“L’estremo possibilismo delle combinazioni immaginifiche” si risolve in Bergonzoni in un’equazione artistica dove le variabili sono il cervello, l’elaborazione e l’accadimento drammaturgico e dove le soluzioni sono infinite, tante quante sono le repliche dello spettacolo. Bergonzoni si cala dentro se stesso a piede libero e si aggrappa alle scintille di creatività che scaturiscono nel momento: il suo è un ascolto attento di umori, suoni e sensazioni ma soprattutto parole che affiorano da un magma lessicale inesplorato e tutto interiore, che lo rende capace di scardinare la consuetudine grammaticale e sintattica per riproporla ribaltata e allegramente crudele.
Ambiguo, allusivo e possibilista Bergonzoni intraprende una battaglia carica e violenta con scoppi di parole, borbottii, ticchettii, anacoluti, attraverso “il mai detto e il mai pensato” attivando tutti quei contatti semantici capaci di lasciare da parte tutte le certezze, in questo caso linguistiche, a cui si è abituati, per dedicarsi alla purezza metafisica dell’”estemporaneo esternato”. Di micidiale resta la morte rapida e violenta del vocabolario.
Alessandro Bergonzoni dopo aver frequentato l’Accademia Antoniana ed essersi laureato in giurisprudenza comincia la sua collaborazione artistica con Claudio Calabrò.
Già dai suoi primi lavori teatrali, Bergonzoni sviluppa i temi comici che caratterizzeranno la sua figura di artista: l’assurdo comico, il rifiuto del reale e la capacità di giocare con il linguaggio per creare situazioni surreali e paradossali. Il suo debutto avviene a 24 anni con lo spettacolo Scemeggiata. Nel 1988 aumenta le sue partecipazioni televisive (Buona Domenica, Maurizio Costanzo Show, Babele) e nel 1989, con Le balene restino sedute, vince la Palma d’oro di Bordighera come miglior libro comico dell’anno.
Nel 1991 inizia la sua collaborazione con Radio 2 per la quale realizzerà oltre 140 episodi di tre serie di trasmissioni (Zitta che si sente tutto, Il vento ha un bel nasino, Missione sguazzino). Tra altre collaborazioni e vari altri lavori (Coma reading nel 2001, Carta bianca nel 2002 e tre anni di repliche di Madornale 33) nel 2003 scrive la sceneggiatura del suo primo lungometraggio. Predisporsi al micidiale è vincitore del Premio dell’Associazione Nazionale dei critici di teatro.