Firenze, 20 Settembre 2006- Sulla titolazione di una via, o di una piazza di Firenze in memoria della giornalista Oriana Fallaci Freni Ricerche di Marketing ha realizzato nei giorni scorsi a Firenze un'indagine tramite interviste telefoniche a 303 residenti. La scrittrice fiorentina era diventata una presenza ineludibile dal dibattito sulla trasformazione della città, imponendosi nell’immaginario collettivo dei fiorentini.
Fiorentina nel profondo dell’animo, poco portata all’esercizio del politically correct considerato indispensabile da tanti suoi colleghi, anche dopo la morte risulta capace di suscitare polemiche e divisioni, a Firenze, e non solo.
I fiorentini comunque non hanno dubbi sul fatto di dover titolare una via alla loro illustre cittadina.
La notizia del decesso della scrittrice ha avuto un profondo impatto sulla città, con un livello di informazione particolarmente elevato ed inconsueto, specialmente per una personalità della letteratura e del giornalismo.
Oriana Fallaci aveva acquisito negli ultimi anni una altissima visibilità intervenendo su tematiche drammatiche e con opinioni contrastanti con il prevalente orientamento politically correct del ceto intellettuale.
Il personaggio di Oriana Fallaci suscita nella percezione collettiva dei fiorentini (anche dopo la morte) sentimenti contrastanti, con una profonda contrapposizione delle reazioni; c’è complessivamente una maggioranza che riconosce almeno in parte giustificato il rimprovero del regista Zeffirelli ai concittadini per l’ingratitudine nei confronti di Oriana Fallaci.
C’è comunque chi ha espresso l’opinione che i fiorentini abbiano un modo loro specifico e particolare di manifestare considerazione alle personalità illustri della città, un atteggiamento di distanza che non è comunque indifferenza. I precedenti di personalità alle quali Firenze ha mancato in vita di rendere omaggio sono comunque, ha commentato qualcuno, particolarmente gloriosi e “fa ben sperare” (il sarcasmo anche di fronte al lutto rappresenta un’altro tratto caratteristico dello spiritaccio cittadino).
Anche per quello che riguarda l’isolamento al quale le taglienti prese di posizione della scrittrice su alcune tematiche particolarmente drammatiche (non solo la presenza dell’Islam ma il degrado della città e le responsabilità per il degrado) l’avevano, suo malgrado, trascinata si riscontra una profonda divisione all’interno della città.
Complessivamente si riscontra una maggioranza (54% vs. 46%, al limite comunque della significatività statistica della rilevazione) che si riconosce nella critica all’Amministrazione Comunale per la distanza alla quale si è tenuta da Oriana Fallaci (nonostante le minacce delle quali era stata vittima).
Si riscontra nelle fasce d’età più adulte un atteggiamento di maggiore “comprensione” nei confronti delle opinioni e delle critiche espresse dalla scrittrice, sia a proposito dell’ingratitudine che la città le ha manifestato sia a proposito dell’isolamento politico da parte dell’Amministrazione Comunale.
Solo una minoranza di fiorentini risulta disposta a riconoscere che Firenze non ami troppo in definitiva i suoi cittadini più famosi (almeno in vita): sono stati 6 su 10 i fiorentini che hanno considerato ingiusta questa critica.
Gli uomini comunque si sono mostrati più disposti delle donne a riconoscere fondata questa critica.
Anche se il personaggio Oriana Fallaci risulta fra i suoi concittadini assai controverso (almeno per alcune sue prese di posizione) l’atteggiamento nei confronti del procedimento penale alla quale è stata sottoposta (per vilipendio della religione islamica) evidenzia una solidarietà nei confronti della scrittrice molto ampia: sono 2 su 3 i fiorentini che ritengono completamente inammissibile il processo alle opinioni espresse in un libro.
Nonostante la distanza che una parte (quasi la metà) della città ha espresso anche in questa occasione nei confronti di Oriana Fallaci la percezione di un rischio legato alla crescente presenza islamica a Firenze e in Italia risulta molto diffuso (più di 2 fiorentini su 3 hanno riconosciuto di condividere l’opinione della scrittrice).
