FIRENZE– Si celebra in Toscana, unica regione in Italia, l’apertura dell’Anno civico. Dopo il 2007, anno della prima inaugurazione voluta soprattutto come “omaggio ai cittadini”, la nostra regione continua ad essere punto di eccellenza nella difesa dei diritti di utenti fruitori di servizi essenziali. Venerdì 22 febbraio, nella Sala Gonfalone del Consiglio regionale, autorità, esponenti del mondo politico e amministrativo, forze dell’ordine, rappresentanti di comitati e associazioni, Difensori civici locali e regionali hanno ascoltato la relazione del Difensore civico regionale Giorgio Morales, che dalla data della sua nomina (inizio 2004) ha intrapreso una forte azione di comunicazione e informazione volta alla promozione di un istituto “ancora debole e poco conosciuto in Italia”.
“Questo appuntamento – ha detto Morales – che per quanto può dipendere da me, sarà ripetuto negli anni avvenire, se non può avere la solennità di altre cerimonie è importante perché la tutela non giurisdizionale dei diritti e degli interessi legittimi può essere considerata contigua, e in certi casi preliminare o alternativa alla giustizia”.
Le anticipazioni date da Morales nella relazione distribuita a tutti i presenti, se non nella forma che a norma di legge deve essere presentata al Consiglio regionale entro il 31 marzo di ogni anno, tracciano una “Difesa civica toscana all’avanguardia rispetto al resto dell’Italia, ma ancora debole e poco conosciuta.
La nostra regione è stata la prima nel 1974 ad istituire la figura del Difensore civico. Il resto del Paese è a macchia di leopardo. Rispetto ai 26 stati membri dell’Unione europea siamo molto indietro se pensiamo che esistono, o sono previsti da leggi, i Difensori civici nazionali. In Italia mancano ogni previsione costituzionale e una legge organica che disciplini la materia”. E l’arretratezza istituzionale denunciata da Morales, è in palese contrasto con quella “diffusione degli istituti di mediazione e conciliazione che dalla seconda guerra mondiale si è registrata non solo in Europa, ma anche in altri continenti”.
Il presidente del Consiglio regionale ha sottolineato l’incremento di attività del difensore toscano e dei difensori civici locali, confermando che Regione e Consiglio continueranno ad assicurare risorse congrue alla funzione a tutela dei diritti fondamentali dei cittadini svolta sia dal Difensore toscano che dal Corecom, anch’esso organo di tutela e conciliazione. Il presidente ha riconosciuto un merito specifico in capo agli uffici di difesa civica: l’affermazione di un criterio di oggettività all’interno dell’attività delle istituzioni, tra organi stessi delle istituzioni.
Un fatto confermato nell’azione svolta specialmente sul fronte dei servizi pubblici primari, al centro di molta parte dell’attività del difensore: il presidente ha affermato di ricevere tra le 250 e le 300 e-mail quotidiane da parte di cittadini comuni che lamentano lentezze burocratiche e disservizi veri e propri.
Alla cerimonia di inaugurazione sono intervenuti anche Donato Giordano, Coordinatore della conferenza nazionale dei Difensori civici delle regioni e delle province autonome e Difensore civico della Lombardia, Marco Romagnoli presidente del Consiglio delle autonomie locali e Sindaco di Prato e Elena Pesenti, Difensore civico della Comunità montana Amiata – Val d’Orcia.
Giordano in particolare ha detto che si farà carico di estendere l’iniziativa avviata dalla Toscana di celebrare l’Anno civico nel resto d’Italia. Ha poi ricordato la mancanza della Difesa civica in alcune regioni e ha informato la platea di aver scritto ai presidenti di quelle assemblee regionali che ancora non si sono dotate di questo importante istituto per sollecitarne l’istituzione.