Si è svolto oggi a Firenze, presso la sede dell’Istituto degli Innocenti, il seminario europeo su "I servizi per il post-adozione in Italia e in Europa", organizzato dalla Commissione per le adozioni internazionali (CAI), presieduta dal Ministro delle Politiche per la Famiglia, On. Rosy Bindi. Come sottolineato dallo stesso Ministro nel messaggio di saluto inviato all’assemblea, si è trattato di un'importante occasione di confronto su una fase delicatissima del percorso adottivo: quella della vita in famiglia e dell'inserimento del bambino o del ragazzo nella sua nuova realtà.
Attorno a questo tema si è concentrata l'attenzione degli operatori dei servizi territoriali, dei tribunali e degli enti autorizzati, che nei mesi scorsi hanno partecipato a stage e incontri formativi. Oggi gli stessi operatori e la Commissione si sono confrontati anche con altri esperti europei – provenienti da Spagna, Belgio e Olanda – e con le delegazioni di alcuni Paesi di origine dei minori adottati, ovvero Brasile, Etiopia, Russia e Ucraina. Gli Stati da cui provengono i minori, infatti, sono molto sensibili rispetto a questo tema e chiedono di essere tenuti informati sulle condizioni di vita dei minori adottati all'estero per poterne seguire la crescita.
Le difficoltà che devono affrontare gli oltre 40 mila bambini arrivati in Italia attraverso le adozioni internazionali sono consistenti, basti pensare alle loro infanzie difficili e all’abbandono del proprio Paese. Prestare la dovuta attenzione alla fase post-adozione significa dunque essere sempre più attrezzati per favorire il ‘successo’ delle adozioni e, in concreto, il benessere di questi bambini. Studiare e capire dove si annidano i rischi e le difficoltà dell'inserimento dei minori adottati nelle nuove famiglie rende possibile, infatti, accompagnare sempre meglio i futuri genitori nel loro percorso di accoglienza.
I relatori stranieri presenti al seminario hanno concentrato la loro attenzione sullo stato dell'arte della ricerca sul post-adozione in Europa, sul problema dei report post-adottivi, sulle diverse modalità di supporto attivate nei singoli Stati europei, e sulla prevenzione e il sostegno post-adottivo mediante il ricorso a specifici strumenti audio-visuali. Dai relatori italiani è giunto invece un approfondimento sul ruolo della formazione, in particolare a livello metodologico, e sulle sinergie tra i vari operatori impegnati nelle diverse fasi del processo adottivo.
In Italia il sostegno nel periodo successivo all’adozione è un esperienza in crescita, che riguarda prevalentemente l’aiuto all’integrazione nella famiglia, nella scuola e nella società, i gruppi di confronto e supporto fra genitori e fra famiglie, e il sostegno specialistico di operatori dei servizi in caso di difficoltà specifiche.
Per tutti gli attori della procedura di adozione, ciascuno per la sua parte, la parola chiave è “responsabilità”, così da assicurare che le coppie che accolgono i bambini possano essere a loro volta accolte dalle istituzioni e dalla società. E’ un problema di cui la CAI si è fatta carico, stimolando e coordinando tutte le attività volte a risolverlo nel rispetto delle funzioni e dei compiti che le sono riconosciuti dalla legge. L’intenzione, dopo il seminario di oggi, è quella di proseguire il confronto con gli operatori e di approfondire con le delegazioni estere e gli enti accreditati le specificità che caratterizzano i singoli Paesi di origine dei bambini adottati.