Firenze, 14 ottobre 2008- Secondo i dati di Ecosistema Rischio 2008, l’indagine di Legambiente e Dipartimento della Protezione Civile dedicata al rischio idrogeologico, il 79% dei comuni toscani ha abitazioni in aree esposte a pericolo e oltre il 60% presenta in tali aree addirittura fabbricati industriali, con grave rischio non solo per le vite dei dipendenti ma anche per eventuali sversamenti di prodotti inquinanti nelle acque e nei terreni.
A fronte di un territorio che appare ancora troppo fragile, soltanto il 13% dei comuni ha avviato interventi di delocalizzazione delle abitazioni dalle aree a rischio e solo il 5% dei fabbricati industriali.
Un dato in forte contrasto con le attuali norme imposte dalla pianificazione urbanistica di oltre il 95% delle amministrazioni comunali che, secondo quanto emerge dall’indagine, hanno dichiarato di aver previsto vincoli all’edificazione delle zone esposte a maggiore pericolo. Sono dati che evidenziano come sia necessario dare maggiore concretezza a questi vincoli e come sia ancora lunga la strada da percorrere per una maggiore sicurezza del territorio. A rendere ancora meno incoraggiante il quadro toscano è il dato di Ecosistema Rischio che fa riferimento al lavoro svolto dalle amministrazione locali per la mitigazione del rischio idrogeologico: quasi la metà dei comuni (44%) non svolge una positiva opera per la riduzione del rischio.
La nota positiva per la regione Toscana arriva invece dai dati che riguardano l’organizzazione del sistema locale di protezione civile.
I comuni toscani dimostrano infatti una buona capacità di intervento a fronte di emergenze che mettono in difficoltà la popolazione e il territorio: il 95% delle amministrazioni si è dotato di un piano di emergenza e 8 comuni su 10 lo hanno aggiornato negli ultimi due anni. Un fatto estremamente importante e che pone le amministrazioni locali toscane tra le più preparate a reagire ad emergenze e calamità naturali. Il 55% dei comuni organizza inoltre esercitazioni pratiche, mentre il 44% svolge attività di informazione rivolte ai cittadini.
Santa Croce sull’Arno (PI), che raggiunge il massimo punteggio, si conferma il comune toscano più attivo nelle pratiche di prevenzione del rischio idrogeologico, e, per il terzo anno consecutivo verrà premiato da Legambiente e dal Dipartimento della Protezione Civile con la bandiera “Fiume Sicuro” da esporre nel proprio territorio.
Maglia nera, invece, ai comuni di Grosseto, Arezzo e Castellina Marittima (PI).
L’indagine “Ecosistema Rischio 2008” è stata presentata oggi a Firenze durante la conferenza stampa organizzata nel corso della tappa toscana di “Operazione Fiumi”. Alla conferenza sono intervenuti Piero Baronti, presidente Legambiente Toscana e Francesca Ottaviani, portavoce di Operazione Fiumi.
Con Operazione Fiumi 2008, la campagna di monitoraggio, prevenzione e informazione per l’adattamento ai mutamenti climatici e la prevenzione del rischio idrogeologico, sono state valutate le attività delle amministrazioni comunali toscane classificate, dal Ministero dell’Ambiente e dall’Unione delle Province Italiane, a potenziale rischio idrogeologico più alto.
“Siamo soddisfatti che Santa Croce sull’Arno si confermi per il terzo anno consecutivo come uno dei comuni più virtuosi d’Italia per attività volte alla mitigazione del rischio idrogeologico – commenta Piero Baronti, presidente Legambiente Toscana – Purtroppo però allo stesso tempo, come sottolineano i dati della nostra indagine, per molti comuni toscani c’è ancora tanta strada da fare.
Infatti nonostante il 90% delle amministrazioni si attivi con interventi di manutenzione ordinaria, siamo costretti a registrare politiche di prevenzione del rischio idrogeologico e più in generale di pianificazione del territorio del tutto insoddisfacenti. La realizzazione di opere di messa in sicurezza non deve essere un alibi per un'ulteriore cementificazione dei nostri fiumi. Per questo, come Legambiente, vogliamo sollecitare le amministrazioni affinché si attivino in questa direzione, partendo anche dal rispetto del divieto di edificabilità nelle zone ad alto rischio idrogeologico”.
“I dati emersi oggi dal dossier Ecosistema Rischio – spiega Francesca Ottaviani, portavoce di Operazione Fiumi – sottolineano le ottime capacità di intervento del sistema di protezione civile della regione Toscana.
Basta pensare che nella quasi totalità dei comuni che hanno contribuito all’indagine risulta esserci un sistema operativo 24 ore su 24. Ma nonostante i comuni toscani abbiano posto tra le priorità del loro lavoro una politica legata ai temi di protezione civile, come Legambiente riteniamo opportuno sottolineare che in troppi casi ancora non si realizza una seria e corretta gestione del territorio”.
Legambiente con “Operazione Fiumi” rilancia il suo impegno per la realizzazione di una seria politica di risanamento di un territorio che risulta ancora troppo fragile, per non dover mai più assistere a inondazioni annunciate.
Con oggi si chiude la tappa toscana di Operazione Fiumi, nel corso della quale l’equipaggio ha organizzato due iniziative a Corsalone: una dedicata alla pulizia di un tratto delle sponde del fiume e un’altra interamente dedicata ai bambini della scuola primaria, con l’intento di spiegare ai più giovani come si opera una corretta gestione del territorio, nel rispetto dell’ambiente e dei fiumi. Da domani Operazione Fiumi sarà in Umbria.