Firenze, 17 ottobre 2006- “C’è una grande soddisfazione, perché nei primi mesi di lavoro del Governo ci sono state numerose occasioni di confronto. L’elemento confortante è che c’è piena sintonia sulle priorità e c’è il riconoscimento della validità delle scelte fatti dai sistemi locali sulle localizzazioni e sui progetti. L’elemento problematico è relativo all’esatta definizione delle risorse. Le Regioni hanno chiesto di prestare attenzione non solo alla quantità, ma anche agli aspetti infrastrutturali, alle economie territoriali, alla ricerca ed alla conoscenza”.
Così il presidente della Regione Toscana, Claudio Martini, ha sintetizzato in Consiglio regionale i risultati dell’incontro avuto con il ministro Antonio Di Pietro, lo scorso 6 settembre, e con il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei ministri, Enrico Letta, dodici giorni dopo.
Martini ha ricordato che al ministro Di Pietro sono state indicate quattro priorità: Alta velocità e capacità ferroviaria; Due Mari; autostrada tirrenica e polo ferroviario all’Osmannoro.
L’Alta velocità è considerata “priorità assoluta” nel sistema nazionale, che non può tollerare una strozzatura nel nodo fiorentino, e c’è un impegno di spesa di circa 915 milioni da oggi al 2012, con una gara già svolta.
Non ci sono problemi di competenza, ma il Governo deve garantire la cassa. Nel 2007 ci sono in bilancio 30-40 milioni, nuovi stanziamenti sono previsti nei due anni successivi, al netto del nuovo accordo tra Governo e Rfi.
Per la Due Mari Intesa Generale Quadro del 2003 prevedeva un finanziamento di 596 milioni di euro per il tratto toscano, nell’ambito della programmazione Anas.Per il tratto Siena-Grosseto sono terminati i lavori dei lotti 1 e 11 e sono in corso i lavori dei lotti 2 e 10.
Sono in corso le procedure di appalto del lotto 3 e restano da approvare i lotti 4,5,6,7,8,9. Per il tratto Siena-Bettolle i lavori sono quasi completati, come per diversi lotti del tratto Arezzo – Le Ville di Monterchi.
Restano da progettare e appaltare quattro lotti e tra questi il lotto a confine con l’Umbria da definire insieme.
Per l’autostrada tirrenica il progetto comprende il lotto zero di Livorno ed il tratto Livorno – Porto di Piombino, per un importo complessivo di 3 miliardi di euro, da realizzare con il sistema delle concessioni, con il 20% a carico dello Stato e l’80% dei concessionari, circa 600 milioni di euro.
Se queste sono state le priorità indicate, Martini ha assicurato che non è stato trascurato il resto, come la variante di valico, il potenziamento dell’A11 tra Firenze e Pistoia con la realizzazione di una terza corsia, sul quale sarà attivato un tavolo tra Governo, Regione ed Autostrade.
Per la Pontremolese ed il collegamento fra Firenze, Pistoia e Lucca si sta invece valutando un’ipotesi di cofinanziamento. E’ stato, infine, definito, un quadro di riferimento per la piattaforma logistica costiera.
Il presidente della Regione Toscana ha infine illustrato i risultati dell’incontro con il sottosegretario Letta, con il quale sono stati concordati alcuni tavoli di lavoro intorno a temi specifici, come il demanio, l’energia e l’ambiente, l’industria, l’università e la formazione, oltre alle infrastrutture.
"Dalle parole del presidente Martini apprendiamo che tra Governo e Regione Toscana oggi c'è perfetta sintonia. Ma non si sa su cosa". Ha esordito così Andrea Agresti, consigliere di Alleanza nazionale, nell'intervento che ha dato il via al dibattito dopo l'informativa di Martini. "Non si sa su cosa - ha spiegato - perché la volontà di arrivare alla realizazione delle infrastrutture strategiche non trova nessun riscontro nei fatti: mancano le risorse, e mancano anche precise indicazioni nella finanziaria.