A questa ampia concordanza hanno possibilmente contribuito anche alcune circostanze legate all’attualità che hanno innalzato fra i fiorentini la percezione di un pericolo legato allo scontro fra le religioni: “finirà che ci ordineranno di eliminare anche Dante”, “ora se la prendono anche con il Papa”.
Nonostante tutto, una parte preponderante (quasi 3 fiorentini su 4) della città riconosce alla scrittrice fiorentina i titoli per intestarle una strada; su questo riconoscimento concordano anche buona parte di quanti hanno espresso dissenso dalle prese di posizione di Oriana Fallaci, un segno che con il distacco dalle emozioni e passioni della cronaca anche per Oriana Fallaci finirà con il durare nel tempo quello che i fiorentini unisce e non quello che li divide, l’amore per la loro città.
Un convegno ad alto livello sulla figura di Oriana Fallaci "perché Firenze non aveva e non ha un sentimento diffuso di ostilità o di odio nei suoi confronti, e credo sia giusto che la ricordi in questo modo".
E' quanto ha annunciato il sindaco Leonardo Domenici, nell'intervento che ha aperto lunedì il dibattito in consiglio comunale. "Questo è un settembre triste" ha esordito il sindaco, ricordando ancora Graziano Grazzini, commemorato la settimana scorsa, e la più recente scomparsa di Giovanni Biagiotti e Giordano Cubatoli, due importanti esponenti delle categorie fiorentine "a cui va il nostro pensiero". "Ed oggi - ha proseguito Domenici - siamo qui per il ricordo di Oriana Fallaci. Una fiorentina illustre, una giornalista importante, una scrittrice brava ed efficace, una inviata di guerra tanto coraggiosa da sfiorare la temerarietà.
In primo luogo il mio cordoglio va alla famiglia. Ieri ho parlato con la sorella Paola: un colloquio breve, intenso e rispettoso. Lei, pur precisando che non c'era alcun riferimento personale, mi ha parlato della 'ingratitudine della città di Firenze' nei confronti di Oriana. Ebbene devo dire che sono stati molti i fiorentini illustri che hanno sentito questa ingratitudine, vera o presunta che fosse. Ma come sindaco e con molta chiarezza dico che Firenze non aveva e non ha un sentimento diffuso di ostilità o di odio verso Oriana Fallaci.
E proprio per questo, credo sia giusto che la città la ricordi. Discutiamo come, ognuno avanzerà la proprie proposte, ne parleremo. Credo comunque sia giusta ed opportuna una iniziativa culturale di alto livello sulla sua figura, così come venne fatto dopo la scomparsa di Indro Montanelli, con il Gabinetto Vieusseux e la Fondazione del Corriere della Sera. Ne ho parlato con il presidente e il direttore del Vieusseux e con il condirettore del Corriere della Sera Paolo Ermini, che è fiorentino.
Una iniziativa a cui chiamare anche personaggi che hanno un punto di vista diverso da lei, perché credo che la cosa che le piaceva di più fosse proprio provocare la discussione". Domenici ha ricordato poi come Oriana Fallaci abbia voluto sottolineare il suo legame con Firenze scegliendo di venire a morire nella sua città natale. "Abbiamo avuto il passato momenti di acuta contrapposizione, come in occasione del Social Forum - ha ricordato ancora il sindaco - e allora il contrasto si approfondì: ma questa è storia di ieri, e in fin dei conti credo che quelle sue posizioni fossero in parte dettate proprio dal suo legame con la città.
Ma sarebbe sbagliato ridurre tutto a questo aspetto: Oriana Fallaci trascendeva Firenze e alimentava discussioni e polemiche ben oltre la nostra città. A questo proposito, ho visto che è stata riproposta la questione del Fiorino d'oro. Una questione che va vista anche per quelle che furono le posizioni della stessa Fallaci: disse chiaramente, ed in maniera molto colorita, che l'avrebbe di certo rifiutato. Non credo scherzasse, era persona che non indulgeva certo in posizioni ipocrite. Ed aggiungo che il più importante riconoscimento della città, quando si consegna deve raccogliere il più ampio consenso possibile.
