Firenze, 5 marzo 2007 – I 120 produttori pienamente soddisfatti per l’affluenza di pubblico, come gli oltre 1500 tra sommelier e enoappasionati con i sensi appagati per le degustazioni di 400 vini tra i più prestigiosi della Toscana che hanno conquistato i 4 e 5 grappoli sulla guida DUEMILAVINI 2007. Complice la prestigiosa scenografia del Grand Hotel a Firenze, risultato positivo per lEccellenza di Toscana, la più importante manifestazione annuale organizzata dall’Associazione Italiana Sommeliers Sezione territoriale della Toscana, guidata dal Presidente Osvaldo Baroncelli.
“E’ stata una grande opportunità poter degustare la migliore produzione toscana riunita in un solo giorno – ha commentato il presidente - e allo stesso tempo creare un dibattito costruttivo intorno al futuro delle enoteche.
Credo nel valore e nella qualità del vino toscano, e in quello che esso rappresenta a livello nazionale ed internazionale e noi sommelier abbiamo la responsabilità di doverlo trasmettere al consumatore. Manifestazioni come L’Eccellenza di Toscana sono una grande opportunità perché ci aiutano a crescere professionalmente”.
Ad arricchire ulteriormente il già nutrito programma della giornata, anche la tavola rotonda che si è tenuta alle ore 17 – moderata dal giornalista del TG2 Bruno Gambacorta – a cui hanno partecipato esponenti della grande distribuzione organizzata e dell’Ho.Re.Ca.
: Giuseppe Zerbo direttore Category Management PAM Supermercati Italia, Francesco Bonfio - Presidente Vinarius Associazione Enoteche Italiane e titolare Enoteca San Domenico di Siena, Carlo Lavuri dell’Enoteca Lavuri di Agliana, Massimiliano La Rosa (Responsabile Marketing Classica), Ciriaco Coscia (Responsabile Marketing Rinaldi Wine), Filippo Mangione (Wine Educator Casa Vinicola Zonin), Saverio Carmagnini (Consulente Enogastronomico), Roberto Bellini e Lorenzo Giuliani (Componenti Giunta AIS Nazionale).
Il quesito a cui gli esperti del settore e rappresentanti delle due realtà chiamate in causa hanno cercato di rispondere è “Enoteca: prossima estinzione?” .
Il coro è stato unanime a difesa della piccola distribuzione che, nonostante l’apertura di spazi enoteca all’interno della Grande Distribuzione, si conferma presente e viva più che mai.
La grande distribuzione vanta numeri importanti che parlano di 1.154 milioni di euro in valore e in 552 milioni di litri venduti, e si è organizzata come meglio ha potuto per andare incontro al cliente, allestendo in alcuni casi veri e propri spazi dedicati alla consulenza con sommelier qualificati che non solo aiutano il cliente a orientarsi tra le molteplici etichette, ma spiegano anche quali sono gli abbinamenti più indicati.
Piccola e grande distribuzione non sembrano però essere in concorrenza tra di loro.
Le fasce di mercato sono diverse e il target della clientela anche.
Certo è che recarsi in enoteca è sinonimo di assistenza diretta dell’enotecario non solo nella scelta, ma anche nel trasmettere emozioni positive legate a un vino piuttosto che a un altro. Valgono quindi in questo caso le equivalenze enoteca uguale accoglienza e servizio uguale possibilità di degustazione prima dell’acquisto. Un plusvalore che la grande distribuzione non è in grado di offrire e il cliente non ha modo di “saggiare” ciò che sta comprando.
L’enotecario consiglia, il cliente assaggia e poi decide.
Tornando alle prospettive che si aprono per la piccola distribuzione vitivinicola, si può dire che anche se i numeri parlano chiaramente di una netta prevalenza della GDO, una quantità minore non equivale a dire che siamo di fronte a una crisi. Lo conferma anche Massimiliano La Rosa, responsabile marketing di Classica: “Il futuro dell’enoteca non è in crisi, bisogna però sapersi mettere in gioco e rinnovarsi. È vero che con la grande distribuzione una fascia di vendita l’ha persa, ma si tratta di una perdita limitata ai prodotti di fascia bassa”.
Risponde alla provocazione anche la piccola distribuzione con la voce dell’enotecario Carlo Lavuri, affermando che “a penalizzarci non è la grande distribuzione ma l’inflazione che si è creata intorno al termine enoteca: oggi basta avere nel proprio locale uno scaffale con qualche bottiglia di vino in mostra per definirsi enoteca”.
Nei dati presentati da PAM, le enoteche rappresentano solo il 16,5% delle vendite di vino in valore e il 6,5% in litri. Cifre marginali rispetto ai già citati grandi numeri della GDO: “i nostri punti di forza – spiega Giuseppe Zerbo, direttore category management della PAM Supermercati Italia - sono senz’altro il grande assortimento, il prezzo competitivo e la disposizione del prodotto, ma anche la possibilità di raggiungere più comodamente un supermercato piuttosto che un negozio”.
Le enoteche non sono dunque in pericolo di sopravvivenza, a patto che si sappiano sfruttare gli spazi per rinnovarsi e adattarsi alle esigenze mutevoli di un mercato tanto particolare quanto redditizio.