Firenze e l’arte: e quel relitto di cantiere?

Redazione Nove da Firenze
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29 luglio 2008 13:46
Firenze e l’arte: e quel relitto di cantiere?

Sembra, invece si tratta dell’opera di un artista contemporaneo, Corrado Cagli, ora abbandonata in Via U. Paoli (alla fine del raccordo autostradale dopo l’aeroporto) sotto la soprelevata ferroviaria e con un cantiere in corso che le si è addossato. Fu realizzata da Cagli per la scenografia dell’ Agnese di Hohenstaufen di Spontini, allestita per il Maggio Musicale del 1974. La scultura, con la struttura di tubi e lamine di acciaio cromato, rappresentava nella scenografia teatrale un’aquila imperiale e al tempo stesso una gabbia/prigione.

Dopo essere stata parcheggiata in depositi comunali, venne messa al centro del nuovo anfiteatro realizzato negli anni ’70 nel prato delle Cornacchie alle Cascine. Venne poi spostata nuovamente, e messa nell’aiuola spartitraffico davanti all’aeroporto di Peretola; ma anche da lì fu poi sfrattata, per far posto all’Uccellino di Botero che evidentemente, dopo la mostra del Forte Belvedere del 1991, era ritenuta più significativa della scultura di Cagli. L’Aquila fu allora spostata in prossimità dei piloni della soprelevata ferroviaria, un centinaio di metri più avanti, e relegata così in uno spazio secondario, circondata dal traffico intenso e dai piloni della ferrovia.

Ora sotto questi piloni sono iniziati dei lavori, e la bella scultura di Cagli si trova addossata alle paratie del cantiere, dove macchine che svolgono movimenti di terra e materiali la sfiorano.
"E’ possibile che nessuno dei responsabili dell’Ufficio Belle Arti del Comune, o delle locali Soprintendenze del Ministero dei Beni culturali -denunciano i Comitati dei Cittadini di Firenze- passando da questa frequentatissima via di accesso alla Città si sia mai accorto di nulla? Nel chiedere scusa agli eredi del maestro Cagli per questa imbarazzante mancanza di rispetto, invitiamo le autorità competenti a intervenire immediatamente sia per mettere in sicurezza quest’opera, sia per darle una collocazione degna della sua importanza e tale da consentirne una piena visione estetica".

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