Esce oggi per i tipi della casa editrice Alinea il volume di Emanuela Morelli, STRADE E PAESAGGI DELLA TOSCANA:Il paesaggio dalla strada, la strada come paesaggio . Il libro rappresenta un’interessante e documentata descrizione dell’evoluzione storica avuta dal sistema viario della nostra regione. In esso sono descritti sia i criteri che hanno sovrinteso, per lungo tempo - dall’antichità all’evo moderno – alla costruzione delle principali strade, sia quelli scaturiti in seguito ai veloci mutamenti amministrativi ed economici dell’epoca più recente, senza tralasciare l’apporto introdotto dai nuovi materiali alla costruzione della viabilità.
Ma le strade, in Toscana come altrove, non sono unicamente privilegiati “strumenti” atti a favorire la circolazione di mezzi e persone, possedendo anche una grande valenza culturale propria. Le strade infatti rappresentano un importante tassello del paesaggio, servendo a qualificarlo ed arricchirlo di significati e valori immateriali. Si può leggere nella prefazione di Marco Gamberini, direzione Generale delle Politiche Territoriali ed Ambientali, settore Indirizzi per il governo del Territorio della Regione Toscana: “Tutte le tipologie di strade, dai sentieri campestri, alle strade consolari, al sentiero di Santiago di Compostela, alla Francigena, fino alle autostrade di terra e di mare, alle linee dell’alta velocità, oggi come ieri, rappresentano, oltre che una struttura fondamentale del paesaggio, un luogo privilegiato della percezione del territorio, per il buon motivo che durante un viaggio sempre e comunque ci si guarda attorno, ma anche perché costituiscono il luogo in cui la percezione assume le dimensioni del tempo e del movimento, ciò che non avviene in nessun punto fisso di osservazione.
Nella letteratura, da sempre, le descrizioni dei territori, sono collocate dentro quelle dei viaggio, dall’Odissea ai resoconti dei viaggiatori rinascimentali. […] È la percezione del mutare dei paesaggi che ci aiuta a comprendere i caratteri di ciascuno di essi, a confrontare, a raccogliere meglio le sensazioni, ad attribuire i valori. […] È per questo motivo che le infrastrutture di collegamento devono essere considerate, da chi si occupa di paesaggi e territorio, non soltanto come un elemento capace di trasformare o alterare il contesto paesaggistico e ambientale preesistente: lo sono (anche in positivo, se progettate con la necessaria attenzione ai luoghi), ma sono anche, nella vita quotidiana, l’occasione principale per entrare in rapporto con i paesaggi…”
Lucia Mascalchi