Il prossimo 1° Luglio, per effetto della Legge Finanziaria n°244/2007, dovrebbe esser soppresso il Tribunale Militare della Spezia, istituzione cittadina che in questo momento si sta occupando della strage di Fivizzano (Ms). In realtà non sara' chiuso almeno fino al gennaio e potra' proseguire ancora alcuni processi per le stragi, ma non tutti.
“No alla chiusura dei tribunali militari, aderisco alla manifestazione contro la chiusura del tribunale di La Spezia che metterebbe probabilmente una pietra sopra alla giustizia nei confronti dei crimini nazifascisti che hanno colpito e molto numerosi comuni della Toscana, in particolare Sant’Anna di Stazzema, Cavriglia e Civitella Val di Chiana, San Pancrazio e Bucine”.
Così Enzo Brogi, consigliere regionale del Partito Democratico, è intervenuto sulla possibile chiusura del tribunale militare di La Spezia che andrebbe a rallentare e mettere a rischio il percorso di giustizia nei confronti dei crimini nazifascisti che hanno colpito molti comuni della Toscana. “La chiusura dei tribunali militari – spiega Enzo Brogi – sarebbe un errore, non tanto per il giudizio nei confronti dei soldati nazisti, e quindi per mettere in carcere quei giovani che adesso sono anziani, ma per un senso di giustizia storica.
Negli anni è venuta fuori la verità storica sulle stragi naziste in Toscana: non erano reazioni alla lotta dei partigiani ma il creare panico e terrore nei nostri luoghi era frutto di un vero e proprio ordine da parte dei comandanti nazisti”. “Mi auguro – continua Brogi – che la manifestazione di domenica serva a bloccare la chiusura del tribunale spezino. Soprattutto per i tanti morti dei comuni toscani che probabilmente non avranno mai giustizia. Alcuni processi sono stati chiusi, altri sono a metà, altri ancora, come il caso Cavriglia, sono ancora da imbastire.
Così si rischia di avallare un falso storico facendo passare il messaggio alle nuove generazioni che solo e soltanto i partigiani avevano delle responsabilità. Il non fare giustizia – conclude il consigliere del Pd - potrebbe causare una rottura nel genus delle comunità che ha diviso la memoria confondendo le idee su quale fosse la vera realtà di quelle stragi”.