Firenze, 11 gennaio 2008- E’ un quadro nero quello presentato dall’analisi che l'associazione ha effettuato sui dati della centraline Arpat di rilevamento delle polveri sottili nei comuni capoluogo della Toscana.
Secondo il D.M. 60 del 2 aprile 2002 la concentrazione di particolato nell'aria non deve sforare per più di 35 giorni in un anno i 50 μg/mc, giorni che dovrebbero ridursi a sette dal 1° gennaio 2010. Sempre secondo il decreto, i limiti si intendono sforati anche se la media annuale delle Pm10 supera i 40 μg/mc, valore che si ridurrà a 20 dal 2010.
Legambiente lascia ad Arpat il calcolo di questo secondo indicatore, che più spesso vede rispettare dai Comuni i limiti normativi, ma, come ogni anno, anticipa i dati sugli sforamenti giornalieri.
Non è rassicurante la situazione che emerge, anche se in lieve miglioramento rispetto allo scorso anno, in cui tutti i Comuni monitorati sforavano i limiti.
Siena e Grosseto infatti nel 2007 hanno superato i 50 μg/mc di Pm10 solo 12 e 29 volte.
Molto male continuano invece a fare Lucca (129 superamenti) e Carrara (77). A Pistoia va il record del valore più alto registrato nel corso dell'anno, con una concentrazione al 22 dicembre di 235 μg/mc. Anche Firenze migliora di poco rispetto al 2006 e sfora per 76 giorni. Un po' meglio Arezzo e Pisa, che superano per 56 e 46 giorni.
Poco decifrabile invece la situazione di Livorno e Prato, dal momento che, soprattutto nel caso di quest'ultimo, i giorni in cui il dato non era disponibile erano molto elevati.
Quando le centraline non segnalano sforamenti perché non sono in funzione, non si possono conteggiare quei giorni come momenti in cui gli standard di qualità dell'aria sono stati rispettati; risulta anzi difficile credere che in simili lassi di tempo i limiti non siano mai stati superati, soprattutto se i dati mancanti riguardano giornate invernali, in cui solitamente le Pm10 sono più alte. La concentrazione delle polveri sottili nell'aria infatti dipende molto da traffico, impianti di riscaldamento e particolari condizioni meteorologiche che sono più frequenti in inverno.
Nei mesi freddi gli inquinanti ristagnano, anche perché tutti gli impianti di riscaldamento sono attivi a pieno regime. Solo nelle giornate con vento (che spazza via il particolato) o pioggia (che lo riporta a terra) i valori tornano meno allarmanti.
Gli sforamenti qui riportati (e calcolati sulle centraline peggiori) non servono a lanciare allarmi per la salute dei cittadini, anche perché la maggior parte della popolazione non sta esposta tutto il giorno alle emissioni delle zone urbane più densamente trafficate, tuttavia il dato evidenzia una situazione che deve essere sanata al più presto, con interventi che affrontino le due principali cause della produzione di polveri sottili: il riscaldamento ed il traffico veicolare.
Nel primo caso occorre puntare all'ecoefficienza edilizia, nel secondo aumentare i mezzi pubblici e ridurre le auto.
“L'Italia è uno dei Paesi in cui le auto private sono più diffuse, queste producono inquinamento di vario tipo: dall'emissione di CO2, di forte danno al clima per il contributo all'effetto serra, alle polveri sottili –spiega Piero Baronti, presidente di Legambiente Toscana - Su queste ultime a poco vale anche la diffusione di motori meno inquinanti, infatti le Pm10 non sono generate solo dalla combustione, ma anche dal semplice passaggio dei veicoli sul manto stradale.
É solo attraverso un nuovo stile di mobilità, che si avvalga di mezzi pubblici efficienti, car-pooling e car-sharing e piste ciclabili complete, che si può dare una reale alternativa alla cultura dell'automobile e ridurre gli inquinanti nell'aria.
Proprio per questo Legambiente a Firenze sostiene con tutte le sue forze il progetto di tramvia, che oltre ad aumentare il benessere facilitando i collegamenti, può migliorare la salute dei cittadini e dei monumenti”.
Per avere un dato ulteriore per confrontare la qualità dell'aria nelle diverse città, quest'anno Legambiente Toscana ha deciso anche di confrontare i valori del biossido di azoto.
In nessun comune, fortunatamente, è mai stata raggiunta la concentrazione di 400 μg/mc, livello che può comportare danni immediati alla salute e per cui la legge prevede provvedimenti tempestivi. Altro limite di allarme è quello che prevede che il valore massimo orario di NO2 non possa superare i 200 μg/mc più di 18 volte per anno. Anche in questo caso i comuni sono in regola, ma a sforare di più sono in questo caso Prato e Firenze. Valore massimo annuale sopra la media anche per Siena, mentre invece, i valori più bassi di questo inquinante a Carrara, città soffocata dalle polveri sottili, sostengono la tesi del circolo locale di Legambiente, che molto si è battuto nell'ultimo anno per evidenziare il collegamento tra polveri sottili e transito dei camion del marmo.
Il fatto che il Pm10, le polveri, siano alte, mentre il biossido di azoto, inquinante che si origina principalmente a causa del traffico, sia più basso, indica che sono più i detriti del marmo a far salire il particolato, che il traffico come processo di combustione, che altrimenti inciderebbe anche sui valori del NO2.