Firenze - Son raggiunti, anzi superati gli obiettivi prospettati per quest'anno nel Piano strategico di Firenze Fiera SpA. Secondo il preconsuntivo 2006 infatti, il reddito di esercizio ante-imposte della società si presenta negativo per 1 milione 763 mila euro, dato migliore rispetto alle previsioni (-1 milione 966 mila euro) e decisamente migliore rispetto al bilancio 2005 (-6 milioni 278 mila euro). Il valore della produzione, pari a 15 milioni 613 mila euro, prefigura un incremento del 6% sul budget previsto, anche se è inferiore rispetto al dato del 2005 (16 milioni 715 mila euro).
Cresce del 5% anche il margine operativo lordo. Il budget 2007 conferma dati incoraggianti, con un aumento di circa 1 milione del valore della produzione e un sostenuto recupero di volumi di vendita, in particolare, nel settore congressuale (6 milioni 546 mila euro contro i 4 milioni 817 mila del preconsuntivo 2006), grazie anche all'acquisizione di nuovi appuntamenti come la Conferenza nazionale sulla famiglia, il Congresso nazionale dell'Associazione italiana bibliotecari, la Convention nazionale di Alleanza Assicurazioni e il Congresso nazionale "Temi idrici".
Sono gli ultimi numeri forniti al Consiglio regionale dall'assessore al commercio e turismo, Anna Rita Bramerini, con una comunicazione che ha riguardato anche le prospettive su una serie di questioni aperte, come la localizzazione del nuovo Palacongressi, la situazione degli immobili della Fortezza da Basso, le alleanze e le sinergie da attivare. "Assume ruolo primario, nelle strategie di azione della società - ha detto l'assessore - la costituzione di un "Gruppo Toscano Fiere e Congressi", con la missione di promuovere l'insieme delle strutture dell'intera regione, creando le condizioni perché il sistema-Toscana possa attrarre sempre di più".
Per il nuovo Palazzo dei Congressi, l'ipotesi sulla quale si sta lavorando - ha detto l'assessore - prevede la costruzione di una struttura da oltre 3.000 posti nell'area adiacente ad immobili attualmente di proprietà delle Ferrovie, a Porta al Prato, a Firenze. Rimane l'interesse sull'area ex Banci di Prato, per la quale un'apposita commissione sta lavorando per verificare le possibili sinergie. Ma è l'acquisizione della Fortezza da Basso a costituire "una delle questioni veramente strategiche": "Dopo i recenti incontri con il ministero e l'Agenzia del Demanio - ha aggiunto l'assessore - è stato attivato un tavolo per arrivare ad una stima economica della Fortezza, in modo da individuare i possibili beni di proprietà dei soci da dare in permuta allo Stato".
Sul fronte delle alleanze, l'obiettivo è arrivare in tempi brevi alla separazione fra attività immobiliare e gestione degli eventi, individuando in Pitti Immagine il soggetto di riferimento per una possibile partnership. "E' impossibile impostare una strategia seria per il futuro se non si passa da qualche considerazione critica e autocritica sul passato, sugli errori e forse su qualche "orrore" che è stato fatto": questo il primo commento di Alberto Magnolfi (FI), che presiede la commissione speciale d'inchiesta su Firenze Fiera.
"Lo sforzo degli attuali amministratori per riprendere in mano la situazione va riconosciuto - ha detto - ma quello che manca è l'azione della Regione, socio di riferimento. Quelli che ci vengono presentati oggi non sono che buoni propositi scritti sull'acqua, e basta leggere la comunicaizone dell'assessore in controluce per rendersene conto: non si sa se sarà possibile acquisire la Fortezza; non si sa se e come sarà possibile regolarizzare gli edifici all'interno; non si sa se e dove verrà realizzato il nuovo Auditorium; non è chiara la strategia per affidare la gestione degli eventi ad un partner serio e credibile; è ambiguo il ruolo dell'area ex Banci di Prato".
Per Magnolfi, di fronte a questa situazione occorrerebbe invece un vero salto di qualità nella capacità di gestione politica della vicenda: "La politica, quindi in primo luogo la Regione, deve sapersi porre all'altezza delle questioni - ha detto - E soprattutto, chiamati a raccolta tutti i soggetti coinvolti, deve saper prendere delle decisioni e marciare su quelle decisioni. Da troppo tempo invece - ha concluso - ascoltiamo solo elenchi di propositi, scritti, appunto sull'acqua".
"La maggior parte dei verbi utilizzati nella comunicazione dell'assessore sono al condizionale.
