Firenze, 28 settembre 2007- E’ questo il titolo del convegno organizzato dal movimento Donne Impresa di Confartigianato Imprese Firenze per descrivere il fenomeno in tutte le sue tipologie (dal “cravattaro” alle organizzazioni mafiose, tanto nazionali che straniere), analizzarne l’ampiezza nella provincia di Firenze e in Toscana e la ricaduta sull’imprenditoria femminile (uno dei segmenti economico-sociali più colpiti), esaminare i risultati centrati dai programmi di prevenzione e di educazione alla legalità ed, infine, informare sulle attività di supporto offerte alle vittime da una rete solidaristica sempre più strutturata.
L’evento si svolgerà lunedì 1 ottobre 2007, dalle ore 9.30 alle 13.00, presso l’Auditorium della Camera di Commercio di Firenze (ingresso libero). Interverranno: Gloria Bartoletti, Vice-Prefetto di Firenze; Antonio Mazzocchi, Segretario di Presidenza della Camera e componente X Commissione Parlamentare Attività produttive, Commercio e Turismo; Daniela Lastri, Assessore Pari Opportunità Comune Firenze; Maurizio Dalle Mura, Capo Centro Dia Firenze; Lelio Grossi, Presidente Fondazione Toscana Prevenzione Usura; Roberto Nunziatini, Presidente Artigiancredito Toscano; Antonio Catanese, Presidente Confartigianato Imprese Firenze e Tilde Tacci, Presidente Confartigianato Donne Impresa Firenze.
Al centro del dibattito un fenomeno molto più ampio di quello attestato dalle statistiche ufficiali basate, come è ovvio, sulle sole denunce.
“A volte basta poco per fare un patto con il diavolo, un paio di semestri negativi, un cliente importante di meno, magari a causa della concorrenza di paesi a basso costo di produzione.
Con i conti in rosso, se non arriva il sostegno di un istituto bancario, è difficile rifiutare l’offerta di chi, subito, ti offre il denaro necessario per non chiudere l’attività e non licenziare nessuno. Peccato sia ad un interesse del 10-12%. Al mese, non all’anno” spiega Tilde Tacci, presidente del Movimento femminile di Confartigianato. E’ la denuncia l’arma più efficacia contro l’illecito, tanto più che, grazie al “Fondo di solidarietà per le vittime dell’usura”, permette agli usurati di accedere a mutui a tasso zero per riavviare la vecchia attività o cominciarne una nuova (prossimo il termine di chiusura per la presentazione delle domande di accesso in Prefettura, stabilito al 29 ottobre 2007).
Per la prevenzione, indispensabile l’educazione alla legalità, il supporto del mondo istituzionale-imprenditoriale ed una maggiore “facilità” di credito.
A tal proposito è stato siglato di recente un accordo quadro antiracket da Ministero dell’Interno, Banca d’Italia, Abi, Confartigianato e altri soggetti (prossimo all’adozione anche al livello locale) per la concessione di prestiti anche ai protestati e l’istituzione di una figura di riferimento per le vittime all’interno di ogni istituto bancario.