Firenze, 26 febbraio 2007- Sarebbe risultato già sieropositivo uno dei tre pazienti toscani sui quali il 13 febbraio scorso nell'ospedale Careggi di Firenze, sono stati organi infetti. E mentre è già stato trapiantato su una donna toscana di 41 anni il fegato prelevato ieri da una equipe medica all'ospedale fiorentino, si affollano le domande e i dubbi a distanza di giorni dallo scoppio della notizia.
Secondo quanto appreso dai giornali la responsabilità di quanto accaduto è di una biologa, che ha mal trascritto i risultati delle analisi del sangue della donna infetta da Hiv.
"Hiv negativo". Da qui è partito il trapianto dei due reni e del fegato su tre pazienti "urgenti". L'equipe dei nove medici opera. Passano quattro giorni e l'Archivio biologico di Pisa, dove erano stati inviati i tessuti di sangue della donatrice, avvisa il Careggi: "La donna era sieropositiva". Mentre entra nel vivo l'ispezione decisa dal ministero della salute, d'intesa con l'assessorato alla sanità della Regione, permane senza risposta la domanda: come è possibile che in una struttura leader come il Careggi di Firenze esista ancora una persona, una sola, che trascriva a mano i risultati delle analisi? Qual'è esattamente la responsabilità della biologa? Ma non ci sono sistemi informatizzati? Sono anni che le trascrizioni delle analisi non vengono più fatte a mano.
Le strumentazioni sono collegate in rete con la macchina che referta e rende disponibili i risultati. Allora dov'è stato l'errore?
Può capitare che, per la fretta di operare, non si aspetti il risultato delle analisi del sangue? La donatrice era infetta da Hiv e non lo sapeva. Senza referto, a Careggi non dovrebbero aver proceduto...
“Altro che eccellenza. Il sistema sanitario toscano si sta dimostrando pieno di buchi e di carenze, rendendo con ciò indilazionabile un sostanziale cambio di modello che punti, facendo perno su una vera meritocrazia del personale tutto, sui bisogni della cittadinanza”.
A sostenerlo è Annamaria Celesti, Vicepresidente della Commissione Sanità, ed il Presidente del Gruppo Regionale di Forza Italia, Maurizio Dinelli.
“La vicenda degli organi trapiantati da una donna sieropositiva all’Hiv, solo l’ultima e più clamorosa di una lunga serie, obbliga a un definitivo ‘redde rationem’. Non sarà certo sufficiente curare la febbre con i classici pannicelli caldi, sacrificando qualche operatore o qualche collaboratore nel tentativo di attenuare la portata di una caduta che ha del clamoroso. Già perché sotto accusa non ci sono solo alcuni operatori che si sono trovati coinvolti in questa vicenda, quanto il sistema delle procedure, delle verifiche e dei controlli, peraltro aggiornato da appena pochi giorni, che sovrintende e guida ogni singola operazione legata ai trapianti: la parcellizzazione delle operazioni, i rimandi, le responsabilità, i tempi lunghi.
E se tutto questo non giustifica l’operato della parte cosiddetta tecnica, di certo invece condanna senza remissione l’organizzazione e la responsabilità politica del settore. Sentiremo mercoledì in consiglio – concludono Annamaria Celesti e Maurizio Dinelli – le spiegazioni e le decisioni del Presidente Martini, che è il primo responsabile dell’operato della Regione in tutti i settori. In ogni caso questa ennesima dimostrazione di colpevole inefficienza mette a nudo la necessità e l’urgenza di ribaltare i criteri ispiratori dell’attuale modello sanitario, un’operazione alla quale noi di Forza Italia saremmo disponibili nell’interesse della cittadinanza e in presenza di una conclamata volontà di rivedere il sistema fin dalle sue fondamenta”.