Troppo piccoli per sopravvivere. E’ questa la sentenza emessa da Poste spa che, nell’ambito del processo di rimodulazione dei servizi, ha deciso di chiudere gli uffici postali dei piccoli comuni, perchè sono improduttivi.
E’ un atto che anticipa le ulteriori mosse che saranno fatte per arrivare al 2009 in condizioni di affrontare la liberalizzazione totale del servizio postale prevista dall’Unione europea. La decisione sui tagli è stata annunciata da Massimo Sarmi, amministratore delegato di Poste spa.
Secondo Sarmi si tratterebbe soltanto di una settantina di uffici, mentre alcune migliaia dovrebbero essere ridimensionati per quanto concerne giorni ed orari di apertura.
“Non si capisce - protesta Oreste Giurlani , presidnete di Uncem Toscana, che raccoglie ben 165 comuni montani quasi tutti piccoli - perchè si debbano chiudere quegli uccifianche se improduttivi, visto che si tratta di una parte molto limitata rispetto ai 13-881 sportelli aperti in Italia”. Ma Poste spa non vuole sentire ragioni.
Sarmi è stato perentorio: “per non chiudere occorre modificare profondamente l’attività degli uffici postali, delegando loro anche servizi di pubblica utilità, così da ripartire le spese con i Comuni”.
Ma è possibile tutto questo? “I Comuni non possono partecipare a tale spesa - dice Giurlani - per un motivo semplicissimo: non hanno risorse finanziarie da destinare agli uffici postali. Nei piccoli comuni c’è poca ricchezza e quindi è impossibile pensare di aumentare le tasse ai cittadini.
Appare del tutto evidente che un piccolo comune non può essere chiamato a partecipare finanziariamente alla vita dello sportello postale. D’altra parte -aggiunge Giurlani - al di là della privatizzazione resta il fatto che lo sportello postale rappresenta il mezzo per consentire ai cittadini di utilizzare un servizio sociale. Basti pensare agli anziani che riscuotono la pensione, alle persone disabili, ai poveri, a tutti coloro, insomma, che non sono in grado di andare in un comune vicino per effettuare pagamenti o riscuotere”.
Cosa fare allora? Per Giurlani la strada della concertazione richiesta da Poste spa deve vedere impegnati finanziariamente le stesse Poste insieme a Stato e Regioni.
Gli enti locali possono collaborare ma sneza esborso di danaro, che .. non hanno. Una linea questa condivisa anche dalla Cisl nazionale, il cui segretario di settore Mario Petitti, ha illustrato allo stesso Sarmi.