Questo non sarebbe certo avvenuto". "Uno dei miei ultimi incontri con Oriana Fallaci è avvenuto nel 2000 - ha proseguito Domenici - quando in piazza San Giovanni c'era la tenda che ospitava un grippo di cittadini somali che protestavano - giustamente - per ottenere alcuni diritti, in particolare sui ricongiungimenti familiari. La questione venne risolta positivamente, ma anche allora ci furono polemiche. E devo dire che io non compresi il punto di vista di Oriana Fallaci su quella vicenda: perchè il problema con lei non andava affrontato solo dal punto di vista amministrativo.
C'era già una questione più profonda, c'era il tema dello 'scontro di civiltà', della messa in discussione dei valori occidentali, che poi in lei esplose dopo l'11 settembre. E' stato dunque questo l'orizzonte in cui si sono collocate l'elaborazione, le idee, le convinzioni di Oriana Fallaci: e che io non ho mai condiviso. Io penso che si viva in un mondo in cui, nonostante i rischi, non abbia senso la difesa a oltranza della civiltà occidentale. Penso che si debbano difendere prima di tutto il rispetto della dignità e il principio della libertà.
E che abbiamo il dovere di pensare al mondo come uno spazio dove gli individui non vengono valutati solo per la loro religione o per la loro razza. Le persone sono più complesse, tutti siamo più identità contemporaneamente, ed abbiamo il dovere di difendere le scelte degli esseri umani e le identità plurali del mondo in cui viviamo. Sarebbe stato bello poter discutere di questi temi con Oriana Fallaci. Ebbene facciamolo comunque. E speriamo con il concorso di tanti". Domenici ha concluso il suo intervento con un ricordo personale.
"Alla fine del nostro ultimo incontro Oriana mi dette un bigliettino, con la sintesi dell'orazione funebre che lei pronunciò per la morte di suo padre. Parlava con profondo affetto di un uomo che era stato antifascista, che aveva lottato per la Liberazione, che aveva contribuito alla fondazione della Fiomm, che era stato socialista. Mi piace pensare che, con quel gesto, Oriana Fallaci volesse dirmi che avevamo una radice comune".
I rappresentanti della Casa delle Liberta hanno abbandonato l'aula del consiglio comunale «per protestare contro la maggioranza di centrosinistra che si è rifiutata di firmare l'ordine del giorno presentato dalla CdL che richiedeva l'intitolazione di una via o di una piazza di Firenze alla concittadina Oriana Fallaci».
«Il regolamento del consiglio comunale - ha spiegato il capogruppo di Forza Italia Paolo Amato - stabilisce che se un ordine del giorno non viene sottoscritto in aula da tutti i capigruppo non può essere discusso. Ed è esattamente quello che è avvenuto dopo la commemorazione della grande scrittrice. Il centrosinistra evidentemente non vuole che il nome di Oriana Fallaci possa essere iscritto sulle pietre di Firenze. Finchè si è trattato di dare riconoscimenti tardivi e retorici tutto bene, ma quando si è giunti al punto cruciale di tradurre tali riconoscimenti formali in atti concreti la maggioranza di centrosinistra ha tolto la sua maschera buonista mostrando, ancora una volta, tutta la propria ostilità ad Oriana Fallaci».
"Dichiarando che il Comune di Roma intende intitolare un strada ad Oriana Fallaci -commenta Sen. Pietro Paolo Amato di Forza Italia- Veltroni ha assestato un forte schiaffo al sindaco di Firenze Leonardo Domenici. Perché, così dicendo, ha sottolineato impietosamente sia l'errore recentemente commesso da Palazzo Vecchio, sia l'annosa ingratitudine di Firenze verso la Fallaci. Sarà quindi con tutta probabilità Roma, e non la città natale di Oriana, a dedicare un luogo al ricordo perenne della scrittrice fiorentina.
