Firenze – Il nome è sempre quello che gli fu dato nel 1612 quando la vecchia farmacia dei frati domenicani fondata nel 1221 divenne una vera e propria fabbrica di aromi e profumi: Officina profumo – farmaceutica di S. Maria Novella. Ma lo spirito imprenditoriale entra a pieno titolo fra le realtà più dinamiche della Toscana. “Un’azienda che mantiene le sue radici nella tradizione e nello stesso tempo punta all’innovazione, ponendosi fra le forze produttive che trainano la Toscana nel mondo”, ha detto oggi il presidente del Consiglio regionale della Toscana, Riccardo Nencini, visitando lo stabilimento dell’Officina, una struttura tutta rinnovata alla periferia di Firenze.
Anche l’Officina di Santa Maria Novella entra dunque a pieno titolo fra quelle “nicchie di eccellenza” che il Presidente da tempo indica all’attenzione della regione perché rappresentano altrettanti modelli sui quali fondare il rilancio dell’economia regionale: “L’Officina – ha aggiunto Nencini – è una realtà sempre più importante che esporta con successo i suoi prodotti fino in estremo oriente, ed è per questo che si pone come un veicolo di quella diplomazia economica che rafforza il nostro nome in mercati cruciali per lo sviluppo.
Siamo nell’eccellenza mondiale: ce lo dicono i film i libri, ma soprattutto la tradizione produttiva che qui si perpetua dal 1221 con quasi 800 anni del saper fare”.
Che l’azienda fiorentina produttrice di essenze, saponi, profumi ed erboristeria (in tutto 400 referenze) si trovi in una fase di forte espansione non lo dimostra solo la rete di 26 negozi monomarca già esistenti in Italia e all’estero, ma anche le nuove linee di produzione in fase di preparazione nello stabilimento.
“Stiamo per aprire due nuovi negozi: uno in Giappone, dove già ne abbiamo quattro, e uno in Australia – ha annunciato il direttore e contitolare dell’azienda, Eugenio Alphandery – presto daremo il via alla cereria, mentre pensiamo alla realizzazione di un centro benessere annesso”.
Nel 2005 l’Officina di S. Maria Novella ha registrato un fatturato di 7 milioni di euro, il 60% del quale realizzato all’estero, con 65 dipendenti che lavorano nell’antica farmacia di via della Scala e nella fabbrica di via Reginaldo Giuliani: “Era l’edificio di un vecchio consorzio agrario costruito nel 1933 che abbiamo acquistato nel 1999 e abbiamo ristrutturato”, precisa Alphandery che è anche vicepresidente dell’Associazione delle imprese storiche della Toscana.
(pm)