Firenze– “Siamo ad una svolta epocale ma il sistema industriale mostra difficoltà ad adeguarsi. Facciamo luce sui costi, che in ogni caso non devono ricadere sugli utenti”. È quanto ha detto il presidente della commissione speciale d’inchiesta sul ciclo dei rifiuti urbani Paolo Marcheschi (Fi-Pdl), a margine dell’audizione di oggi, martedì 17 giugno, con i vertici di Cispel Toscana. Al centro dell’incontro, i sistemi di raccolta e recupero dei rifiuti con particolare attenzione al “raggiungimento degli obiettivi di raccolta differenziata – ha sottolineato il presidente Marcheschi – che la Toscana dovrà centrare per legge entro il 2012.
Il sistema ‘porta a porta’ individuato per raggiungere gli obbiettivi di legge è una svolta epocale del ciclo dei rifiuti toscano (finora a cassonetto) che in quattro anni porterà ad un sistema di gestione dei rifiuti radicalmente diverso e che già oggi il sistema industriale stenta ad assorbire”. “Il cambiamento di politica comporterà dei costi da sopportare – ha continuato Marcheschi – che non potranno e non dovranno ricadere sugli utenti. È necessario che la Regione si doti, o doti le aziende, di un sistema tariffario diverso calibrato in base all’impostazione che si intende dare al ciclo.
Il problema dei rifiuti non è l’utente ma il sistema.” E che il passaggio da una “regione a cassonetto” ad un sistema di raccolta spinta, porta a porta condurrà ad “un incremento complessivo del costo della filiera raccolta trattamento smaltimento, compresa fra il 15 e il 30 per cento” è certo. Almeno secondo quanto ha evidenziato il direttore dell’associazione regionale che comprende oltre 240 aziende di servizio pubblico Andrea Sbandati. “Per raggiungere l'obiettivo del 65 per cento fissato per il 2012 – ha detto il direttore - non esistono alternative all'utilizzo del ‘porta a porta’.
Ma questo comporta un consistente innalzamento dei costi di raccolta che complessivamente stimiamo in circa 100 milioni di euro all’anno in più”. “Tutto questo - ha continuato Sbandati - rischia di andare in tariffa con un aumento del 10-12 per cento che si aggiunge alle crescite fisiologiche del 3-4 per cento annui”. Secondo il direttore di Cispel, la Regione “ha iniziato a muoversi destinando risorse aggiuntive alla raccolta differenziata. Altri sforzi saranno fatti dalle aziende. Crediamo però che sia fondamentale accelerare le decisioni e gli iter per far partire tutti i termovalorizzatori già pianificati in Toscana.
Bisogna fare gli impianti alla svelta per avere minori costi sul ciclo e per non dover pagare spese aggiuntive per smaltire i rifiuti fuori dai territori”.
Cispel Toscana ha portato all’attenzione della commissione anche un documento, peraltro già diffuso, nel quale viene analizzata la transizione al sistema del ‘porta a porta’. “Dalle prime analisi – ha detto Paolo Regini coordinatore della commissione Ambiente di Cispel e presidente di Publiambiente – prevediamo che il passaggio ad un sistema più intensivo, porterà ad un incremento complessivo del costo di raccolta-trattamento-smaltimento dei rifiuti nel 2012, dagli attuali 611 a 809,4 milioni di Euro”.
In termini di “rivoluzione della gestione”, Regini citando l’esperienza pilota del Comune di Montespertoli, ha portato all’attenzione dei commissari una serie di effetti di tipo “economico per un aumento dei costi di raccolta solo in parte compensati da una riduzione dei costi di smaltimento; sociale per l’impatto che il nuovo sistema di raccolta avrà sulle abitudini di utenti e imprese, sulle amministrazioni locali e sul decoro urbano; di sicurezza per la maggiore esposizione a rischi sul lavoro a cui saranno sottoposti gli operatori specializzati con il compito di raccogliere manualmente i sacchetti; comunicativo per gli indubbi problemi di informazione che una tale rivoluzione dei comportamenti individuali e organizzativi comporterà; di controllo perché il nuovo sistema potrà essere efficace solo a fronte di un rafforzamento del sistema di vigilanza sul rispetto da parte degli utenti dei nuovi standard di comportamento; di mercato dei materiali riciclati in quanto aumentando la raccolta differenziata crescono i materiali da riciclare e da immettere sul mercato, che già oggi è saturo”.