I problemi annosi rimangono tali". Per Agresti, a questo punto è importante "lasciare comunque la porta aperta, senza ostilità preconcette nei confronti del Governo, ma aspettando con attenzione e con la dovuta criticità i prossimi passi".
Secondo Alessandro Antichi (Forza Italia), portavoce dell'opposizione di centro-destra, il "vero problema" che sta alla base delle incertezze sulle infrastrutture è un problema di credibilità. "Sotto più profili, quello che vi manca è proprio questo, la credibilità - ha affermato rivolgendosi al Governo regionale - In primo luogo dal punto di vista della cultura di governo: storicamente ci sono ampie prove che dimostrano che la questione delle infrastrutture non rientra nelle scelte forti della Regione.
In secondo luogo, non siete credibili sul fronte del reperimento delle risorse necessarie. Infine, più complessivamente, vi manca una credibilità politica di fondo, come dimostra il fatto che parte della maggioranza ha presentato un documento che va nella direzione opposta rispetto alle parole di Martini". Di diverso tenore l'intervento di Anna Annunziata (Ds), che ha difeso l'impostazione della Giunta, ricordando che il percorso stabilito con il ministro Di Pietro contiene scelte precise. In particolare, la consigliera ha sottolineato l'importanza del completamento dell'autostrada tirrenica, che non sta solo nella realizzazione di un'infrastruttura vitale per la viabilità e i trasporti del Paese, ma anche nella spinta che essa darebbe ad altri interventi.
"Penso al corridoio plurimodale Tirreno-Brennero - ha precisato - sulla cui urgenza insistono gli enti locali toscani e delle altre regioni coinvolte, perché non è pensabile che l'intero traffico Nord-Sud delle persone e delle merci passi attraverso il nodo di Firenze".
Il tema delle infrastrutture è fondamentale, ma prima di tutto bisogna fare i conti con una disponibilità di risorse limitate: per questo diventa cruciale individuare le priorità su cui intervenire. Questo il concetto espresso da Eduardo Bruno (Comunisti italiani), che, a proposito di priorità, ha spostato l'accento sulle ferrovie, individuando nel buon funzionamento della rete regionale e nel mantenimento in Toscana della produzione di treni, ed in particolare del settore dell'ingegneria ferroviaria, gli obiettivi sui quali puntare.
Per il consigliere, invece, sul sottoattraversamento di Firenze, "visto che i finanziamenti sono rimandati di qualche anno", è opportuno riflettere. "Non si tratta di stravolgere nulla - ha detto - solo di pensare a quanto effettivamente risponda alle esigenze di mobilità dei passeggeri e delle merci". Mauro Ricci, consigliere della Margherita, ha ricordato come le parole del presidente Martini riprendano integralmente le scelte fondamentali già indicate dallo stesso Consiglio regionale in tre occasioni: l'approvazione del Piano regionale della mobilità e della logistica; l'ampia e dettagliata informativa dell'assessore Conti del dicembre scorso; l'approvazione del PRS 2006-2010.
"Sono chiare, in questi documenti, le priorità della Toscana: Alta velocità, corridoio tirrenico, Due Mari. Non ci sono altre questioni cruciali da affrontare. Semmai - ha detto - abbiamo un problema di risorse, perché il precedente Governo ha lasciato le casse vuote". "Quando il presidente Martini ci parla delle priorità della Regione, sappiamo bene che in realtà, al di là dell'Alta velocità e, forse, della progettazione che riguarda il corridoio tirrenico, rimane tutto ancora da definire".
Così si è espresso Giuseppe Del Carlo, dell'Udc. Il consigliere in particolare ha sollevato il problema delle questioni locali che rimangono irrisolte. "Non è vero che realizzare un'infrastruttura strategica significa automaticamente risolvere anche i problemi locali - ha detto - In Toscana sono molti i sistemi territoriali che hanno bisogno di interventi. Credo che i sindaci e i presidenti delle Province, che hanno partecipato all'incontro con il ministro Di Pietro, chiedano risposte anche su questo, e sono risposte che la Regione deve dare".
