Firenze, 25 Giugno 2008- Ammontano a 28 milioni di euro le risorse regionali per il Prrm, piano regionale per il risanamento e il mantenimento della qualità dell’aria 2008-10, che interviene su mobilità, riscaldamento, attività produttive, informazione e sensibilizzazione, puntando come obiettivo prioritario alla riduzione delle emissioni. Il piano individua azioni per risanare la qualità dell’aria nelle zone più critiche, e per mantenere nel tempo la qualità dell’aria su tutto il territorio.
Fra le misure previste, l’incentivazione fiscale per i veicoli a gpl e metano, la sperimentazione dei filtri antiparticolato per i mezzi del trasporto pubblico locale, gli interventi per la sostituzione delle vecchie caldaie, i limiti di emissione per i nuovi impianti produttivi nelle aree di risanamento. La Giunta dovrà inoltre presentare un report annuale di monitoraggio in commissione. Ad illustrare l’atto è stato il presidente della commissione Territorio e Ambiente, Erasmo D’Angelis, che ha ricordato che esistono, anche in Toscana, aree geografiche dove si superano i valori limite delle emissioni inquinanti: le aree comunali di Grosseto, Viareggio e Montecatini; quella della zona Pisa – Livorno – Cascina; la Piana lucchese (Capannori – Lucca – Porcari) e l’area metropolitana fiorentina (Firenze e Prato).
D’Angelis ha ricordato che l’inquinamento dell’aria “dimostra esiti sanitari” preoccupanti sulla popolazione con “sintomi respiratori di varia gravità, mortalità per cause cardipolmonari e tumore al polmone dovuti a esposizioni di breve e lungo periodo agli agenti inquinanti”, in particolare le pm10 e il biossido d’azoto. D’Angelis ha infine lamentato la mancanza di politiche e di risorse a livello nazionale per ridurre le emissioni inquinanti e migliorare la qualità dell’aria.
Secondo Andrea Agresti (An), “il provvedimento, che pure individua obiettivi condivisibili, non dà certezze sul fronte delle risorse. Se non ci sono fondi e incentivi certi per il rinnovo delle vecchie caldaie, se non ci sono impegni cogenti da parte degli enti pubblici, se non ci sono sinergie e interventi che stimolino la sensibilità dei cittadini, rimane il rischio che questi obiettivi non possano essere raggiunti”. Per Monica Sgherri (Prc), la Regione è “finalmente consapevole di ciò che si deve fare” per migliorare la qualità dell’aria e per evitare rischi alla salute dei cittadini.
“E’ positivo – ha detto – che non si parli di singoli piani settoriali ma di misure che si intersecano tra loro con un’unica cabina di regia”. Secondo Mario Lupi (Verdi), il piano “rappresenta senz’altro un passo in avanti importante, anche se non sarà risolutivo di tutti i problemi”. Ciò che serve, ha aggiunto, “è la consapevolezza culturale di dover agire in maniera complessa attraverso tutti gli strumenti di pianificazione”.
“I colleghi del centrodestra non approvano il Piano per la Qualità dell'Aria per carenza di risorse? Si rivolgano ad un altro indirizzo: la sede del Governo Berlusconi che ha appena fatto la magia di far sparire le poche risorse previste dalla Finanziaria Prodi per dirottare merci via mare con il cabotaggio (meno 77 milioni di euro), per il trasporto pubblico locale (meno 113 milioni) e per i sistemi di tramvie e metropolitane (meno 36 milioni) al fine di finanziare il condivisibilissimo taglio dell’Ici.
Le Regioni e le amministrazioni locali non hanno le risorse economiche per mettere mano a interventi strutturali di mobilità urbana alternativa. Sono già al disastro le casse degli enti locali e sarebbe saggio non correre di nuovo dietro ad opere infrastrutturali faraoniche, inutili e costosissime come il Ponte sullo Stretto di Messina mentre nello stesso tempo si destinano a metropolitane e tramvie veloci di tutte le città italiane una cifra 400 volte più bassa. E’ questa la condanna allo smog e all’ingorgo forzato”.