Di parere completamente opposto il consigliere dei Verdi Fabio Roggiolani: “la raccolta ‘porta a porta’ produrrà l’effetto di ridurre i rifiuti urbani di oltre il 15 per cento. Ci sarà dunque un risparmio molto forte per i cittadini che oggi pagano i rifiuti abbandonati nei cassonetti da persone che non intendono smaltirli correttamente”. “Il costo di una tonnellata conferita in discarica – ha evidenziato Roggiolani - è pari a 170 euro. Quello di una tonnellata di raccolta differenziata, mediamente, non è superiore ai 50.
Qui sta il ‘tesoretto’ con cui si finanzia il ‘porta a porta’ a costi stabili. Se a Montespertoli non ci rientrano affatto nei costi, a Capannori sì e benissimo. Chiedo quindi che la commissione visiti entrambi i comuni e vada a vedere perché ci sono costi così diversi. Il problema sta nel manico e Cispel non provi a chiedere ulteriori soldi per i rifiuti perché non siamo intenzionati a darglieli. Se le aziende non sono in condizione di fare il servizio, lo metteremo a gara e le società saranno sostituite con altre più efficienti”.
“La svolta del ciclo toscano e la transizione al porta a porta, che è una rivoluzione di tipo culturale – ha continuato Roggiolani - è questione che come Verdi poniamo da oltre sette anni ed è fondamentale. Con il sistema del ‘porta a porta’, che in tutto il territorio nazionale sempre più enti locali stanno attuando, si risparmia, si creano posti di lavoro, si migliora la qualità urbana perché si tolgono i cassonetti dalle strade e si avvicina l'amministrazione ai cittadini. Ma se questa è la via maestra da seguire, credo che il cambiamento debba essere complessivo, determinato e regionale.
Alcun processo individuale – ha avvertito Roggiolani – produrrà costi aggiuntivi difficili da gestire e controllare. Occorre essere determinati nel cavalcare la riforma. L’impressione che scaturisce dalle dichiarazioni rese da Cispel è che invece di guidare il processo, si lavori a frenarlo”.
Vetro, plastica e lattine, l’area pratese rischia l’emergenza. La sospensione dell’attività dell’impianto di selezione Recoplast di Agliana sta mettendo a dura prova il sistema con ripercussioni anche sullo svuotamento delle circa 2.500 campane collocate ovunque nell’area pratese.
ASM corre ai ripari con l’ampliamento del suo sito di stoccaggio, con la verifica di un ulteriore spazio da destinare al deposito di vetro, plastica e lattine proveniente dalle operazioni di vuotatura dei contenitori e con uno studio di fattibilità per l’organizzazione in proprio della divisione delle tre tipologie di rifiuto. Soluzioni che però non eliminano il rischio emergenza: per scongiurare problemi di grossa portata, l’azienda sta cercando contatti anche fuori dalla Toscana con piattaforme che si occupino di selezionare il rifiuto differenziato conferito nelle campane.
A fare i conti con gli effetti dello stop di Recoplast, sono anche alcuni comuni dell’area pistoiese, in particolare Agliana, Quarrata e Montale, e della lucchesia. In pratica, nel ciclo dei rifiuti è venuto meno l’anello che sta tra la raccolta e il trattamento, ossia la selezione. I rifiuti provenienti dalle campane, infatti, venivano portati da ASM all’impianto di Agliana che provvedeva alla selezione, cioè alla separazione del vetro dalla plastica, della plastica dalle lattine e così via, prima di avviare la fase del trattamento.
Intanto, nei primi cinque mesi del 2008, è aumentata la raccolta di vetro, plastica e lattine: circa 3.770 chilogrammi contro i 3.107 dello stesso periodo del 2007. ASM è fortemente impegnata ad arginare il problema e, pur continuando il rallentamento della vuotatura delle campane, la raccolta è garantita.