AUTOINTERVISTA di Bergonzoni su Bergonzoni
Ho mai pensato di cantare un’opera o di raccontare un avventura lirica?
Fino allo spettacolo precedente no mai, in questo spettacolo invece sì e l’opera è: “Pioggia dorata su concerto all’aperto di Rackmaninhof una sera fresca fresca, a proposito passami lo scialle è in macchina allora vallo a prendere io non sono mica il tuo cameriere ah no? allora me ne vado, il conto per favore!” Sottotitolo: “Vuole la ricevuta?”.
Ho un momento particolarmente amato nel nuovo lavoro che mi ha aperto nuovi spazi, nuovi orizzonti tra la amigdala e l’ippotalamo?
Bè la domanda mi coglie un po’ alla sprovvista….
Forse quando analizzo la nascita del concetto della manutenzione dell’odio, dell’oceano in pillole e della ghigliottina che vuol far di testa sua; il tutto nato dall’estremo possibilismo infinito delle combinazioni immaginifiche. (e so di aver detto roba grossa)
Cosa mi aspetto da chi vedrà per la prima volta “Predisporsi al micidiale”?
Che quando introdurrò temi come la reazione dei chiodi claustrofobici, i rapporti tra agonia e agonismo, compasso e compassione, la rapidità delle colle o come la solitudine dei lobi esploda in loro l’idea dell’altro e dell’oltre, dato che ho voluto scrivere di un argomento che è proprio l’inaudito immediato attraverso il mai detto e il mai pensato estemporaneo esternato a ciò che, e scusami se dico a ciò che, nessuno si possa riconoscere in quello che c’è di meno rassicurante e vicino e affettuosamente condiviso da loro.
Tant’è che mi chiedo: “Si può fare il bagno in mezzo alle idee illibate?” A te rispondere glu o boh… Adesso scusami devo andare, ho mia sorella sul fuoco…