Clima e stato delle colture: il quadro meteo mette in pericolo le colture

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
15 gennaio 2007 17:19
Clima e stato delle colture: il quadro meteo mette in pericolo le colture

Firenze, 15 gennaio 2007- Temperature superiori alla media del periodo, con scarti rilevanti specialmente nell’area settentrionale, piogge abbastanza contenute e in genere inferiori alla media, sono le principali caratteristiche meteorologiche di questi mesi di autunno/inizio inverno.
In particolare, si sono registrate temperature superiori alla media nelle province di Massa Carrara, Lucca, Pistoia, Prato, Firenze e, in parte, Siena, Arezzo, Grosseto. In queste ultime province, a parte l’area del Monte Amiata e della Val d’Orcia, gli scarti rispetto alla media sono molto contenuti e quindi l’andamento è stato più vicino a quello previsto in questa stagione.
Tra settembre e fine ottobre, in tutta la Toscana si sono avute temperature appena superiori alla media, a cui è seguito un breve intervallo più fresco di dieci giorni; a partire dalla seconda decade di novembre a oggi (a parte i primi giorni di dicembre) si è instaurato un andamento termico decisamente superiore a quello normale del periodo.

I giorni più caldi si sono registrati tra la terza decade di novembre e la prima di dicembre, con scarti rispetto alle medie degli ultimi dieci anni che hanno superato 3,5°C al nord della Toscana, 2,5°C al centro e 1,5/2,5°C al sud.
Le piogge autunnali, molto contenute in tutta la regione, sono state decisamente più basse del 2005 e, in genere, inferiori rispetto agli ultimi 10 anni.
Nel settore centro meridionale della regione nel mese di novembre, che è da considerare il mese più piovoso dell’anno, sono caduti pochi millimetri di pioggia.
Per i prossimi quindici giorni non si prevedono bruschi abbassamenti della temperatura in grado di determinare gelate estese sulla regione, e i valori termici si manterranno generalmente al di sopra della media del periodo.
Per quanto riguarda le precipitazioni non si prevedono nel breve periodo fenomeni di particolare intensità, almeno fino all’inizio della prossima settimana (lunedì 22 gennaio), quando invece la quantità di pioggia nell’arco della settimana potrebbe assumere una certa rilevanza per i fabbisogni idrici del territorio regionale.
Riflesso dell’andamento climatico sullo stato colturale e sanitario dei cereali autunno-vernini e delle colture arboree.

In tutte le aree interessate dal frumento lo sviluppo osservato è in anticipo rispetto alla media degli ultimi anni, con una fase che va da tre foglie ad inizio accestimento, con variazioni che dipendono dall’area e dal periodo di semina: sono più avanti i frumenti delle aree cerealicole interne dove le semine sono iniziate alla fine di ottobre, mentre sono più indietro i frumenti delle aree di costa seminati in dicembre.
Le condizioni meteorologiche dell’autunno ed inizio inverno, caratterizzate da temperature superiori a quelle attese in base alla climatologia documentata, e da modeste precipitazioni hanno avuto una certa influenza sull’accrescimento del frumento.

La parte aerea si è sviluppata di più rispetto alla parte radicale, fenomeno che, in seguito, potrebbe favorire malattie fungine (mal del piede) che inoltre sono stimolate da temperature miti.
Le erbe infestanti sono al momento molto contenute o addirittura assenti, a causa delle limitate piogge, anche se al verificarsi dei primi eventi piovosi più consistenti ci si attende un loro pronto germogliamento. Lo stato sanitario si presenta al momento nella norma.
Il prolungarsi di queste condizioni meteorologiche in fase di accestimento causerebbe una ridotta formazione di culmi e radici secondarie con conseguenze negative sulla produzione da un punto di vista quantitativo (meno spighe), e sull’assorbimento di acqua e sostanze nutritive.
Per quanto riguarda le colture arboree da frutto si segnala che in aree costiere si sono anticipate le fioriture e nelle aree interne si registra un ingrossamento delle gemme che segnala un anticipo vegetativo fuori dalla norma.

Tale fenomeno è da tenere sotto controllo in quanto in caso di gelate si possono manifestare danni rilevanti alla produzione.

Situazione nel bosco
In anticipo anche lo sviluppo della processionaria del pino. Il settore forestale è quello più esposto a questa situazione climatica: l’autunno 2006, più caldo della media degli ultimi anni, sta infatti modificando profondamente i cicli di sviluppo di molti insetti fitofagi.
La “processionaria del pino”, temuto ospite di conifere anche nella nostra regione, è una farfalla che allo stadio di bruco si nutre degli aghi dei pini e dei cedri, costruendo sulla chioma delle piante grossi e vistosi nidi biancastri; questi bruchi, tra la fine di febbraio e aprile, lasciano i nidi scendendo dalle piante lungo i tronchi in lunghe processioni per interrarsi ad alcuni centimetri di profondità, in attesa di trasformarsi in estate in farfalle.
Al riguardo si segnala che mentre a fine dicembre-gennaio degli anni passati all’interno dei nidi di processionaria del pino si rinvenivano solo colonie di larve giovani, i controlli condotti a fine anno nell’ambito del monitoraggio delle foreste della Toscana condotto dall’ARSIA (Progetto META), hanno evidenziato in molti ambienti della regione colonie già quasi mature e in talune pinete sono state osservate le prime processioni di bruchi che avevano precocemente completato lo sviluppo.

In considerazione della diffusa presenza di focolai d’infestazione di questo insetto in Toscana, evidenziata dalla presenza di nidi in 47 stazioni su 100 controllate nell’inverno 2006 nell’ambito del META (10 stazioni/Provincia) e dal rischio di contatti accidentali con le larve mature in processione, si raccomanda già dai prossimi giorni la massima attenzione per evitare di avvicinarsi alle processioni di bruchi.

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