Fino al 17 novembre, presso la Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze, la mostra “Arte senza Memoria”, con il contributo di Domenico Fargnoli. L’evento è organizzato dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali, dalla Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze, dall’Associazione Culturale “Senza Ragione” in collaborazione con il Comune di Firenze. L’esposizione ospita sculture, trasparenze, opere pittoriche e digitali realizzate con varie tecniche e materiali, oltre a una serie di fotografie inedite desunte da video.
“...svegliarsi un giorno senza ricordi, aprire gli occhi su una nuova vita.
Perdere le figure della coscienza e cadere in quell’amnesia che non è malattia ma solo un inizio diverso...”, è questo il tema della mostra. Dimenticare chi siamo per essere veramente noi stessi. I lavori esposti spingono lo spettatore a rinunciare a se stessi, a ricominciare: “...un mattino in cui la luce è più intensa, ecco il segreto del rinascere...”.
Ma qualcosa del tempo trascorso si manifesta nei lavori, un fondo rosso oltre il bianco dei sogni, una traccia senza figura, una forma in trasparenza che attraversa lo sguardo e lo rende più acuto a cogliere ciò che si muove sotto l’immobilità della superficie.
Ciò che è stato sembra ritornare, ma il senso è diverso e le immagini evocano suoni sconosciuti.
Immagine dopo immagine ci si accorge che lento e inaspettato scende il velo dell’amnesia, ci conduce lì dove troviamo un sentire prima sconosciuto: pervasi da un’energia nuova e dal desiderio di unirci all’attimo eterno.
Si tratta di una primordiale e istintiva forza di ricerca, dove il futuro non spaventa e il pensiero della morte è inesistente. Non vi sono dolore e pazzia, ma profonda solitudine.
Il dimenticare è il potere più grande di chi ha assaporato l’essenza delle cose oltre la loro superficiale rappresentazione, di chi sa che tutto si dissolve, in continuo divenire, sicuro che qualcosa nascerà di nuovo.
Il futuro è proprio la speranza di poter rinascere, aprire gli occhi e rendersi conto che quel mondo cui ci hanno abituati non è altro che una illusione.
La realtà è una illusione e il sogno è la vera realtà. Di qui l’importanza del sogno come unica via che porta alla vera essenza delle cose e che ci allontana dalla loro superficiale apparenza.
Il complesso di lavori si presenta come una discesa nell’abisso dell’esistenza, guidati da suoni e colori che creano in noi sensazioni sempre nuove.
Un ritorno all’origine, dove le pareti diventano buie e il sonno incombe. Veniamo assaliti da un profondo senso di torpore e, infine, vediamo riflesso in cielo quel volto di donna: “...solo il calore umano ci ricorda che non siamo soli...”. Alla chiusura della mostra, sabato 17 novembre alle ore 11, presso la Tribuna Galileiana si terrà una performance tra parola, videoarte e danza, cui farà seguito un dibattito sui temi del libro “Arte senza Memoria”. A conclusione del programma si avrà la rappresentazione teatrale “La perla tra le labbra”, in scena dal 23 al 24 novembre ore 21, al Cantiere Florida di Firenze.
Domenico Margiotta