di Fabio Ammavuta, Responsabile Alberghi FILCAMS CGIL di Firenze
In queste settimane tutti i giorni gli imprenditori che operano nel turismo segnalano con preoccupazione la crisi del settore in Italia e a Firenze in particolare. Per gli imprenditori la colpa è principalmente della svalutazione del dollaro e della crisi economica, ma evitano di concentrarsi sufficientemente su un punto fondamentale che è la qualità del servizio offerto alla clientela.
La Filcams CGIL invece pensa che sia indispensabile investire sulla qualità complessiva del prodotto offerto in modo da avere quel valore aggiunto che permetta di superare le fasi di difficoltà che ciclicamente si presentano.
Per noi investire sulla qualità significa principalmente valorizzare la professionalità dei lavoratori del settore, che sono a diretto contatto con il turista e che nel preciso momento in cui si rapportano con esso ai suoi occhi rappresentano l’ospitalità della città. Per questo è importante che il lavoratore sia professionale e motivato, e quindi nelle condizioni di poter svolgere al meglio il proprio ruolo. Invece quando si parla di rilancio del turismo questo aspetto viene quasi sempre accantonato e gli operatori del settore preferiscono concentrarsi su altri aspetti (pur importanti) come la promozione, le infrastrutture, la fiscalità.
I lavoratori del turismo si trovano ad operare in condizioni sempre più difficili, con contratti precari, orari disagiati, carichi di lavoro elevati. In queste condizioni come si può pretendere da loro che offrano un servizio all’avanguardia? E’ già difficile che rimangano nel settore e non scelgano altre strade professionali e infatti il turn over è elevatissimo. Una larga parte di loro non si vede riconosciuta nemmeno l’applicazione del contratto nazionale di settore; ci riferiamo a quei lavoratori e a quelle lavoratrici soci/e di cooperative di servizio che operano in appalto in molti (troppi) alberghi anche di categoria.
Sono lavoratori e lavoratrici in gran parte stranieri che hanno bassi stipendi e scarsissime tutele e con il posto di lavoro sempre a rischio, costretti ad accettare simili condizioni di lavoro per mantenere il permesso di soggiorno.
E’ quindi evidente che con condizioni di lavoro del genere è difficile che il turismo a Firenze possa rilanciarsi, soprattutto se ad un abbassamento del costo del personale e della qualità del servizio corrisponde una politica dei prezzi elevata. Come si può pretendere che i turisti arrivino nel nostro territorio pagando centinaia di euro per ricevere in cambio un servizio inadeguato? E infatti in questi giorni un’indagine ha evidenziato come proprio su questo tema il passaparola su internet tra i clienti ha giocato a sfavore del nostro territorio, E’ per questo che facciamo un appello agli imprenditori del settore e alle associazioni che li rappresentano affinché, oltre ad esternare giustamente le perdite economiche, affrontino finalmente il problema, senza trincerarsi dietro convenienze contingenti che nel lungo periodo non possono che ritorcersi contro gli interessi di tutto il settore.
Come Sindacato siamo pronti a fare la nostra parte e infatti pensiamo che anche in fase di contrattazione integrativa possano essere trovate le giuste soluzioni per rilanciare strutturalmente il settore e contemporaneamente garantire condizioni di lavoro positive.
Nel frattempo chiediamo che si utilizzi quello che di buono c’è già, cioè la legge regionale sul turismo, che tra le altre cose prevede che a tutti i lavoratori del settore venga riconosciuta l’integrale applicazione del contratto collettivo nazionale. Il turismo si rilancia partendo da chi ci lavora!