Firenze, 3 novembre 2006- «E’ un provvedimento necessario per la qualità dei grandi vini italiani; avevamo lottato fin dal giugno scorso in sede europea. Oggi possiamo dire che la guerra ai trucioli è in parte vinta e quindi salva la tradizione delle nostre produzioni; dobbiamo ora ottenere maggiore trasparenza per le etichette dei vini da tavola». E’ quanto sostiene la Cia Toscana all’indomani dalla firma del decreto legge che vieta in Italia l’uso dei trucioli di legno nei vini Docg e Doc.
«Siamo soddisfatti per la salvaguardia dei vini di qualità – sostiene il Presidente della Cia Toscana, Giordano Pascucci – perché in una regione come la nostra, famosa in tutto il mondo per dei grandi vini, vuol dire continuare a produrre nel rispetto delle tradizioni e de territorio stesso.
Ai vini toscani i trucioli non servono, perché la stragrande maggioranza dei viticoltori locali vuole continuare a contraddistinguersi nel mercato per produzioni tipiche, affermando e valorizzando i vitigni autoctoni e la biodiversità, rafforzando il legame del vino con il territorio di origine».
Se da un lato il decreto legge firmato da De Castro viene appoggiato in pieno dalla Confederazione, dall’altro la Cia Toscana ribadisce che sarà necessario continuare a battersi come “sistema Italia” affinché sia previsto a livello europeo l’obbligo di indicare nelle etichette l’eventuale uso dei trucioli nella produzione dei vini da tavola.
«Dobbiamo pensare che la tracciabilità del prodotto è alla base della fiducia del consumatore – sostiene Pascucci – su questa base dunque sarà necessario indicare in etichetta l’aggiunta di tecniche di invecchiamento con i trucioli laddove ne venga fatto uso».
Il vino toscano, secondo i dati dell’Irpet riferiti al 2005, non godrebbe di ottima salute. Nel 2005 la produzione è crollata a 2,8 milioni di ettolitri, con una contrazione del 12% rispetto al 2004. Colpa della stagione climatica sfavorevole, ma anche di una precisa volontà dei produttori di privilegiare proprio la qualità rispetto alla quantità.
Il netto segnale di un abbassamento del prezzo delle etichette viene però dai dati dell´export che nel 2005 ha fruttato alla Toscana 488 milioni di euro (+1,6%, sotto la media nazionale del 3,6% e largamente meno del Piemonte, +16). La Toscana del rosso ha clamorosamente sfondato in Canada con un aumento sia del valore (+39,58%) che delle quantità esportate (+45,1%), mentre significative sono, per quanto riguarda i valori quantitativi, le crescite in Giappone (+24,8%), in Germania (+7%), in Francia (+5,2%) e il solo crollo in Svizzera (-11,7%).
E´ il segnale più evidente che, se si abbassano i prezzi, il vino toscano si vende bene in tutto il mondo.
«Un decreto legge che ha saputo guardare alla tradizione e al rispetto per la produzione di uno dei prodotti bandiera del nostro Paese. A Montepulciano accogliamo con parere favorevole la firma del decreto De Castro che andrà a rafforzare sicuramente il rispetto della qualità dei nostri prodotti, forti anche dell’Erga Omnes appena entrato in vigore».
E’ questo il parere del Presidente del Consorzio del Vino Nobile di Montepulciano, Massimo Romeo, all’indomani della firma del Decreto Legge che vieta in Italia l’utilizzo delle nuove pratiche enologiche, e quindi dei trucioli di legno per l’invecchiamento, per i vini a marchio Docg e Doc e quindi sul Nobile e Rosso di Montepulciano.
«Le nuove tendenze dell’UE in enologia – continua Romeo - da sempre fanno parlare e a volte dividono il mondo dei produttori.
La cosa importante è che, come in questo caso, il buon senso prevalga e che si tutelino sempre le nostre tradizioni che sono, a nostro parere, oggi più che mai, la carta vincente per il futuro dei nostri vini».
La notizia del Decreto arriva in seguito al passaggio da fase sperimentale a decreto legge dell’Erga Omnes che dal 1 gennaio 2007 vedrà il Consorzio del Vino Nobile di Montepulciano organo preposto al controllo della denominazione. Tra le novità del decreto anche l’introduzione delle fascette con il numero di serie anche per le Doc.
Pertanto anche il Rosso di Montepulciano, cavallo di battaglia della produzione locale, avrà un numero di riconoscimento.
«La fascetta con il numero di serie – precisa Romeo – rappresenta un altro importante punto d’arrivo e di partenza al contempo visto che anche per il Rosso Doc da ora in poi sarà possibile improntare il discorso di tracciabilità che fino ad oggi era stato possibile solo in maniera parziale e in riferimento all’annata».
E proprio per una qualità sempre più tracciabile, il Consorzio del Vino Nobile di Montepulciano annuncia un ambizioso progetto che verrà presentato a novembre a Firenze.
Si tratta nello specifico di mettere on line, sul sito del Consorzio, una sorta di data base all’interno del quale verranno catalogate, per numero di serie, tutte le bottiglie di Vino Nobile e Rosso di Montepulciano dando la possibilità a tutti di poter controllare la provenienza effettiva di una data bottiglia digitando in uno spazio il numero di serie. «La trasparenza della tracciabilità – sottolinea il Presidente del Consorzio – à alla base anche del rapporto di fiducia che intercorre tra chi consuma il nostro vino e i nostri produttori».