E' una notizia che accentua il disagio di noi fiorentini. Personalmente provo vergogna per il comportamento degli amministratori della mia città: una banda di politicanti, priva di sensibilità e di coraggio, che sa solo ridicolizzare il nome e l'immagine di Firenze. Ci voleva il diessino Veltroni e la sua maggioranza di centrosinistra al comune di Roma, per convalidare quello che andiamo sostenendo da tempo: e cioè che quella fiorentina non è una classe dirigente all'altezza della città."
Il gruppo provinciale di Alleanza Nazionale in Consiglio provinciale ha presentato una mozione per intitolare una scuola del territorio alla memoria di Oriana Fallaci.
Nella mozione di Massai, Sensi e Nascosti, premesso che all’età di 77 anni si è spenta Oriana Fallaci a Firenze, eminente personalità fiorentina che si è contraddistinta nella sua professione di giornalista e di scrittrice e visto lo spessore professionale e umano della Fallaci; Visto, inoltre, che, al di là delle opinioni personali e delle considerazioni in merito, Oriana Fallaci ha rappresentato per tutta la vita, con il suo esempio, l’incarnazione di una cittadina libera da qualsiasi schema di potere o schieramento politico e visto l’importanza e la profondità delle questioni che ha contribuito a far discutere nel nostro Paese sul rapporto tra Occidente ed Oriente, contribuendo, provocandone la discussione, a trovare soluzioni a conflitti latenti; Vista, infine, la valenza culturale e il valore aggiunto, l’amore e l’attaccamento che ha dimostrato per Firenze e per l’Italia, il Consiglio provinciale impegna la Giunta a dedicare una scuola di qualsiasi ordine e grado della Provincia di Firenze alla memoria di Oriana Fallaci.
“Forza Italia farà varie proposte perché il Consiglio regionale della Toscana renda omaggio alla scrittrice Oriana Fallaci che ha sempre onorato la città di Firenze e tutta la Toscana!”.
Lo ha dichiarato il capogruppo di Forza Italia in Consiglio regionale, Maurizio Dinelli, condividendo le parole del presidente del Consiglio Nencini sul riconoscimento ad Oriana Fallaci. “Dall’intitolazione di una sala alla creazione di un archivio dei suoi testi presso la Fondazione del Consiglio! Forza Italia sarà a favore di ogni iniziativa volta a ricordare la Fallaci. I suoi scritti, la sua forza d'animo e la sua tenacia nel combattere per gli ideali in cui credeva saranno sempre un esempio per tutti”.
"La destra a Firenze sbaglia a strumentalizzare la vicenda che riguarda le possibili forme per rendere omaggio a Oriana Fallaci, ma mi chiedo se la maggioranza del Consiglio Comunale abbia fatto bene a chiudere subito con la possibilità di intitolarle una strada della città". E' quanto dichiara la senatrice fiorentina dell'Ulivo Vittoria Franco, presidente della commissione Cultura di Palazzo Madama.
"Oriana Fallaci era una fiorentina, profondamente legata alla città e alla Toscana - sottolinea la senatrice Franco - Era una fiorentina con una biografia certamente controversa, ma impegnata con i suoi servizi giornalistici e i suoi saggi, a produrre conoscenza e a difendere un'idea di libertà e democrazia.
Staffetta partigiana, tutto il mondo l'ha ricordata per la sua passione civile, capace di suscitare critica e ammirazione per il coraggio e l'autonomia che ha sempre dimostrato.
Le sue posizioni scomode non erano mai banali o scontate - continua l'esponente dell'Ulivo - Inducevano tutti, donne e uomini a riflettere, a mettersi in discussione, a fare i conti con le proprie certezze. Con la sua libertà di pensiero su temi scottanti e difficili ha segnato la storia delle donne.
Non servono contrapposizioni. Almeno sul riconoscimento a una grande personalità, possiamo trovare una convergenza utile a tutti".