Il ché la dice lunga su una situazione ancora troppo evanescente e contraddittoria". Questa l'opinione di Marco Carraresi (Udc), secondo il quale "siamo ancora di fronte all'assenza di una concreta e reale strategia politica". "Ci si può consolare perché la perdita di esercizio è un po' più piccola del previsto - ha detto - Ma è troppo poco, le prospettive non sono affatto rosee, e la Regione sarà nuovamente chiamata ad appianare i buchi di bilancio". Sulle questioni importanti, come i problemi alla Fortezza e la costruzione del nuovo Auditorium, per Carraresi "siamo sempre allo studio delle problematiche, quando si tratta di questioni note ormai da anni, che richiedono risposte: com'è possibile per una società seria parlare di investimenti, quando pedine così importanti sono ancora in movimento?".
"Siamo al paradosso - ha concluso Carraresi - una realtà che dovrebbe portare ricchezza al territorio, porta l'esatto opposto". Per Aldo Manetti (Rifondazione comunista), "quanto è avvenuto in passato crea certamente perplessità, ma deve servire in primo luogo per capire quali sono stati i problemi ed evitare che si ripetano", perché "è chiara a tutti l'importanza e l'indispensabilità di Firenze Fiera". La possibilità di attrarre congressi, per Manetti, dipende da più fattori: dall'adeguatezza delle strutture, ma anche dall'"interesse-Paese", che in Toscana non manca, e dalle capacità di chi lavora dentro al settore, che vanno migliorate e valorizzate.
"Tenuto conto di queste valutazioni e mettendo in piedi un sistema di monitoraggio costante sulle attività che vengono svolte - ha concluso Manetti - è possibile procedere su questa strada, correggendo il tiro rispetto al passato". "C'è stata una situazione grave, è vero e nessuno lo nasconde - ha detto Vittorio Bugli (Ds, presidente della commissione Attività produttive) - Ma il quadro che abbiamo di fronte oggi è ben diverso e contiene strategie precise, risultati, prospettive reali". Per Bugli, è sbagliato dipingere la situazione a tinte fosche, perché anzi "per la prima volta gli obiettivi sono delineati in modo chiaro e in riferimento a due direzioni: da un lato il sistema-Paese, rispetto al quale Firenze Fiera ha un posizionamento preciso e guarda alle possibili alleanze, dall'altro il sistema-Toscana, in cui il legame con gli altri poli fieristici e congressuali si delinea come indirizzo strategico".
Il miglioramento della situazione economica e l'allargamento del mercato, poi, per Bugli sono "fatti evidenti e non semplici discorsi", così come le trattative in corso col Governo per l'acquisizione della Fortezza. Allo stesso tempo, però, per il consigliere rimangono fondamentali l'attenzione, la cautela e il monitoraggio costante su quanto viene fatto. Secondo Pieraldo Ciucchi (Sdi), sul rilancio del polo fieristico fiorentino si sono susseguiti negli anni dibattiti, scelte e impostazioni diverse, non sempre condivisibili.
"Su molte cose non abbiamo mai sottaciuto le nostre perplessità - ha affermato - Oggi però dobbiamo riconoscere con soddisfazione che ci sono elementi di novità e di svolta. Il piano presentato da questo Consiglio di Amministrazione merita attenzione e sostegno, e la comunicazione di oggi da parte dell'assessore inquadra il problema nella giusta prospettiva". "Se continueremo su questa strada con senso di responsabilità, affidandoci alle competenze anziché agli apprendisti stregoni - ha detto - riusciremo a finalizzare politiche di indubbio interesse per l'intera regione.
Sta anche a noi, alla Giunta regionale e al Consiglio regionale, vigilare sulla situazione e continuare ad agire con questo spirito".
“Noto che per quanto riguarda progetti e programmi oggi c’è sostanzialmente il vostro consenso, rispetto a quando il centrodestra chiese la liquidazione della società Firenze Fiera”. Lo ha dichiarato Paolo Cocchi, capogruppo dei Ds in Consiglio regionale, riferendosi ai banchi di Forza Italia, nel suo intervento al dibattito su Firenze Fiera. Cocchi, chiarendo che comunque “le scelte devono essere frutto della capacità del sistema fiorentino in tutte le sue articolazioni di trovare la progettualità capace di utilizzare le potenzialità nel sistema fieristico”, ha ribadito “difficoltà e fallimento” che hanno caratterizzato i decenni passati.
Il capogruppo ha espresso il suo apprezzamento “nel merito” dei risultati dell’attuale gestione, che ha “messo in fila le priorità per il verso giusto: vedo una gestione che si è rimessa in carreggiata, che si è ricominciato a vendere meglio ciò di cui si dispone. Sarebbe un danno perdere il filo della buona amministrazione riconquistata”. Riguardo all’integrazione del polo fieristico con Prato, Cocchi ha precisato che essa “non è scontata” e ha invitato la Regione ad avviare un confronto fra le città, Firenze e Prato, rinviando il tema delle future alleanze e rimarcando la “vera funzione della politica” e quindi del Consiglio regionale: “monitoraggio, controllo ed indirizzo”.
