Firenze, 4 Dicembre 2006- Un dibattito interessante e articolato è scaturito dalla tavola rotonda “Legge regionale dei servizi pubblici locali: concorrenza, liberalizzazioni e privatizzazioni” organizzata dal gruppo regionale di Forza Italia e moderata dal giornalista Andrea Bonini. Fra i relatori, il capogruppo di Forza Italia in Consiglio regionale, Maurizio Dinelli, il portavoce dell’opposizione, Alessandro Antichi, l’assessore regionale Agostino Fragai, il presidente dell’ANCI, Paolo Fontanelli, il presidente della Cispel, Alfredo De Girolamo e il direttore di Confindustria Toscana Sandro Bonaceto.
“La Toscana sconta a livello normativo un grave ritardo per la riorganizzazione dei servizi pubblici locali – ha dichiarato il capogruppo Dinelli, primo firmatario di una pdl di Forza Italia in materia di servizi pubblici locali presentata tre anni fa – Lo scopo di questa iniziativa è promuovere un confronto sul tema per arrivare prima possibile alla definizione di una legge regionale aprendo anche in Toscana la strada alla liberalizzazione nel settore dei servizi. Un processo ormai innescato sia in Europa che in Italia, con la legge delega del Ministro Lanzillotta.
Ma non c’è vera liberalizzazione senza privatizzazione”. E’ questo il messaggio del capogruppo Dinelli all’assessore Fragai che, pur sostenendo la necessità della liberalizzazione dei servizi e la volontà di porre fine ad un sistema che ha visto i Comuni come soggetto gestore, proprietario e programmatore, non si è sbilanciato sul favorire una gestione privata dei servizi.
“Bisogna incentrare tutta la normativa sulla garanzia dei diritti del consumatore – ha esordito Antichi – La priorità deve essere la tutela dell’utente e non quella delle aziende.
E’ importante nello stesso tempo rafforzare le funzioni di governo del pubblico in particolare il potere di regolazione e controllo sui servizi.
Forza Italia inoltre ha molte perplessità sulla holding dei servizi pubblici costituita a novembre da alcuni comuni della Toscana. Sembra uno strumento preventivo contro la riforma Lanzillotta (che obbliga i Comuni ad affidare il servizio pubblico tramite gara) nel tentativo di rilanciare un modello neomunicipale a scapito dell’imprenditoria privata”.
“Raccomando alla Regione – conclude l’azzurro Dinelli – di non ripercorrere gli errori del passato.
La pressione politica sulle aziende, il sistema distorto che ha allontanato sempre più il cittadino consumatore dal soggetto gestore del servizio, l’esautoramento dei consigli comunali, i mancati controlli sull’efficienza e l’efficacia dei servizi, devono finire per aprire una nuova fase in cui si affermi la netta divisione tra la funzione di programmazione e controllo degli enti locali e la erogazione del servizio affidato ad aziende per mezzo di gare pubbliche”.