In anteprima nazionale all’Istituto Stensen di Firenze, dopo il passaggio al Festival Cinemambiente di Torino, verrà proiettato ‘We feed the World’ (venerdì 23 febbraio e domenica 25 febbraio alle 21), il documentario sulla produzione globalizzata del nostro cibo. Il documentario svela i segreti che regolano la schizofrenia del mercato globale del cibo: si chiede perchè un pomodoro non ha il sapore di pomodoro e perché deve fare 3mila chilometri per arrivare nelle nostre case; penetra nel Mato Grosso brasiliano dove la foresta ha fatto spazio ad infinite coltivazioni di soia che diventerà mangime per gli allevamenti intensivi europei; con occhio indagatore, entra in un allevamento con 35mila polli e, infine, riesce ad intervistare l’amministratore delegato di Nestlè per sentirsi dire che l’acqua è una tipologia di cibo con un proprio valore di mercato.
‘We feed the world’ è un documentario sulle risorse negate a molti e sull’abbondanza destinata a pochi.
E’ destinato ai consumatori che acquistano e mangiano questo cibo globalizzato per diventare consapevoli che possono cambiare qualcosa, che è urgente cambiare tipo di vita, tipo di cibo, tipo di spesa.
Venerdì 23 febbraio verrà contemporaneamente presentato il libro 'La leggenda del buon cibo italiano' (Fazi editore), scritto dal giornalista Paolo C. Conti (presente in sala) che - dopo due anni di lavoro, centinaia di interviste e indagini in Italia e all'estero - ha scoperto che il cibo che finisce nei nostri piatti non sempre è ciò che dovrebbe essere.
Il libro riflette sull’odierna industria alimentare che modifica, scompone, ricostruisce e inscatola gli alimenti con tecniche sempre più sofisticate che danno parvenze di naturalità ma che puntano solo al profitto economico. Allo stesso tempo analizza il mercato del cibo, diventato troppo vasto e complicato, troppo economicamente interconnesso e geograficamente polverizzato perchè lo stato possa controllarlo in modo efficace. Mentre i contadini devono far fronte a leggi di mercato inflessibili e spietate, a contratti siglati con la grande distribuzione che impone loro di produrre grandi quantità di prodotti ogni anno, indipendentemente dalle condizioni atmosferiche o dalla produttività della loro terra.
Nell’ambito delle due serate sarà presente uno spazio libri dedicato alla globalizzazione alimentare, alla fame nel mondo e alla produzione transgenica.