di Federico Taverniti
Firenze Un sistema di allerta rapida in grado di essere tempestivamente attivato in caso di grandi calamità per mettere in sicurezza la popolazione (con particolare attenzione ad anziani e diversamente abili) che vive in zone montane o comunque caratterizzate da collegamenti limitati. Ideato dall’ANPAS (soggetto capofila) e finanziato dal CESVOT (attraverso il ‘Bando Percorsi di Innovazione 2006’) il progetto, denominato ‘Tempestività e sicurezza’, è stato avviato lo scorso settembre nel comune di Stazzema.
Alla realizzazione partecipano anche la Comunità Montana Alta Versilia, il Cerafri (Centro Regionale per la formazione) e altre associazioni locali.
L’idea è venuta al settore Protezione civile dell’ANPAS dopo la grande alluvione che nel giugno ’96 colpì il territorio del Comune di Stazzema. La collaborazione tra amministrazioni locali e di volontariato ha consentito di mettere a punto e sperimentare un sistema tecnologico di comunicazione integrato. Una rete informatica controlla sia l’informazione diffusa attraverso pannelli luminosi, dislocati in punti strategici del territorio, che quella inviata telefonicamente alle persone più svantaggiate, anziani e disabili.
L’obiettivo è di realizzare il sistema entro il settembre 2008 e di estenderlo successivamente a tutto il territorio regionale.
Soddisfatto l’assessore alla difesa del suolo Marco Betti. «La creazione di strumenti efficaci per diffondere lo stato di allerta nei casi di possibili situazioni di rischio, e consentire così di mettere in sicurezza la popolazione, specialmente in quelle zone dove i collegamenti sono più scarsi a causa della morfologia del territorio, è uno dei nostri obiettivi per i prossimi anni.
È per questo motivo che abbiamo accolto con grande favore la realizzazione di un sistema così strutturato che, ancora una volta, si basa sulla proficua partecipazione tra pubblico e privato. Un altro passo avanti importante – ha concluso - verso il potenziamento del sistema regionale di protezione civile».
«Dopo i tragici fatti del ’96 – ha spiegato Alessandro Moni, responsabile del settore Protezione civile dell’ANPAS – abbiamo mantenuto un contatto costante con l’amministrazione comunale di Stazzema.
L’intento che ha mosso questa iniziativa è di garantire, in caso di grandi calamità, l’incolumità di tutte le persone che risiedono nelle 17 frazioni del comune. Attenzione particolare a quelle che hanno difficoltà di movimento ma il progetto è al servizio di tutta la popolazione della zona. Per ora ci siamo riuniti con le ditte specializzate in questo tipo di tecnologia ma presto avvieremo la formazione degli operatori ed il coinvolgimento di tutta la popolazione». «Il Cesvot – ha commentato il presidente Patrizio Petrucci - sostiene la progettualità innovativa delle associazioni di volontariato toscane con il bando ‘Percorsi di Innovazione’.
Grazie ad un investimento importante, che nell’ultima edizione è stato di oltre 3 milioni di euro, aiutiamo le associazioni a sperimentare modalità operative ed interventi di rete, dove il volontariato riscopre il suo carattere anticipatore e di frontiera. E’ il caso del progetto in questione, dove l’efficacia dell’intervento si coniuga con l’importanza del lavoro di rete tra pubblico e privato sociale, con la capacità di mobilitazione popolare e con il radicamento sul territorio delle realtà del volontariato».
«Abbiamo avviato un percorso concreto – ha dichiarato Michele Silicani, sindaco di Stazzema - che si fonda sulla sinergia tra amministrazione pubblica e volontariato e caratterizzato dall’impiego di tecnologie la cui applicazione nel campo della protezione civile può rivelarsi fondamentale per prevenire situazioni drammatiche. Spero che il sistema, una volta valutata la sua efficacia, possa essere esportato in zone della Toscana e dell’Italia che vivono le nostre criticità».