I rettori di Firenze e Siena hanno firmato la nostra petizione per reinserire immediatamente nella legge finanziaria la possibilità di devolvere il 5 per mille a università e associazioni.
«Il governo ha cancellato la possibilità di finanziare università, ricerca e mondo del volontariato attraverso il 5 per mille dei contribuenti -ha spiegato il presidente nazionale di Azione Universitaria e consigliere di Alleanza Nazionale Giovanni Donzelli- un segno chiaro ed inequivocabile del disinteresse della maggioranza per tali realtà».
«Le firme dei rettori di due prestigiose università italiane - ha concluso Donzelli - sono un monito affinché, durante il dibattito parlamentare sulla finanziaria, venga reinserita assolutamente tale norma per dare respiro e vitalità a ricerca, associazionismo e volontariato. A differenza del governo Prodi, che ama frugare nelle tasche dei cittadini, questa novità introdotta dal centrodestra non era una «tassa» aggiuntiva che comportava oneri ulteriori per il contribuente. Si trattava bensì della possibilità di scegliere a chi destinare una quota, seppur minima, dell' Irpef che ogni anno comunque va pagata sulla base del proprio reddito».
Donzelli ha annunciato «che gli studenti stanno organizzando in tutti gli atenei manifestazioni di protesta contro la finanziaria che ha abolito il 5x1000, tagliato i fondi per il diritto allo studio e preso in giro gli studenti promettendo inesistenti contributi per gli alloggi degli studenti fuori sede».
“Il Ministro Fioroni ha più volte dichiarato - dichiara Stefania Fuscagni, Consigliere Regionale di FI- di voler riportare serenità e tranquillità nel modo della scuola e il primo atto di “certezza” era la volontà di mettere in ruolo 150.000 docenti e 20.000 unità di personale ATA.
Da ieri, però, si vocifera che le stime del Tesoro nella relazione tecnica alla Finanziaria mettano in risalto un dato del tutto diverso e cioè il taglio di 50.000 posti di lavoro. La notizia- prosegue Fuscagni - viene messa in rete sul sito Tuttoscuola.it e poi rimbalza nelle agenzie innescando reazioni di netta contrarietà sia nella maggioranza che nell’opposizione. I sindacati annunciano che daranno battaglia e la CISL ricorda al Ministro che non solo questi tagli sono inaccettabili ma che è altrettanto inaccettabile la mancata copertura finanziaria per il rinnovo del contratto che è scaduto da 10 mesi.
Un solo dato- continua Fuscagni- è certo: tornano a casa gli ottomila insegnanti di inglese che erano stati assunti a tempo determinato dal Governo Berlusconi. La domanda è: ma il Ministro non sente il dovere di dire esattamente come stanno le cose? Non è forse il caso di sapere con certezza se il Governo mette in ruolo 150.000 insegnati o se, accanto agli 8.000 docenti di inglese, vanno a casa anche altri 50.000 docenti? Per ora, numeri alla mano, sembra proprio- continua Fuscagni- che questa non solo è la finanziaria della tasse ma è anche la finanziaria dei tagli alla scuola come mai nessuna finanziaria in un unico esercizio abbia mai osato fare.
Nessuno ha mai detto che sia semplice far quadrare i conti della scuola italiana ma il Ministro ha l’onere di mettere fine al valzer delle cifre in libertà per dire esattamente che cosa prevede la finanzia per la scuola italiana e per dire con chiarezza- direi ammettere finalmente- che i tagli alla scuola ci sono, sono pesanti e vanno ad incidere sull’offerta formativa. Fioroni ha spazzato via attraverso atti amministrativi la Riforma Moratti- conclude Fuscagni- nascondendosi dietro la necessità di portare serenità nella scuola.
Viene da dire che abbia fallito su tutta la linea perché non solo ha condannato la scuola italiana a fare marcia indietro sulle innovazioni che la Riforma Moratti prevedeva ma non è neppure stato capace di riportare la serenità di cui tanto ha parlato in questi primi cento giorni. Dal Ministro Fioroni non ci aspettiamo molto ma almeno abbia il coraggio e il buon senso di dire la verità”.