Da tempo, come Comitati dei Cittadini denuncia "il consumo di suolo e la densificazione urbana che sembrano diventati l’asse portante della gestione del territorio fiorentino da parte della giunta Domenici". Adesso gli attivisti denunciano le manovre in atto che rischiano di provocare la manomissione dell’identità storico ambientale di una delle poche aree a vocazione agricola della città: il quadrante urbano di sud ovest che dalla Greve si estende fino all’Arno e ai confini del Comune di Scandicci.
Quest’area, che coincide con le UTOE 8-9, nonostante i recenti interventi di urbanizzazione, conserva caratteristiche storico, paesaggistiche e ambientali di grande rilevanza, come ampiamente documentato da un numero vasto di studi e in particolare come riportato nel volume redatto dallo studioso del territorio e membro dell’I.CO.MO.S.(“International Council on Monuments and Sites”) Giampaolo Trotta, Oltre la Greve. Borghi e territorio dell’estrema periferia sudoccidentale fiorentina, pubblicato nel 1996.
Attualmente sono state realizzate infrastrutture e sono previsti progetti che potranno alterare in modo definitivo la vocazione agricola dell’area e il suo delicato equilibrio idro-geologico.
Non dimentichiamo che si tratta di una zona di esondazione sia del fiume Arno che del fiume Greve, durante l’alluvione del 1966 l’area è stata coperta dalle acque dell’Arno per un’altezza di due metri circa, mentre sono frequenti i fenomeni di abbondante ristagno delle acque meteoriche. Gli stessi nomi dei luoghi, Pantano, Pantanino, Lago Lisi, Borgo ai Fossi, ecc., stanno a ricordare il grave rischio idraulico presente nell’area.
Da poco sono stati ultimati i lavori relativi al nuovo casello autostradale di Firenze Scandicci (6), che ha radicalmente trasformato la viabilità dell’area e soprattutto ha determinato l’impermeabilizzazione di ampie superfici con il conseguente aumento della quantità d’acqua che si riversa sulle zone limitrofe.
L’amministrazione comunale prevede di realizzare:
1.
il Polo cimiteriale nei borghi di Mantignano (1), Ugnano (2) e Sollicciano (3)
2. il “Parco degli animali”, ossia il Canile comunale (4) nell’area dei vivai comunali di Sollicciano, per un’estensione di circa 2 ettari tra la Via Bassa e il Viuzzo del Pantanino un Centro di rottamazione (5) per gli autoveicoli nell’area del Ferrale (il Pantano) per un’estensione di circa 6 ettari.
"Questi interventi -spiegano in un documento i Comitati dei Cittadini- singolarmente rispondono certo ad esigenze che possiamo dire di pubblico interesse, riteniamo però che sia molto discutibile la loro concentrazione in un’area che ancora conserva una spiccata vocazione agricola e dal delicato equilibrio idrogeologico.
Sottolineiamo che l’amministrazione comunale anche in questo caso non procede mediante piani urbanistici complessivi ma per interventi separati, perdendo di vista l’effetto d’insieme che ne deriva.
Riteniamo anche che questi interventi possano costituire un vero e proprio cavallo di troia per una nuova fase intensa di edificazioni e cementificazione, come ampiamente dimostrano le acquisizioni, avvenute negli ultimi anni, sempre più consistenti di terreni agricoli, per i quali non è stata definita alcuna destinazione d’uso se non quella agricola, da parte di società impegnate nel settore delle costruzioni.
Per questi motivi, con alcuni cittadini del Comitato di Ugnano e Mantignano, abbiamo preso visione della documentazione relativa alla Variante al Piano Regolatore per il Centro di rottamazione e abbiamo presentato, nei tempi previsti dalle procedure, le relative osservazioni che dovranno essere discusse in Consiglio comunale in fase di approvazione della stessa Variante.
In queste osservazioni abbiamo riportato il punto di vista dei cittadini che, partendo dal buon senso e dall’attaccamento al valore dei beni comuni, come quelli storico artistici e ambientali, considera il territorio un bene comune degno di rispetto e di amorevole conservazione e non come occasione per nuove e più consistenti speculazioni economico finanziarie.
Speriamo che dalla lettura delle osservazioni alla variante sia chiara, e si faccia sempre più strada, la convinzione che la tutela del nostro ambiente e della sua vivibilità, oltre che un dovere civico in nome di valori come la sostenibilità, sia anche fondamentalmente un atto di amore per le nostre radici, di attaccamento alla qualità della nostra vita e di rispetto per le generazioni future".