Firenze, 2 ottobre 2006- L'aumento dell'imposizione con l'attuale Finanziaria c'e' e riguarda quasi tutti. Vediamo:
* I redditi da 15.000 a 26.000 euro saranno tassati al 27% invece che al 23%, come era in precedenza, con un aumento del 4%. I contribuenti interessati sono circa 9 milioni.
* I redditi da 26.000 euro a 33.500 euro saranno tassati al 38% invece che al 33%, come era in precedenza, con un aumento del 5%. I contribuenti interessati sono circa 1,5 milioni.
* I redditi da 55.000 euro a 75.000 euro saranno tassati al 41% invece che al 39%, come era in precedenza, con un aumento del 2%.
I contribuenti interessati sono circa 600.000.
* I redditi compresi tra 75.000 euro e 100.000 euro saranno tassati al 43% invece che al 39%, come era in precedenza, con un aumento del 4%. I contribuenti interessati sono circa 250.000.
Come si vede la fascia piu' colpita dall'aumento percentuale e' quella che va da 26.000 a 33.500 euro, vale a dire un introito mensile lordo da 2.100 euro a 1.800 euro, che al netto dell'attuale tassazione significa 1.400 euro e 1.800 euro. Con la nuova tassazione l'introito netto diminuira' a 1.300 euro e 1.600 euro.
Inoltre chi ha un reddito di 15.000 euro (con la nuova tassazione un netto mensile di 962 euro) avra' uno "sconto" annuale di 111 euro, che significa 0,30 euro al giorno.
"L’impressione è quella di una Finanziaria che penalizza
la montagna ed i piccoli comuni -commenta Oreste Giurlani, Presidente dell'Unione dei Comuni Montani e delle Comunità Montane- Sembra che il Governo si sia dimenticato della montagna in quanto non
ha ritenuto di rifinanziare il fondo per la montagna fortemente
ridimensionato dal Governo Berlusconi.
Pare poco condividile, inoltre, l’idea di introdurre una tassa di
scopo per finanziare progetti specifici già ampiamente contestata
dagli operatori turistici.
Ci aspettavamo, invece, che si applicasse la norma relativa al Fondo
perequativo pee la montagna previsto dalla Costituzione, con
conseguente trasferimento di risorse alle Comunità Montane.
Non solo,
ma non è stata neppure ipotizzata una indennità compensativa a favore
della montagna per la fornitura ai comuni della pianura di importanti
risorse quali acqua ed energia.
La pretesa del Governo di far partecipare i Comuni all’Irpef, tagliando
i trasferimenti, non ha senso dal momento che i piccoli comuni non
potranno aumentare un bel niente essendo la maggior parte della
popolazione a reddito medio-basso.
Inoltre, il passaggio ai Comuni della facoltà di ridefinire gli estimi
catastali porterà a sicuri aumenti nell’ICI.
Per lo stesso motivo non
appare percorribile la strada che prevede l’aumento dell’addizionale
Irpef dello 0,8%, oltre all’introduzione di una tassa di soggiorno di 5
euro.
Come faremo a spiegare ai nostri concittadini che dobbiamo ridurre i
servizi ed aumentare le tasse? E come faremo a spiegare ai ragazzi che
è stato abolito il bonus per l’acquisto del computer che era uno
strumento ed un mezzo per tenerli legati alla loro terra attravero lo
sviluppo della digitalizazione?
Insomma, questa Finanziaria aumenta lo squilibrio tra i Comuni, lascia
meno risorse sopratutto ai piccoli comuni ed in particolare a quelli
montani, colpisce il futuro delle popolazioni montane e le emargina
ancora di più di quanto lo siano oggi.
Come Uncem (che ci occupiamo di piccoli comuni montani e comunità
montane) faremo arrivare le nostre osservazioni in Parlamento per dimostrare sia ai partiti della maggioranza che a quelli dell’opposizione, le ragioni di vita per le popolazioni montane".