Firenze - E' emergenza sulla costa toscana, dove un insetto killer sta uccidendo i pini marittimi e minaccia di cambiare volto all'intero paesaggio. Ci sono già 216 ettari di alberi malati da abbattere. Per questo la commissione Territorio e ambiente del Consiglio regionale della Toscana vuole lanciare un appello alla comunità scientifica internazionale, per trovare un sistema di lotta naturale in grado di arginare gli attacchi parassitari. Domani, mercoledì 19 marzo, la commissione incontrerà in un'audizione l'assessore regionale alla difesa del suolo e i presidenti dei parchi della Maremma e di Migliarino, San Rossore Massaciuccoli, insieme ad alcuni esperti.
“Il paesaggio toscano sulla nostra costa purtroppo è a rischio, in questi giorni si è avuta la certezza della potenza infestante dell’insetto parassita, il matsucoccu feytaudi, proveniente dal Marocco e dalla Francia, che fa rinsecchire le più suggestive pinete del mondo, i pini granducali, e le mette a serio rischio di abbattimenti, in grado di cancellare parte del bel paesaggio, panorama e scorci d’autore”.
Così Erasmo D’Angelis (Pd), presidente della Commissione Ambiente e Territorio del Consiglio Regionale, lancerà domani l’appello internazionale, anche attraverso un video su You Tube, per fermare l’insetto killer che sta uccidendo i pini marittimi della Toscana. “E’ arrivato nella nostra Regione – spiega il presidente della Commissione Ambiente e Territorio - grazie al commercio di materiale legnoso infestato, i primi focolai sono stati avvertiti due anni fa colpendo diverse aree della Toscana.
Ma il vero dramma è per i pini marittini tra Calambrone, Tirrenia, San Rossore e la Maremma. Il parassita non è stato debellato in nessuna parte d’Italia ed è un problema molto serio anche per il danno paesaggistico A vederli si resta senza parole: sembra siano stati uccisi dal napalm o dalle piogge acide. Sono già 216 gli ettari con circa 10mila pini marittimi da abbattere”. “A questo punto - conclude D’Angelis - occorre affrontare l’emergenza con un impegno eccezionale: i nostri Parchi hanno fatto il possibile ma occorre fare appello al mondo della ricerca scientifica internazionale per affrontare una la lotta biotecnica in grado di evitare un attacco generalizzato di più difficile gestione.
Inoltre occorrono risorse per la rapida ricostruzione del paesaggio, per costituire una nuova fascia boscata anche concentrandosi nella ricerca di pini resistenti all’attacco dell’insetto”.