E´ la guerra sui militari. Oltre a Bologna, Firenze è stata l´unica città metropolitana a dire di no all´impiego dell´esercito. E su questo, a Firenze, si sono scatenate le ire e le pulsioni fasciste della destra locale, in perfetta sintonia con quella nazionale (La Russa) secondo cui ad aver paura dei militari nelle strade sarebbero soltanto “delinquenti e sessantottini”. Per il PdL fiorentino nella definizione rientra tutto il centrosinistra che governa la città, accusato di gestire il problema sicurezza in maniera “ideologica, presuntuosa e arrogante”, e sostanzialmente inefficace.
Nella cronaca che riporta le dichiarazioni di Totaro e C., un dato che sfuggirà ai più: ieri, nel corso dei normali controlli sui venditori abusivi, fra gli 86 controllati, 11 sono stati denunciati “per assenza di documenti”. Si tratta, in termini percentuali del 12% circa. Percentuali anche superiori si riscontrano talvolta nei controlli sull’igiene dei pubblici esercizi.
«Si tratta di operazione d'immagine fatta solo per nascondere i tagli della legge finanziaria alla polizia. Bene ha fatto il prefetto di Firenze ha dire che nella nostra città non ce n'era bisogno».
Così Rosa Maria Di Giorgi, vicecapogruppo del PD, commenta «l'arrivo dei militari nelle strade di mote delle più grandi città italiane». «I nostri soldati sono molto bravi nel loro lavoro, come dimostrano le missioni internazionali che li vedono impegnati - ha aggiunto Rosa Maria Di Giorgi - ma svolgere compiti di ordine pubblico, è un'altra cosa. Non si impara in 24 ore, come vorrebbe il Ministro La Russa. Data l'impreparazione dei militari a svolgere mansioni per le quali non sono stati addestrati, la loro presenza sul territorio rischia di essere inefficace».
«Un soldato non è istruito, ad esempio, su come comportarsi di fronte a spacciatori e rapinatori - ha aggiunto Rosa Maria di Giorgi - le nostre città hanno bisogno di prevenzione, non solo di sicurezza: militarizzarle non è un buon modo di prevenire disagi e illegalità». «Occorre scindere tra la percezione di sicurezza, che nasce dai conflitti urbani, e i reali dati sulla delinquenza - ha concluso la vicecapogruppo del PD - ma il centrodestra cavalca la paura dei cittadini e propone soluzioni sbagliate, che non servono per aumentare il senso di legalità diffusa».
«I militari non sono arrivati a Firenze a presidiare il territorio e a dar man forte alle altre forze di polizia -interviene Anna Nocentini, capogruppo di Rifondazione Comunista- questa notizia sembra sconvolgere i consiglieri comunali della destra, che vedono in questo un'occasione persa per la città e accusano l'amministrazione di non aver aderito al protocollo sulla sicurezza con il Governo. In tema di sicurezza, veramente, l'amministrazione dovrebbe essere giudicata per non aver adempiuto ad un ordine del giorno votato dal consiglio comunale nel luglio 2006 nel quale si prevedeva l'attivazione di un patto con la società civile per politiche di welfare (inclusione, abitazione, sostegno alla povertà ecc.) da finanziare sui fondi dei ministeri della solidarietà sociale, della famiglia, della sanità.
E' cambiato il Governo e si vuol far credere che sia cambiato anche il Paese: ma così non è. Infatti mentre "gran parte dell'attenzione pubblica si concentra sulla dimensione della sicurezza rispetto ai fenomeni di criminalità, e l'impegno politico è stato assorbito dall'obiettivo di garantire la sicurezza dei cittadini rispetto al rischio di subire crimini violenti, in Italia le vittime delle morti sul lavoro sono quasi il doppio degli assassinati, e i morti sulle strade sono otto volte di più degli omicidi" secondo l'ultimo rapporto del Censis di cui dà notizia oggi il Sole 24 ore, col titolo significativo:"Sicurezza: altro che omicidi, in Italia si muore molto di più sul lavoro e in automobile".
E prosegue "Nel 2007 sono stati 1.170 i decessi per motivi di lavoro in Italia...L'Italia è il Paese europeo dove si muore di più sul lavoro". Questo è il Paese reale, i cui problemi sempre più gravi non vengono affrontati dal Governo, anzi accentuati, e vengono sottovalutati dall'opposizione parlamentare, tutta spesa nel dannoso confronto sulle riforme istituzionali. L'amministrazione fiorentina ha valutato, molto giustamente, che in città non ci fosse bisogno della presenza dell'esercito; chiediamo che sia quantificato il risparmio che questo comporta per lo Stato e che tale importo sia chiesto dall'amministrazione per incrementare gli ispettori del lavoro sul territorio e per sostenere progetti e attività dell'organismo paritetico per la sicurezza, il cui protocollo è stato sottoscritto nello scorso giugno con organizzazioni sindacali e imprenditoria locale.
L'impegno delle istituzioni deve concretizzarsi sulla soluzione dei problemi reali, non nella rincorsa agli umori gastrici sollevati dalla destra».