Il sesso per i giovani non è più un tabù, ma qualcosa di assolutamente “normale”. Ne parlano con naturalezza, lo praticano con maggiore libertà. Si fa l’amore in cerca di soddisfazione e tanto basta, senza altre implicazioni.
La percezione di questo evolversi dei costumi è avvalorata dai risultati – alcuni dei quali sorprendenti - emersi da un’indagine condotta dalla redazione di Fsp Master, il mensile del Master universitario toscano in Giornalismo, sulle abitudini sessuali di studenti tra i 19 e i 25 anni.
Un questionario anonimo è stato diffuso nelle aule del Polo delle scienze sociali di Novoli, a Firenze, e sottoposto così a una vasta platea.
Hanno risposto in 570 (333 femmine e 201 maschi), su un totale di oltre 15mila studenti che ogni giorno frequentano le facoltà di Scienze politiche, Giurisprudenza ed Economia. I risultati emersi dall’indagine, se non pretendono di fotografare esattamente la realtà (il campione corrisponde a circa il 4% del totale), hanno quantomeno il merito di illuminare il modo in cui i giovani descrivono se stessi e il proprio rapporto con il sesso. E se di auto-descrizione si tratta, questa è emersa con la massima spontaneità.
Ciò che ha stupito durante le rilevazioni, è stata infatti l’inattesa partecipazione e la sincera voglia di parlare da parte degli intervistati. Solo 36 schede sono state dichiarate nulle per evidenti contraddizioni nelle risposte. Insomma, nonostante molte domande potessero sembrare imbarazzanti, gli studenti di Novoli hanno dimostrato che di imbarazzante c’è solo il silenzio.
I RISULTATI
La prima volta avviene intorno ai 17 anni. In un campione che in media ne ha 21, solo il 4,7% è ancora vergine.
Se complessivamente il 46% degli intervistati dichiara di aver avuto da due a cinque partner, ne ricordano più di dieci il 9,9% delle ragazze e il 20,9% dei ragazzi. Oltre la metà degli studenti fa sesso più di cinque volte al mese. Il risultato è che tre su quattro si dichiarano soddisfatti della propria vita sessuale.
La fedeltà è roba d’altri tempi: oltre la metà (il 54%) ha una relazione fissa ma il 41% ammette di aver tradito almeno una volta il proprio partner.
Maggiore libertà, ma non accompagnata da una crescente consapevolezza sui rischi: il 25% infatti ha avuto rapporti occasionali non protetti; quasi il 70% non ha mai fatto il test dell’Hiv; solo il 56% usa il preservativo.
Per quanto riguarda gli altri metodi anticoncezionali, il 27,7% ricorre alla pillola, il 12,1 al coito interrotto, il 7,7 non usa nulla. Solo una persona ha dichiarato di adoperare ancora la spirale.
Il ricorso ai contraccettivi avviene più per paura di una gravidanza inattesa che per prevenire malattie. Alla domanda “Se usi il preservativo lo fai per paura dell’Hiv?” il campione si divide a metà: al di là di qualcuno che non si pronuncia, il 43% delle risposte è affermativo e il 41% è “no”.
La motivazione principale, invece, sembra essere la paura di una gravidanza inaspettata. A conferma di questa ipotesi, basta leggere altri risultati: il 37,2% delle ragazze dichiara di aver fatto il test di gravidanza e il 33,3% di aver preso la pillola del giorno dopo.
Le esperienze omosex accomunano il 7% degli intervistati, ma l’immaginazione va più lontano: alla domanda “Hai mai avuto fantasie nei confronti di persone del tuo stesso sesso?” rispondono di sì il 10% dei maschi e il 21% delle femmine.
Il 9,3% del campione ha avuto rapporti sessuali con più persone contemporaneamente.
Il 30% assume droghe prima di fare sesso, 25 individui lo hanno fatto almeno una volta a pagamento e solo 5 maschi dichiarano di usare farmaci stimolanti, come il Viagra.
Vanno forte i sexy shop. Vi hanno fatto acquisti almeno una volta il 23,3% degli studenti (il 22,5% delle femmine e il 28,9% dei maschi). Il 15,8% dichiara anche di aver fotografato o filmato i propri rapporti. Sarà pure per questo se sul Web il materiale hard non manca, e sono in molti a scaricarlo: il 21,4% va a caccia di contenuti pornografici su Internet (il 50,7% maschi e il 6% femmine).
Sulla rete si cercano anche i partner: il 14,4% dei maschi e il 6% delle femmine dichiara di frequentare le community per incontrare l’anima gemella.
Se è facile parlare di sesso nascosti dietro a un nickname, continua a essere un problema affrontare l’argomento con i genitori: il 48% afferma di non riuscire a farlo, a dimostrazione di come le mura domestiche e la famiglia d’origine siano l’ultimo presidio del tabù.
I risultati sono stati commentati dal sociologo Marco Bontempi e dalla sessuologa Roberta Giommi.