Livorno- Nell’anno del centenario della morte di Giovanni Fattori (Livorno 1825- Firenze 1908) , grande artista profondamente italiano per espressione, tra i più grandi di tutto l’Ottocento europeo, la cui opera è caposaldo della cultura pittorica del rinnovamento, Livorno intende celebrarlo con il grande evento di una mostra antologica sulla sua opera. Intitolata Giovanni Fattori tra epopea e vero, la mostra in coproduzione tra il Comune di Livorno e Fondazione Cassa di Risparmi di Livorno, si terrà ai Granai di Villa Mimbelli dal 20 aprile al 6 luglio 2008 ed è curata da Andrea Baboni, massimo conoscitore dell’opera fattoriana nonché curatore del Catalogo Generale dei dipinti, disegni ed incisioni della collezione civica conservata presso il Museo G.
Fattori di Livorno.
L’antologica in programma rappresenta la più completa ed organica monografica sull’artista, realizzata negli ultimi decenni, comprendente oltre 150 dipinti, di cui circa un terzo proveniente dalle più importanti istituzioni museali italiane ed altri, da prestigiose collezioni, quali la Marzotto, la Jucker, ed in parte la Taragoni. 120 fogli, tra disegni ed incisioni, arricchiranno i percorsi tematici di suggestive sfaccettature.
In totale l’esposizione comprenderà circa 280 opere, disposte in sequenza cronologica, scandita all’interno di 20 sezioni che tracciano tutto il percorso biografico-stilistico dell’Artista.
Si tratta dunque di un’esposizione che presenta Fattori nell’interezza e nella complessità tematica da lui sperimentata: a partire dagli inizi accademici ai primi studi militari, dalle più vaste tele di battaglia, alle sintetiche, liriche tavolette degli anni 1865-1875, ai mirabili ritratti, ai grandi quadri di butteri, sino a toccare tutti gli aspetti del vero, dal paesaggio alla figura, comprese le opere che aprono al nuovo secolo, dipinti dalle cadenze vagamente espressioniste, dove figure come isolate in uno spazio senza tempo, rimandano al dramma esistenziale dell’uomo del Novecento.
Dalla mostra emergerà una grandezza , quella fattoriana, fondata sulla complessità di una produzione ricca di tante sfaccettature, in cui i più alti raggiungimenti stilistici affiorano lungo tutto l’ampio arco creativo, nell’utilizzo delle più svariate tecniche : alla mirabile efficacia del robusto disegnatore, va affiancato il momento riassuntivo ed intimo delle acqueforti nel cui formato l’artista riprende e reinventa, con energia costruttiva sempre nuova, i suoi temi come asciugati dal superfluo e scavati al comune denominatore di una faticosa esistenzialità, non frammenti, ma in tutto organismi autonomi.
La mostra si articolerà in 20 sezioni introdotte da un testo critico curato da Andrea e Francesca Baboni mentre ogni dipinto, sarà corredato da una scheda tecnica e da un commento critico a cura di Lucia Bassignana.
Questi i titoli delle 20 sezioni in cui si articolerà l’esposizione: Studi di figure.
I primi ritratti 1859-1865. Primi studi di temi militari 1859- 1865. L’epopea risorgimentale:le ampie tele di battaglia 1860-1870. Le tematiche agresti:classicità della figura e sentimento elegiaco della natura 1861-1866. Le abbreviate sintesi dal vero 1862-1870. Concitazione e movimento nelle composizioni militari degli anni settanta 1865-1880. Il periodo di Castiglioncello 1867-1875. Gli accampamenti militari 1868-1880. Vedette pattuglie 1870-1880. La poesia dei campi:erbaiole e fascinaie 1870-1890.
Il primo periodo romano. La poesia dei muri bianchi 1871-1880. Riflessi d’acqua: l’Arno, Antignano, Livorno 1870-1890. I luoghi dell’anima 1870-1895. La fatica quotidiana 1870-1900. Lo studio degli animali 1875-1890. Figure e ritratti della maturità 1875-1900. Scene di vita urbana 1880-1885. Il soggiorno alla Marsiliana: lo studio dei butteri 1880-1895. Esplorazioni e manovre 1880-1900. Le disillusioni e l’isolamento 1890-1900.
Un’ulteriore sezione documentaria comprenderà una suggestiva raccolta di fotografie e lettere dell’artista oltre che di oggetti da lui utilizzati e legati al suo mondo pittorico: il manichino, il torchio con cui iniziò a stampare e con cui approntò le prime tirature all’acquaforte, le punte con cui incideva, la poltrona su cui fu ritratta la terza moglie ed altro.