Sulla collina di Giogoli, dov’è crollata parte della nuova galleria del Melarancio, ha annunciato un sopralluogo Erasmo D’Angelis, presidente della commissione ambiente e territorio del consiglio regionale, mercoledì, o giovedì della prossima settimana.
La frana di 30 metri di terreno, con il crollo di 1.000 metri cubi di terra, segue altri danni che si sono prodotti negli anni nella costruzione della Terza Corsia autostradale, del bypass del Galluzzo e di quello delle Cascine del Riccio, come la frana di Pozzolatico dello scorso anno, il rumore assordante per lo scavo della galleria di Poggio Secco di pochi mesi fa, la riduzione dell'acqua fino alla sua scomparsa in diversi pozzi di via Volterrana a Poggio Secco, l'inquinamento delle acque della Greve a causa degli sversamenti delle betoniere e l'abbattimento di 140 cipressi storici sulla Cava di Monteripaldi.
Per tutti questi danni ambientali ci sono state sospensioni dei lavori da parte del Ministero dell'Ambiente, diffide da parte dei Comuni, esposti delle associazioni ambientaliste e addirittura il processo con condanne per i cipressi abbattuti.
"La storia pare non avere fine con questo nuovo gravissimo episodio che, se non ha fortunatamente prodotto vittime umane, ha sicuramente causato danni irreversibili all'ambiente in una zona paesisticamente vincolata a duecento metri dalla Pieve Romanica di Sant'Alessandro a Giogoli -commenta Mariarita Signorini per Italia Nostra, Legambiente e LIPU- Chiediamo perciò l'intervento urgente dell'Arpat, della Regione Toscana e del Ministero dell'Ambiente, per verificare le responsabilità per la mancanza di un reale monitoraggio di questa monumentale opera infrastrutturale in un territorio di così grande pregio come quello delle colline fiorentine.
Chiediamo anche che sia assicurato il ripristino ambientale e paesaggistico, tutt'altro che scontato, dato che la voragine sarebbe stata 'tappata' al momento con calcestruzzo".