30 ottobre 2007- Peter Greenaway in The Tulse Luper Vj performance, la proiezione di ‘Nightwatching’ per la prima volta sullo schermo dopo il Festival del Cinema di Venezia, un seminario, una retrospettiva, incontri con il regista. Tutto questo è ‘L’arte di Peter Greenaway’, evento curato da Michele Crocchiola nell’ambito di “Fenice International Nine Arts Festival”, rassegna realizzata con il contributo della Fondazione Monte dei Paschi di Siena e promossa da Comune di Poggibonsi, Vernice Progetti Culturali e Politeama spa che si svolge nei mesi di ottobre a novembre a Poggibonsi (Siena).
‘L’arte di Peter Greenaway’, che avrà luogo dal 5 al 9 novembre al teatro Politeama e al cinema Garibaldi, ripropone la produzione di Greenaway, in particolare quella più recente, focalizzandosi sulla ricchezza espressiva e artistica che ha sempre connotato il lavoro del regista. Cinema, televisione e teatro sono gli ambiti espressivi in cui Greenaway si è sempre mosso con uno stile personale e originale, con contributi in campo musicale e delle arti visive (pittura, architettura e fotografia).
In questo senso Greenaway rappresenta un interlocutore privilegiato della poliedricità della produzione artistica contemporanea e, come nessun altro artista attualmente in Europa, è capace di muoversi e provocare a così ampio raggio nel campo delle nove arti, coinvolgendole o avendole coinvolte negli anni (quasi) tutte. Il programma dell’evento prevede (giovedì 8 novembre) un seminario con la partecipazione del regista, che ripercorre le principali linee guida dell’attività artistica di Greenaway alla presenza di Domenico De Gaetano, biografo ed editore (con Volumina) delle opere letterarie della saga di Tulse Luper e Giovanni Bogani, giornalista e autore del castorino dedicato al regista gallese.
Sempre giovedì 8, alle 21, in esclusiva e anteprima nazionale dopo il Festival del Cinema di Venezia, sarà proiettato Nightwatching, ultima fatica del regista dedicata ai misteri che si celano dietro al quadro “La ronda di notte” di Rembrandt. Il momento culminante (venerdì 9 novembre) dell’evento è rappresentato dalla performance multimediale The Tulse Luper Vj performance, sei grandi schermi e quattro pannelli a cristalli liquidi all’interno del Teatro, tra il pubblico, in cui Greenaway scompone e ricompone l’epopea del suo personaggio immaginario al ritmo della musica di Dj Radar.
Accompagna il percorso una retrospettiva rappresentativa di alcuni dei suoi momenti più fortunati, in particolare sarà proiettato il ciclo completo di Tulse Luper e il lavoro sui primi otto canti dell’Inferno Dantesco, e una esposizione di tavole autografe e schizzi preparatori sui viaggi di Tulse Luper a Torino e Venezia (in collaborazione con Volumina). La presenza di Greenaway sarà omaggiata da Tanino Liberatore con una tavola originale dedicata al grande regista che rimarrà in modo permanente al Teatro Politeama.
Tulse Luper Vj performance
La performance, accompagnata dalla musica di un dj, si svolge su sei schermi di varia grandezza montati all’interno del Teatro Politeama sui quali vengono proiettate le immagini dei quattro film del progetto Tulse Luper, rimontate dal regista in diretta grazie ad un grande schermo al plasma che funge da consolle di montaggio. La musica elettronica offre il ritmo alla ricomposizione e modifica la percezione delle immagini creando quello che è stato definito il primo esperimento di “Live Cinema”.
L’evento non è solo un’ulteriore variazione sul tema per il caleidoscopico progetto artistico sul personaggio immaginario Tulse Luper, ma anche il pretesto per lanciare una reale provocazione al concetto di cinema così come siamo abituati a viverlo normalmente. Di regola infatti oltre alla de-strutturazione del progetto filmico lo spettacolo prevede che il pubblico sia libero di muoversi intorno alla consolle e agli schermi, così come negli eventi di Deejaying e Veejaying e in generale nei grandi raduni di musica elettronica.
A Poggibonsi il pubblico sarà costretto a stare seduto e quindi è stata studiata una modalità che permette alle immagini di muoversi a 180 gradi nello spettro visivo dei “partecipanti”.
Le due arti coinvolte (cinema e musica) trovano un loro amalgama nel solco delle tendenze della sperimentazione contemporanea ribaltando però la prospettiva dove l’immagine prende il sopravvento con una resa particolare data dalla raffinatezza compositiva e chiaramente pittorica del lavoro del regista gallese.