Negli ambiti territoriali delle Comunità, sia quelle confermate sia quelle soppresse, potranno essere costituite unioni di comuni, su base volontaria. Sarà, inoltre, avviato un processo di integrazione sul fronte socio-sanitario. “Non possiamo nasconderci che l’attuale Governo ha annunciato per settembre un provvedimento che comporterebbe la cancellazione totale delle Comunità montane – ha aggiunto Pasqui – Con questa legge la Toscana, che da sempre ha puntato sul decentramento amministrativo, vuole indicare una strada alternativa”.
Proprio da questo aspetto è partito Alessandro Antichi (Fi) per il suo intervento: “Stiamo parlando di un riordino del tutto inutile e a tempo, perché destinato ad essere superato dal punto di vista giuridico, politico-istituzionale ed anche culturale”, ha affermato. Per Antichi, dal punto di vista politico, la proposta di legge “è l’espressione più vera e genuina del fatto che la sinistra toscana è la più vecchia, conservatrice e gattopardesca di tutta Europa. Una sinistra appesantita dalle sue stesse oligarchie politiche e dalla sua burocrazia, incapace di riformarsi e di riformare le istituzioni che rappresenta”.
Il testo, ha sottolineato Antichi, “nasce per consolidare gli assetti di potere nell’ottica della riduzione del danno, andando a contrastare gli effetti di una finanziaria voluta da un governo teoricamente amico, il governo Prodi, che su questo punto era stato più coraggioso”. “Una controriforma inutile – ha concluso – della quale salviamo solo la previsione delle unioni di comuni, a patto naturalmente che anche queste non si trasformino in nuovi poltronifici”. Vivace polemica, a margine dell’intervento di Antichi, fra il consigliere ed il vicepresidente del Consiglio regionale, Alessandro Starnini.
Antichi infatti ha criticato le recenti dichiarazioni di Starnini contro le parole del ministro Brunetta sulle regioni governate dal centrosinistra, e ha difeso il ministro sostenendo di condividere i suoi giudizi; Starnini invece ha ribattuto che dal punto di vista istituzionale le dichiarazioni di Brunetta “non sono accettabili”.
«Quando l’assessore comunicò il numero delle Comunità montane che sarebbero state soppresse, prima delle elezioni, in assenza di chiarezza su quali fossero io parlai di roulette russa.
Questo è stato argomento di acceso dibattito proprio con l’assessore». «Ora, detto questo, io sono abbastanza soddisfatta che in questa legge, all’articolo 27, prevedendo l’istituzione della Comunità dell’Arcipelago la giunta abbia voluto accogliere l’indirizzo emerso durante la riunione a Portoferraio in Comunità montana a cui – il 9 maggio scorso – abbiamo preso parte sia io che l’assessore. Ebbene, lì si era creato una sorta di trasversalismo e di collaborazione tra la sottoscritta e i rappresentanti del Pd elbano, proprio per rappresentare le esigenze e le necessità di un territorio».
«Anche perché, è vero: queste Comunità nel passato a qualcosa saranno pur servite. Allora, pensiamo sì alla riduzione dei costi ma anche a mantenere una collaborazione bipartisan nel preservare i servizi per territori, come quelli insulari, assolutamente svantaggiati rispetto al continente per mobilità, istruzione, accesso alle strutture sanitarie e quant’altro. Io credo che la Regione debba essere un po’ meno matrigna nei confronti delle isole, e dell’Elba in particolare. Proprio pochi giorni fa leggevamo la notizia di una riduzione del personale sanitario nel presidio di Portoferraio, a conferma degli svantaggi continui che vengono riservati alle isole.
Accolgo dunque con positività l’art. 27 sull’istituzione della Comunità dell’Arcipelago, anche se però avrei preferito maggior chiarezza fin dall’inizio».