Quattordici comunità montane al posto di venti, con il personale delle sei comunità soppresse che sarà comunque trasferito ad altri enti. Indennità più lievi per i presidenti. Meno assessori e meno consiglieri, un ruolo maggiore per i sindaci e nuove unioni di comuni che potranno nascere dove le comunità montane cesseranno di esistere. Con il via libera all’unione dei comuni della Comunità dell’arcipelago di cui, con una deroga, potranno far parte non solo i comuni elbani ma anche Capraia e il Giglio.
La giunta ha approvato nella seduta di oggi la proposta di legge presentata dall’assessore alle riforme Agostino Fragai, che riordina le competenze delle comunità montane. E’ stata salvata la comunità della Val di Bisenzio, di cui in futuro non farà comunque più parte Montemurlo: il comune meno montano dei quattro, il più popolato e il più legato all’economia della piana. A manifestarne la volontà è stato lo stesso comune. Per il resto la giunta ha confermato il taglio delle comunità montane dell’Alta Versilia, dell’Arcipelago Toscano, dell’Area Lucchese, di Cetona, di Pratomagno e della Val di Merse.
Rimarranno, oltre alla Val di Bisenzio, le comunità montane dell’Amiata Grossetana, dell’Amiata Val d’Orcia, dell’Appennino Pistoiese, del Casentino, delle Colline del Fiora, delle Colline Metallifere, della Garfagnana, della Lunigiana, della Media Valla del Serchio, della Montagna Fiorentina, del Mugello, della Val di Cecina e della Valtiberina.
«Abbiamo voluto realizzare un vero intervento di riforma e non solo una semplice riduzione della spesa, che era l’indicazione della Finanziaria votata dal Parlamento - spiega l’assessore Fragai - Si tratta di un provvedimento non improvvisato, che si inserisce all’interno di un piano più ampio e ragionato.
E l’obiettivo è quello di offrire servizi sempre più efficienti e meno costosi». «Al tavolo di concertazione avevamo proposto di tagliare sette comunità montane – aggiunge – Sei è stato un ragionevole punto di incontro, rispetto anche alle richieste delle associazioni degli enti locali senza modificare i criteri della legge». «Nessun beneficio per aziende e cittadini è stato comunque cancellato – avverte Fragai - Il taglio di sei comunità montane non priverà infatti i rispettivi territori, laddove montani, dei benefici che la legge ad essi assegna, né degli interventi speciali per la montagna stabiliti dall’Unione europea, dalla leggi statali e dalle leggi regionali».
Di fatto sono confermate tutte le agevolazioni fiscali, a partire dal taglio dell’Irap. Nel documento preliminare presentato in Consiglio il mese scorso la giunta aveva ipotizzato di tagliare almeno quattro comunità montane, forse sette. Alla fine saranno sei. Se però la legge non sarà approvata entro il 30 giugno, si dovranno applicare i criteri più restrittivi previsti dalla Finanziaria e le venti comunità montane si ridurrebbero a cinque.
A conti fatti la Regione stima di risparmiare, a regime, circa 3 milioni e 100 mila euro l’anno, ottocentomila euro in più di quanto aveva imposto il Parlamento.
Con il taglio della Val di Bisenzio sarebbero stati 3 milioni e 336 mila. La fetta più grossa di risparmio riguarda la soppressione delle sei comunità montane: 2.657.229 euro. Altri 410 mila euro arriveranno dal taglio degli assessori: 41 in meno, su 83, nelle quattordici comunità montane che rimarranno. Saranno spesi meno soldi anche per le indennità, già dimezzate all’inizio dell’anno dalla Finanziaria e ora ridotte di un altro 5% dalla Regione: l’ulteriore risparmio stimato viaggia attorno ai 32 mila euro.
Il taglio dei consiglieri permetterà infine di risparmiare almeno altri 16.424 euro.
Grande soddisfazione per la decisione della Giunta Regionale Toscana in Val di Bisenzio anche se prevede l’uscita del Comune di Montemurlo, il comune meno montano dei quattro. Continueranno quindi a farne parte Cantagallo, Vaiano e Vernio. “Sono davvero contento non tanto per quello che sarà il mio ruolo futuro, ma per tutta la nostra montagna – ha commentato il Presidente Marco Ciani appena appresa la notizia – per questo voglio ringraziare il Presidente Claudio Martini, l’assessore Agostino Fragai, il vicepresidente della Regione Toscana Federico Gelli, il consigliere regionale Fabrizio Mattei, il Presidente dell’Uncem Toscana Oreste Giurlani, i tre sindaci dei comuni della vallata, Bugetti, Marchi e Cecconi e il sindaco di Montemurlo Marchetti che si sono tutti adoperati affinchè la nostra Comunità Montana rimanesse tale.
Si tratta di una vittoria della montagna minore e delle sue potenzialità anche in una ottica di crisi del distretto tessile pratese. Ora - ha aggiunto - comincia davvero una nuova fase dell’ente soprattutto da un punto di vista operativo per risolvere i problemi della gente. Per quanto riguarda l’uscita del Comune di Montemurlo – ha concluso Ciani - confermo però che rimarranno in piedi tutte le collaborazioni già avviate come lo “Sportello verde” e le iniziative legate alla parte dell’Area Naturale Protetta del Monteferrato”.
“Ora è prevista una riorganizzazione della Comunità Montana – ha sottolineato il sindaco di Cantagallo Ilaria Bugetti – più vicina ai cittadini e ai comuni per farla diventare uno strumento ancora più operativo ed efficiente. Abbiamo già una esperienza fatta grazie ai servizi associati che abbiamo attivato da tempo e ora ci aspetta un grosso lavoro di riforma e innovazione”. “La Val di Bisenzio è una zona montana e salvaguardare questo riconoscimento era prioritario – ha commentato il sindaco di Vernio Paolo Cecconi – ora dobbiamo riorganizzare la Comunità Montana partendo dagli organi politici come la Giunta e l’Assemblea puntando per il futuro alla qualità dei servizi e a meccanismi decisionali che tengono conto con un criterio di equilibrio, dell’intero territorio della vallata”.
“C’è stato un grosso lavoro di condivisione portato avanti dai sindaci e dall’istituzione Comunità Montana – ha evidenziato il sindaco di Vaiano Annalisa Marchi – mettendo sul tappeto tutto quello che abbiamo fatto fino adesso nella convinzione che c’èra una identità territoriale. Abbiamo poi capito tutto ciò che ci unisce e lo abbiamo espresso in modo unitario. Per il futuro dobbiamo rivedere la formula organizzativa per fare di più in termini di qualità e servizi per i nostri cittadini”.