Così Erasmo D’Angelis, presidente della Commissione Ambiente e Territorio del Consiglio Regionale, è intervenuto nel corso del dibattito in aula sull’approvazione del Piano Regionale per la Qualità dell’Aria. “La Regione – continua D’Angelis - ha prodotto il massimo sforzo investendo altri 28 milioni di euro di risorse dirette, che si aggiungono agli 83 già stanziati nel settore trasporti ed energie rinnovabili. Oggi lanciamo un messaggio chiaro e forte a tutti i cittadini: dobbiamo cambiare stile di vita e impegnarci tutti ad utilizzare sempre di più i mezzi pubblici, a compiere piccole azioni virtuose come ridurre la velocità a 90 km orari in autostrada nei tratti che toccano le città per diminuire di 1/3 gli inquinanti (da Firenze Sud a Firenze Nord, da Firenze a Pistoia, da Capannori a Lucca, da Viareggio a Collesalvetti), convertire caldaie e veicoli utilizzando gli incentivi.
Ma non possiamo girare intorno al problema dei problemi: questa drammatica evidenza scientifica richiama in primo luogo la cronica carenza o l’assenza di risorse e di politiche nazionali che invertano alcune tendenze in tema di mobilità e di energia. In fatto di smog nessuna città italiana si salva”. “Per rispettare la normativa europea che pone un tetto sia alla quantità di polveri giornaliere sia alla quantità di giorni di sforamento permessi – aggiunge il presidente della Commissione Ambiente e Territorio - non bastano i blocchi periodici o occasionali del traffico ai mezzi più inquinanti.
Se sulle strade e autostrade della Toscana continueranno a viaggiare a benzina o gasolio ogni giorno oltre 2.5 milioni di veicoli a motore come accade oggi, è evidente che il catalogo di rischi sociali e sanitari resterà insostenibile. Abbiamo bisogno di un svolta storica nelle politica dei trasporti nel nostro Paese. Si tratta di una emergenza nazionale – conclude D’Angelis - la Toscana, anche con questo Piano, ha orientato gli interventi verso una mobilità sostenibile delle persone e delle merci, il riequilibrio su ferrovia e via mare con l’integrazione fra le varie modalità di trasporto e ha come obiettivo concreto il trasferimento su rotaia di 500 mila viaggiatori, il doppio degli attuali, e l’aumento del numero dei convogli ferroviari migliorando efficienza, puntualità e comfort”.
«Quello dello smog presenta in varie zone della nostra regione carattere di emergenza, e va ad incidere sulla salute dei cittadini.
C’è dunque il problema di natura ambientale, ma anche quello della salute pubblica. Per questo il Piano va valutato a mio avviso in una visione generale. Il Piano di per sé va bene, anche a confronto con quelli adottati da altre regioni. Il succo è semplice, ed è che bisogna rispondere alle direttive comunitarie e nazionali». «Questo Piano giunge però con ritardo. Do atto all’assessore Bramerini di avere ereditato una serie di ritardi e di riuscire a portare in Consiglio molti strumenti necessari.
Il Piano diventa importante al momento attuativo, e lo diventa solo se ci sono risorse. Questa è la realtà. E’ inutile elencare i tagli che il governo ha fatto: l’importante è capire che quando c’è un’emergenza essa va affrontata con le nostre risorse». «Io domando: questa è una priorità, o tutto si riduce a un atto dovuto e richiesto dall’Ue quanto dai giudici? Perché se fosse il secondo caso, sarebbe un Piano invalutabile. Noi chiediamo cose precise ai cittadini: ma lo sappiamo esattamente cosa andiamo a chiedere in termini di costi? Anche solo per le cose tipo la caldaia per i termosifoni: possiamo obbligare il cittadino a certe spese? Il Piano raggiunge gli obiettivi se ci si investe e se si incentivano cittadini, enti e istituzioni… come fa un piccolo comune a cambiare il parco auto al completo? Non ha le risorse per poterlo fare».
«Allora, ripeto: lo scatto arriva al momento in cui la Regione fa il Piano ed eroga le risorse corrispondenti. Se queste non ci sono, le intenzioni di coinvolgimento divengono inattuabili. Non basta dire che ci sono 80 milioni investiti, ma questo Piano è di altra natura. Intervenire sulla mobilità non basta. Fare la tramvia a Firenze non risolve il problema della qualità dell’aria in Toscana. Allora, siamo di fatto dinanzi a un ottimo lavoro perché gli obiettivi sono anche di buon senso, oltre che secondo normative, ma è evidente che questo Piano non ha concretezza perché non ha risorse.
Crediamo che con esso la giunta abbia più che altro provveduto a espletare un dovere di istituto».