Marco Cellai (An) ha aperto il suo intervento confutando l’affermazione di Cocchi, secondo la quale i rilievi dai banchi del centrodestra si riferivano ai fallimenti del passato più che entrare nel merito delle proposte attuali.
Cellai ha richiamato sia “l’immagine turistica forte rispetto a quella congressuale debole“ tipica dell’Italia e “calzante per Firenze”, sia le difficoltà di “raggiungibilità della destinazione” rispetto alla Fortezza o alla Leopolda, dentro il tessuto urbano fiorentino. Quindi, il consigliere si è chiesto “come si possa far finta di nulla” ripetto ai passaggi che vanno dall’avvio delle procedure per la conferenza dei servizi da parte della Regione, “solo ad aprile 2006”; all’avvio della richiesta per il rilascio dell’autorizzazione provvisoria della Fortezza, da parte dell’amministrazione fiorentina lo scorso 16 gennaio.
Una sequenza alla quale il consigliere di An ha legato le “temporaneità abusive di cui nessuno ha mai voluto rendere conto e rispetto alle quali, per fortuna, in questi anni non è accaduto nulla”. Paolo Marcheschi (FI) ha ribadito che “la posizione di Forza Italia rispetto a qualche mese fa non è mutata: la maggioranza che gestisce la società, continua a scegliere strade che non condividiamo”. Il consigliere ha rimarcato la contrarietà all’aumento di portafoglio da parte della Regione, definendo “Firenze Fiera un fallimento della politica”.
Marcheschi ha sottolineato la differenza rispetto alla gestione delle società di servizi in altre realtà, come ad esempio Roma, “dove si confrontano pubblico e privato”. Nel caso di Firenze Fiera “la maggioranza degli azionisti è in mano al pubblico”; i manager che si sono misurati con la gestione della società “hanno agito in un contesto politico che ha impedito loro di fare scelte coraggiose”. Il consigliere ha parlato di “navigazione a vista “ rispetto alle scelte della società, affermando che “neanche oggi si vede uno slancio e un cambio di marcia”.
Nella sua replica Anna Rita Bramerini ha definito “stimolanti” gli interventi che si sono succeduti, sottolineando “la cura con la quale il cda di Firenze Fiera ha lavorato”. Per l’Assessore “il Piano non si nasconde, dice le cose come stanno: purtroppo – ha aggiunto – l’impostazione del futuro subisce le questioni del passato”. L’Assessore Bramerini ha ribadito la scelta fatta, e cioè quella di “affrontare le questioni una per una” rispetto a “portare i libri in tribunale”.
“Il rischio di rimanere invischiati in discussioni politiche c’è – ha detto Bremerini – ma proprio per questo è importante, una volta risolta la questione dei costi fissi e dei costi variabili, potersi rivolgere al privato”. L’Assessore ha in particolare sottolineato l’importanza del lavoro collegiale avviato tra le Istituzioni: “l’uscita di questa società dalle secche dipende dalla politica”.
Collegata alla comunicazione della Giunta regionale sul piano industriale di Firenze Fiera Spa, è stata approvata dall’Aula consiliare una risoluzione con i voti della maggioranza di centrosinistra.
Contrarie Fi e An, astenuto il Prc. La risoluzione invita la Giunta regionale a garantire un costante monitoraggio “economico-finanziario” “nel complesso processo di recupero di una gestione in attività”, e a sostenere il processo di separazione della società “in due soggetti distinti”: uno finalizzato alla gestione del patrimonio immobiliare, l’altro alla gestione del business fieristico-congressuale. Alla Giunta anche l’indirizzo di “perseguire concretamente la costruzione del Gruppo Toscano Fiere e Congressi, incentrato principalmente sui tre poli fieristici riconosciuti di rilievo regionale (Firenze, Carrara, Arezzo)”.
Nel documento votato e presentato, come primo firmatario, da Paolo Cocchi (Ds), si invita quindi l’esecutivo a sostenere la realizzazione del nuovo Palacongressi secondo modalità “che garantiscano l’ottimizzazione dei servizi e delle funzioni logistiche per la stessa cittadella fiorentina”. In quest’ottica, recita la risoluzione, “anche il progetto di integrazione con l’ex area Banci di Prato deve offrire garanzie certe in termini di interrelazione dei servizi e agevolazione dei collegamenti logistici”.
Il testo approvato chiede quindi di promuovere una conduzione societaria che “garantisca la condivisione delle strategie da parte dei soci di Firenze Fiera e l’assunzione diffusa degli impegni” necessari alla realizzazione del progetto insito nel piano industriale così come emerge dalla comunicazione dell’Assessore Bramerini.