Firenze, 16 aprile 2007- Dal 1° Febbraio 2007, a seguito dell’entrata in vigore delle nuove norme in materia di risarcimento diretto e risarcimento in forma specifica, gli automobilisti coinvolti in un sinistro non potranno più rivolgersi all’assicurazione della controparte per ottenere il risarcimento dei danni subiti, bensì dovranno pretenderlo dalla propria compagnia assicurativa. L’introduzione della nuova normativa comporta molteplici effetti negativi sia per gli automobilisti, ai quali viene limitata la libertà di rivolgersi al proprio meccanico di fiducia per provvedere alla riparazione, sia per la categoria degli autoriparatori, che dovrà sottostare al monopolio riconosciuto alle Compagnie di Assicurazioni in tutte le fasi di gestione del sinistro (accertamento, quantificazione e risarcimento del danno).
Così facendo le Compagnie di Assicurazioni tenderanno, nel breve/medio periodo, a ridurre il “costo medio” del risarcimento del danno con evidenti ripercussioni negative per il danneggiato, che vedrà riconoscersi indennizzi sempre più ridotti, e per le aziende di autoriparazione, alle quali viene negato il diritto di operare in regime di libero mercato.
A fronte di tale situazione, che da un lato conferisce alle Compagnie di Assicurazioni ampio margine di manovra e dall’altro comporta una riduzione dei diritti e degli strumenti di tutela a favore del danneggiato, CNA Firenze ritiene necessario proporre azioni ed iniziative per tutelare i consumatori e sostenere la categoria.
Il dibattito aperto questa mattina dai vertici di CNA Firenze con gli Onorevoli Alberto Fluvi (Ulivo), Riccardo Migliori (Alleanza Nazionale) e Guglielmo Picchi (Forza Italia), è il primo di una serie di iniziative che l’Associazione fiorentina, di concerto con la Direzione Nazionale, ha in programma per sensibilizzare le forze politiche sull’opportunità di introdurre correttivi idonei a limitare gli effetti negativi legati alla nuova normativa.
Per CNA Firenze la prima e più importante linea strategica riguarda la modifica del regolamento attuativo.
Si tratta di costruire una proposta non velleitaria, opportunamente calibrata, che punti a ristabilire un equilibrio di potere nel mercato, generato dalla Responsabilità civile dei veicoli e a salvaguardare pienamente la libertà del danneggiato di scegliere il proprio riparatore di propria fiducia. “Al riguardo – ha spiegato il presidente di CNA Firenze Mauro Fancelli - crediamo importante eliminare quelle storture che rischiano di determinare una vera e propria “cannibalizzazione” del mercato della riparazione con riflessi facilmente intuibili sugli standards qualitativi del processo riparativo e della gestione del sinistro, senza produrre alcun reale vantaggio per i soggetti coinvolti a vario titolo nella riparazione del veicolo, ad eccezione delle sole Compagnie di Assicurazione”.
Gli elementi critici del regolamento attuativo sui quali CNA chiede un intervento da parte del Governo riguardano il risarcimento del danno in forma specifica ed il risarcimento in forma diretta.
Per quanto attiene al risarcimento in forma specifica, la disposizione contenuta nell’Art.
14 (Benefici derivanti agli assicurati) del regolamento attuativo consente l’ingresso, diretto o indiretto, delle Compagnie di Assicurazione nel mercato della riparazione del veicolo, creando forme di squilibrio importanti e condizionando pesantemente la libertà del mercato stesso. Tale strumento accresce senza dubbio il potere di gestione complessivo delle Compagnie di Assicurazione attraverso l’istituzione, eseguita in condizioni di oligopolio, di una rete di carrozzerie cosiddette “fiduciarie”.
Una simile disposizione legislativa comprometterà irrimediabilmente gli schemi della libera concorrenza tra le imprese di riparazione del settore e produrrà pochi e difficilmente quantificabili benefici per gli assicurati. “A nostro avviso – ha proseguito Fancelli - i vantaggi complessivi di questa norma sono sicuramente inferiori alle difficoltà che essa genera e per questi motivi continuiamo a chiederne lo stralcio dal Regolamento”. E’ opportuno precisare ancora che il ricorso all’istituto del risarcimento del danno in forma specifica, peraltro previsto e disciplinato dal Codice Civile, rientra sicuramente tra le scelte di politica commerciale che le Compagnie di Assicurazione possono legittimamente comunque compiere.
