Si allarga le rete regionale della vendita diretta

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
15 novembre 2007 18:13
Si allarga le rete regionale della vendita diretta


di Massimo Orlandi
Firenze Si allarga la rete regionale della vendita diretta, varata per valorizzare i prodotti agricoli toscani. Entro il 2008 nasceranno in Toscana 13 nuovi mercati contadini e 14 spacci gestiti dai produttori e complessivamente 3mila aziende agricole toscane saranno coinvolte in azioni di vendita diretta dei loro prodotti.
Si rafforza così la leadership nazionale della Toscana nel settore della vendita diretta questo grazie al primo bando promosso dalla Regione a sostegno della rete che accorcia la filiera tra chi produce e chi consuma, e che valorizza i prodotti locali, dal vino all’olio, dagli insaccati a verdura e frutta rigorosamente di stagione.
I risultati del bando sono stati illustrati oggi, nell’ambito degli Stati generali della sostenibilità, dall’assessore regionale all’agricoltura Susanna Cenni.


Presente all’incontro con i giornalisti anche Carlo Petrini, presidente internazionale di Slow Food. “I 67 progetti che sono stati presentati al nostro bando e che in gran parte finanzieremo tra il 2007 e il 2008 – ha detto l’assessore - dimostrano che il nostro progetto per la valorizzazione della filiera corta è definitivamente decollato. La nostra regione rilancia il suo primato nazionale in questo ambito”.
“Sostenere la filiera corta – spiega - significa per noi creare nuove opportunità di accesso ai mercati di tantissimi piccoli produttori locali e allo stesso tempo, stimolare l’attenzione dei consumatori verso ciò che viene dalla produzione locale.

Inoltre con questo progetto vogliamo favorire le sinergie tra le aziende, gli accordi con la distribuzione e la ristorazione e anche sostenere e coordinare un mondo che sta lentamente crescendo sulla spinta di una domanda sempre più forte: quello dei mercati contadini, dei piccoli spacci aziendali, della vendita diretta in azienda”.
Secondo i dati dell’Osservatorio nazionale vendita diretta di Coldiretti la Toscana è la prima regione italiana per numero di aziende che fanno vendita diretta (il 12,6%) seguita da Lombardia e Abruzzo; un dato che ora verrà sostenuto anche grazie ai progetti che verranno finanziati dal bando.
I 13 mercatali di produttori, sorgeranno da Livorno a Pontassieve, da Fivizzano a Grosseto, da Castelnuovo Berardenga a San Miniato si aggiungeranno a quelli esistenti per dar vita a una rete di circa 30 mercatali.

14 saranno gli spacci locali, cioè gli spazi vendita al chiuso gestiti direttamente dai produttori sorgeranno a Pistoia e Lucca nel Mugello e in Garfagnana. Ma i prodotti della nostra agricoltura entreranno per la prima volta anche nei nostri musei: iniziative per la loro promozione verranno lanciate nella rete museale della provincia di Grosseto, e in quella di Volterra. Infine nel corso del 2008 saranno lanciate le prime esperienze di sinergia tra produttori agricoli, commercianti, ristoratori e artigiani.

Questi patti di filiera saranno lanciati a Grosseto, nel circondario empolese valdelsa e nel comune di Montemurlo.
Le domande presentate dal bando, per un budget complessivo di 3 milioni di euro, saranno finanziate entro il 2008. Nell’ambito della filiera corta, a queste iniziative si aggiunge anche il terzo bando della legge regionale che sostiene l’introduzione di prodotti biologici, tipici e tradizionali nelle mense pubbliche: il bando prevede di dare priorità agli enti beneficiari che utilizzano alimenti certificati prodotti in Toscana.
I mercatali
Il mercato contadino di qualità, in cui si vendono prodotti di stagione, oltre a olio, vino, marmellate, formaggi e altre tipicità, vanta in Toscana una decina di esperienze, guidate da quella pilota di Montevarchi.

