Firenze, 5 marzo 2007 - Michelangelo Buonarroti è nato a Chiusi nel Casentino e non a Caprese, come tramanda una consolidata tradizione storica. È questa la tesi esposta il marzo dello scorso anno da Andrea Manetti nel libro Michelangelo nasce in Casentino (Ed. Polistampa, pp. 216, euro 14). Non si tratta in questo caso di un'ipotesi azzardata: l'autore, da due anni Ispettore Archivistico per la Toscana, ha trascorso gli ultimi cinque a indagare sul posto, attraverso ricerche approfondite negli archivi e nelle biblioteche e con accurati sopralluoghi sul territorio.
L'identificazione in Caprese come luogo di nascita del Buonarroti, sancita dal Regio decreto del 9 febbraio 1913, sembrava aver posto fine a questa eterna querelle. Manetti invece, col suo volume, è tornato ad affrontare questo giallo storico che da sempre ha contrapposto le due città, entrambe intenzionate a non rinunciare all'idea di aver dato i natali al grande genio, ribaltando quella che per lunghi anni è stata la tradizione ufficiale.
Oggi le teorie del Manetti sono definitivamente confermate grazie al rinvenimento di alcuni documenti da parte della soprintendente agli Archivi della Toscana, Paola Benigni.
Incuriosita dalla lettura di Michelangelo nasce in Casentino, la soprintendente ha condotto personalmente le ricerche che le hanno permesso di ritrovare alcuni importantissimi documenti in Casa Buonarroti. Paola Benigni parlerà della sua scoperta mercoledì 7 marzo, alle 17,30, presso l'Auditorium dell'Ente Cassa di Risparmio di Firenze (via Folco Portinari). Nell'occasione Andrea Manetti presenterà il suo volume.
Irene Gherardotti