Douce France. Gianni Caverni: gli oggetti,la memoria e il tempo ritrovato

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
15 luglio 2008 01:13
Douce France. Gianni Caverni: gli oggetti,la memoria e  il tempo ritrovato

La memoria, opportunamente stimolata dagli oggetti esterni, può portare alla luce della coscienza le emozioni passate di cui l'io di ogni individuo è costituito Sembra questo il percorso, “proustiano” intrapreso da Gianni Caverni nella mostra “Douce France” ,in corso fino al 19 settembre presso l'Istituto Francese di Firenze. Caverni, fotografo e critico d’arte,individua nella fotografia la possibilità di rappresentare ricordi e sedimenti della memoria, attraverso il rapporto che esiste fra l’oggetto rappresentato e la vita dell’uomo.

Caverni ha incontrato trenta cittadini francesi residenti in Toscana e nel corso degli incontri ha intervistato i soggetti prescelti, non necessariamente famosi e ne ha fotografato gli oggetti, anche più umili della memoria , senza nessuna gerarchia di valori se non quella dettata dal ricordo: un soprammobile, un libro, una cartolina, un gioiello, persino un mazzo di chiavi. Ogni foto è accompagnata da una o più frasi, quasi una sorta di didascalia a indicare il significato profondo dettato da coloro che tali oggetti hanno posseduto.

I protagonisti delle immagini non sono i volti ma gli oggetti che fanno parte di un’esistenza e che evocano memorie anche lontane La mostra si muove nell’universo ampio e variegato dei francofoni fiorentini e comprende persone di diversa estrazione culturale e sociale. Sono soprattutto francesi trapiantati a Firenze da anni, se non da generazioni che hanno finito per acquisire questa città come una seconda patria, pur restando legati alla loro patria d’origine dai mille fili della lingua, della cultura e della memoria.

Le straordinarie foto della mostra evocano un mondo sospeso di oggetti sottratti allo scorrere del tempo che hanno la forza di accendere la memoria di un tempo perduto o di un luogo che abbiamo lasciato. Foto che narrano la vita degli altri e che suggeriscono il significato che le cose possono assumere nella nostra vita.
La mostra, visitabile dal lunedì al venerdì dalle 9,30 alle 18,30 , è accompagnata da un bel catalogo e da un testo critico di Valerio Dehò.

Alessandro Lazzeri

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