Ciò che pertanto ci risulta difficile da comprendere è il motivo per cui il legislatore abbia voluto inserire questa norma (che insiste, lo ricordiamo, su una fattispecie tipicamente legata alle politiche commerciali assicurative) nel Regolamento attuativo delle procedure di indennizzo diretto.
In merito al risarcimento in forma diretta, CNA Firenze, ha più volte sostenuto di non essere pregiudizialmente contraria all’introduzione del risarcimento diretto ed alla auspicata riduzione del contenzioso che ne potrebbe derivare.
Ha invece sostenuto, con forza, che l’assenza della figura di un perito “super partes” rende sicuramente meno lineare e più complicata la quantificazione del danno subito per il forte condizionamento che la Compagnia di Assicurazione può esercitare su tali soggetti.
Ma, soprattutto, l’Associazione ritiene necessario modificare il meccanismo di definizione del costo medio del risarcimento e chiede che le organizzazioni di categoria degli autoriparatori siano parte attiva nell’individuazione dei necessari correttivi.
“Nella sostanza – ha spiegato ancora Fancelli - crediamo sia opportuno riflettere e cercare di riallineare i due circuiti di rapporti e di relazioni che si generano quando accade un sinistro veicolare: il primo trae origine dalle norme in vigore che prevedono l’istituzione di rapporto esclusivo e totalizzante tra la Compagnia di Assicurazione ed il danneggiato.
Nel secondo, che si concretizza nella realtà quotidiana della gestione del sinistro, fa il suo ingresso il riparatore il quale, prendendo in carico la vettura per effettuare i necessari lavori di ripristino e anticipando la somma relativa alla riparazione, su delega espressa dello stesso danneggiato, diventa inevitabilmente interlocutore della Compagnia di Assicurazione stessa”.
CNA Firenze è convinta che questi due mondi debbano dialogare ed entrare in contatto fra loro se si vuole evitare che l’ “indennizzo diretto” si riveli un semplice espediente, lasciando irrisolti i problemi di tempi, procedure e correttezza nel processo di gestione del sinistro.
Compito del legislatore è anche quello porsi questi problemi e possibilmente di regolamentare questi aspetti, sicuramente non marginali. “Risulta evidente – ha commentato l’On. Migliori – che l’introduzione della nuova normativa comporti seri rischi di oligopolio da parte delle Compagnie di Assicurazioni quindi le modiche risultano doverose. I segnali di criticità arrivano da più parti pertanto ritengo necessario attivare al più presto un’indagine conoscitiva per capire come intervenire.
La posizione di CNA appare estremamente corretta perché non rifiuta in toto il provvedimento bensì ne denuncia le parti che risultano più critiche e chiede i necessari correttivi”. Meno possibilista l’On. Picchi per il quale “il provvedimento sostanzialmente non modifica la posizione dell’assicurato nei confronti della Compagnie Assicurative. Probabilmente sarebbe necessario un approfondimento anche se ritengo che, da parte della Commissione Finanze, potrebbe non esserci l’interesse a rivedere la normativa.
Anche la revisione dei costi medi e della figura del perito come soggetto terzo, non è un passaggio di così facile attuazione”.
Decisamente contrario a quanto esposto da CNA Firenze l’On. Fluvi secondo il quale l’aspetto più importante dell’intera questione rimangono “le tariffe delle assicurazioni: se la nuova normativa non dovesse agevolare la riduzione dei costi delle polizze assicurative dovremo intervenire con altri provvedimenti affinché si raggiunga questo obiettivo. L’impegno che mi sento di assumere in questo momento è quello di costituire una sorta di osservatorio per monitorare gli effetti della nuova normativa e valutare, in un secondo momento, l’opportunità o meno di intervenire”.