E’ il caso della Fierucola di Firenze, del pagliaio di Greve in Chianti, della Fierucola di Prato, del mercato contadino di Pisa, della Zucca Barucca di Pistoia, del mercato di Cecina, del mercatale di Bibbiena. Grazie ai progetti che saranno cofinanzaiti dal bando regionale la rete si allargherà ad altri tredici nuovi mercati che sorgeranno a Firenze città, Grosseto, Livorno, Prato, e ancora nella provincia di Pisa (Volterra, e San Miniato), Massa (Fivizzano), Pistoia (Appennino Pistoiese), Siena (Castelnuovo Berardenga e Sovicille), Firenze (Pontassieve, Empoli), Arezzo (Sansepolcro).

Molti mercati avranno valenza comprensoriale (quello di Empoli sarà il mercato del circondario, quello in Piazza S.Croce a Firenze sarà aperto a tutti i produttori agricoli della provincia), alcuni coinvolgeranno anche altri settori oltre a quello agricolo (al mercato di Livorno parteciperanno i pescatori professionali a quello di Volterra una ventina di aziende artigianali). Quasi tutti i mercati avranno cadenza mensile, con alcune eccezioni: quindicinale sarà il mercato di Grosseto e Fivizzano, settimanali quelli di Livorno e Volterra.
Gli spacci locali
L’esperienza di questi spazi di vendita gestiti in forma associata da imprenditori agricoli sarà fortemente potenziata grazie al bando della Regione che sosterrà l’avvio di 14 nuove iniziative a Pistoia, Livorno, Lucca, Grosseto, Massa-Carrara e ancora nelle province di Arezzo (Montevarchi), Siena (Trequanda e Castelnuovo Berardenga), Pisa (Volterra), Firenze (Comunità montana fiorentina e Mugello), Prato (Val Bisenzio), Grosseto (Civitella Paganico), Lucca (Garfagnana).
I patti di filiera
Sono accordi fra i produttori agricoli e settori come la ristorazione, per la vendita dei prodotti locali.

Le prime esperienze di questo tipo nasceranno nella provincia di Grosseto, nel circondario empolese e a Montemurlo mettendo insieme produttori agricoli, commercianti, ristoratori e artigiani.
Arte e cibo
L’idea è quella di creare, all’interno dei musei toscani, una spazio dedicato alla cultura e alla tradizione enogastronomia della Toscana oltreché di esposizione e vendita di una selezione di prodotti toscani. Faranno da apripista i musei di Volterra e quelli della provincia di Grosseto.
I Gas
In tutte le iniziative finanziate dal bando sarà coinvolta la rete dei Gas (Gruppi di acquisto solidale): si tratta di gruppi costituiti da famiglie o singoli che si organizzano per acquistare collettivamente prodotti alimentari e non da produttori locali.

In Toscana ce ne sono una cinquantina.

Che cosa è la filiera corta
La filiera corta è quell'insieme di attività che prevedono un rapporto diretto tra produttori e consumatori, singoli o organizzati, che ''accorcia'' il numero degli intermediari commerciali e diminuisce il prezzo finale. Gli acquisti possono avvenire tramite vendita diretta, mercatini, gruppi di acquisto, cooperative di consumo, commercio elettronico.
La filiera corta consente quindi al consumatore una migliore conoscenza delle qualità intrinseche del prodotto e di chi lo produce.

Inoltre l'acquirente potrà ottenere un prezzo finale al consumo più vantaggioso mentre al produttore è garantita una remunerazione più equa.
I vantaggi
In sintesi, i principali vantaggi della filiera corta sono:
1- Un rapporto diretto tra produttore e consumatore
2- La valorizzazione dei prodotti locali e della loro stagionalità 3- Prezzi più convenienti per il consumatore;
4- La creazione di nuovi canali di vendita per il produttore ed una remunerazione più equa;
5- minor impatto ambientale grazie alla riduzione dei costi di trasporto e degli imballaggi.
Dove nasce
Fra le esperienze più significative di accorciamento della filiera ci sono i Farmer’s market (mercati contadini o mercatali) nati una ventina d’anni fa negli Stati Uniti.

Secondo il quotidiano Usa Today, i Farmer’s market negli USA sono cresciuti di quasi il 30% negli ultimi cinque anni, passando da circa 3.000 agli attuali 3.700, con oltre 40.000 imprese agricole coinvolte in una qualche forma di commercializzazione diretta (vendita in azienda o Farmer’s market).

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