Martedì 19 settembre si è svolto presso l’Aula Magna della facoltà di Architettura a Firenze il workshop dell’area metropolitana di Firenze-Prato-Pistoia/Circondario Empolese-Valdelsa organizzato dall’Associazione Rete Nuovo Municipio, partner della Regione Toscana nella costruzione della nuova legge sulla partecipazione. Erano invitati cittadini (singoli o organizzati), associazioni e rappresentanti delle istituzioni “per discutere dei principi e dei contenuti che dovranno sostanziare la nuova legge regionale a partire da casi specifici di partecipazione accaduti nei territori presi in considerazione”.
Partendo dalla propria esperienza più che decennale di volontariato, l’associazione ecologista Idra è intervenuta sottolineando il fatto che la Regione Toscana dimostra coi fatti di non tenere in alcun conto - in più casi di progetti discussi o osteggiati da porzioni significative di popolazione - le proposte, i suggerimenti e le osservazioni avanzate dalla società civile. Il caso del disastro erariale e ambientale TAV in Mugello, e quello del paventato progetto di sottoattraversamento Alta Velocità della città di Firenze, sono emblematici: il presidente della giunta regionale non risponde alle lettere, non accoglie gli inviti a dialogare, non accetta l’informazione indipendente fornita dall’associazione Idra, non dà riscontro alla documentazione prodotta.
Non solo. La Regione Toscana non assicura né promuove l’informazione di cui i cittadini dovrebbero poter disporre prima che le decisioni vengano assunte. Spesso i cittadini non ne dispongono neppure dopo...
In queste condizioni - ha affermato al workshop Idra, testimone del tour de force frustrante del Forum per il Piano strutturale di Firenze (già: a quasi un anno dal termine, che fine ha fatto?!) - il percorso di “partecipazione” proposto dalla Regione Toscana appare piuttosto un diversivo retorico, una sorta di trappola, che rischia di risultare funzionale al perseguimento e al mantenimento di politiche non trasparenti e non autenticamente democratiche.
Quand’anche la nuova legge permettesse di “partecipare” alle decisioni future, infatti, le conseguenze disastrose di lungo periodo delle decisioni già assunte, in materia di grandi opere, senza che la cittadinanza sia stata in grado di esprimersi e di collaborare alle scelte peserebbero come un macigno su qualsiasi scenario a venire. Un’ipoteca ritenuta inaccettabile dall’associazione. “La nave è in rotta di collisione con la banchisa polare del buco nero dell’erario e della distruzione di risorse non rinnovabili.
Adesso non è il momento di filosofeggiare fra pochi intimi (considerate le condizioni quanto meno elitarie in cui si viene chiamati a “partecipare”), è il momento di sterzare!”, ha suggerito il portavoce di Idra presente al workshop.
Se davvero la Regione tiene a dimostrare buona volontà istituzionale, Idra ha proposto che la nuova legge, da ri-titolare necessariamente come “propedeutica alla partecipazione”, consti di un solo articolo, così formulato:
“La Regione Toscana, dando atto di non essere stata in grado di assicurare nelle recenti legislature le pre-condizioni di una partecipazione attiva della cittadinanza alle scelte strategiche in materia di politiche economiche, sociali e ambientali, si impegna ad operare affinché siano resi disponibili - a partire dall’entrata in vigore della presente legge - strumenti democratici ed efficaci di informazione e di consultazione, e siano resi praticabili modalità, spazi e tempi adeguati di incontro e di confronto, che permettano la piena conoscenza, l’intervento propositivo autonomo e il contributo decisionale della cittadinanza alle scelte.
Conseguentemente, la Regione Toscana sospende l’esecutività e le procedure legate ai progetti di grandi opere già approvate, così come degli altri interventi di rilevante impatto ambientale. Dopo un anno di sperimentazione e monitoraggio dell’esercizio delle garanzie indicate, i soggetti titolari del diritto di partecipazione ne valuteranno i risultati. In presenza di esiti soddisfacenti documentati, la Regione Toscana li chiamerà a organizzare insieme ad essa un percorso di definizione della normativa generale della partecipazione stessa.
In caso diverso la sperimentazione verrà ripetuta”.