FIRENZE – Giunta e Consiglio regionale si doteranno di due strutture speciali per le attività di informazione. E’ quanto prevede una legge approvata a maggioranza dall’aula. Hanno votato a favore i Democratici di Sinistra, la Margherita, i Socialisti democratici e Forza Italia. Hanno votato contro Alleanza nazionale, i Verdi, l’Unione dei democratici di centro, i Comunisti italiani ed il Gruppo misto. Rifondazione comunista ha invece optato per l’astensione.
Il testo prevede che i due uffici stampa siano soppressi e che il personale possa confluire nelle nuove agenzie; agli addetti stampa sarà applicato il contratto giornalistico.
I due direttori saranno nominati dal Presidente della Giunta e dall’Ufficio di presidenza del Consiglio regionale. Per l’assunzione dei giornalisti, la legge prevede un concorso pubblico per titoli ed esami. “L’obiettivo – ha spiegato Ambra Giorgi (Ds) è garantire un’informazione efficace, tempestiva, professionale e plurale: un obiettivo che richiede di poter agire con modalità ed elasticità analoghe a quelle proprie di una redazione giornalistica. Risulta quindi determinante utilizzare istituti e disposizioni appartenenti al contratto giornalistico, che sono specificamente modellati sulle esigenze di questo particolare lavoro”.
Giorgi ha ricordato che il testo è frutto di un lungo iter, iniziato nella scorsa legislatura, e ha ringraziato tutti i colleghi e gli uffici per il lavoro svolto.
“Parlare di regole diventa difficile di fronte alla ragion politica – ha affermato Maurizio Bianconi, capogruppo di Alleanza nazionale – Ma vorrei ricordare che con lo Statuto abbiamo previsto l’autonomia funzionale del Consiglio regionale: questo comporterebbe che i mezzi di cui il Consiglio si dota siano calibrati sulle sue proprie esigenze.
Questa legge invece parte come proposta di legge della Giunta regionale disegnata sulle sue proprie esigenze e poi allargata anche al Consiglio: si tratta di una patente violazione della regola che ci eravamo dati”. Per Bianconi, inoltre, con la legge sarà soppresso l’ufficio stampa e verranno meno una serie di servizi che l’ufficio stampa garantiva ai gruppi consiliari.
Fabio Roggiolani dei Verdi ha affermato di essere d’accordo con l’intervento di Bianconi e ha detto che “una struttura pienamente interna, dove il giornalista ha più stabilità, garantisce meglio dalle incursioni del presidente del Consiglio di turno”.
Roggiolani ha specificato che nel suo intervento determinati riferimenti non erano personali, ma anzi fatti con estremo rispetto, e che semmai attraverso essi ha voluto porre un problema che, secondo lui, era ed è reale. Roggiolani ha anche affermato che “non si capisce il meccanismo di assunzione dei giornalisti” e ha aggiunto che “sembra che la proposta di legge preveda date e altri accorgimenti per non fare entrare nelle agenzie alcune persone che sono in aspettativa”. Roggiolani ha perciò detto che bisogna chiarire le forme di accesso nelle agenzie giornalistiche e ha chiesto “la separazione dei percorsi legislativi che istituiranno le agenzie della Giunta e del Consiglio regionale”.
Paolo Cocchi, capogruppo dei Ds, ha esordito dicendo di voler rispondere a Bianconi perché “questa legge non è un’imposizione che la Giunta fa al Consiglio ma una libera iniziativa di questo in quanto la Giunta aveva proposto una sua legge che il Consiglio, nelle proprie commissioni, ha modificato”.
Cocchi ha ricordato come, proprio per andare incontro ad alcune richieste di An, al termine della scorsa legislatura un’analoga proposta di legge fu tolta. Ma adesso, secondo Cocchi, “non se ne deve fare una questione statuaria”. E ha aggiunto: “Queste agenzie nascono per dare soluzioni ai problemi e ai bisogni dell’informazione regionale”. Secondo Cocchi le nuove agenzia andranno incontro alle reali esigenze degli assessorati e dei gruppi consiliari ed assumeranno i giornalisti “secondo le leggi vigenti”.
Erasmo D’Angelis della Margherita ha affermato di condividere molte cose dette da Cocchi.
“Non è che oggi ci piove sulla testa una proposta di legge per volontà della Giunta”, ha detto, “ma anzi questa legge riprende una precedente ed è il punto di arrivo di un certo percorso”. Ha aggiunto D’Angelis: “Oggi è una giornata importante. La Toscana era una delle ultime Regioni italiane a non avere ancora delle vere e proprie strutture giornalistiche. Pertanto oggi si chiude una questione annosa, un iter iniziato quasi trent’anni fa, e in questo contesto il contratto nazionale di categoria riconosciuto ai giornalisti rappresenta una necessità che permetterà alle future agenzie di rispondere alle esigenze di Giunta e Consiglio regionale ed obbligherà i giornalisti a precisi diritti e doveri nonché a una reperibilità oraria che oggi, col contratto della funzione pubblica, non è possibile”.
Questa l’ulteriore considerazione: “Il contratto giornalistico servirà anche per reperire personale qualificato”.
Maurizio Dinelli di Forza Italia ha affermato che “l’agenzia del Consiglio, come quella della Giunta, risponde ad esigenze di prontezza e professionalità”. Dinelli ha rilevato l’importanza dell’informazione nella realtà odierna e ha precisato che, secondo lui, la questione della comunicazione dei gruppi, della Giunta e del Consiglio, deve essere risolta in modo contestuale.
Per quanto riguarda la questione del reperimento del personale giornalistico, Dinelli ha affermato di non avere la competenza per dire come e con quali criteri esso deve essere effettauto. Dinelli ha inoltre sottolineato che “alcune forze dell’opposizione, oggi, si sono prese la responsabilità di far andare avanti questa proposta di legge sull’informazione”.
Luciano Ghelli dei Comunisti italiani ha detto di essere “d’accordo col contratto giornalistico e con la necessità di sconfiggere il precariato”, ha aggiunti di “voler garantire al massimo i giornalisti dipendenti”, ma ha anche detto che “nonostante ciò, noi siamo contro questa legge perché siamo contro l’istituzione di nuove agenzie”.
Ha spiegato Ghelli: “Siamo contrari al proliferare di nuove agenzie perché consideriamo questo processo il frutto avvelenato del nuovo Statuto regionale che noi infatti non abbiamo votato”. E ancora: “Siamo per la soppressione di tutte le agenzie regionali, se necessario anche dell’Agenzia di sanità che proprio da oggi è guidata da un nostro uomo, perché noi siamo contro la concezione dell’agenzia e saremmo perfino per la soppressione dell’Agenzia di sanità”.
Giuliana Baudone di An ha chiesto “regole giuste” per l’approvazione di questa legge che trasforma gli uffici stampa in agenzie giornalistiche con contratto di categoria riconosciuto ai giornalisti in servizio.
Ha sottolineato: “Poi non bisogna sottovalutare che un conto è l’agenzia della Giunta, un altro quello del Consiglio. Le loro differenze strutturali sono evidenti”. La Baudone ha infine ricordato come, secondo lei, la precedente proposta di legge fosse, anche in questo senso, più chiara.
“Se le agenzie devono operare come redazioni giornalistiche, in un contesto comunque politico e istituzionale, l’imperativo è fare chiarezza sull’indipendenza professionale dei giornalisti. L’editore vero non dovrebbe essere il ceto politico, ma il cittadino”.
Lo ha dichiarato Marco Carraresi (Udc), secondo il quale “giornalisti e direttori dovrebbero essere sottratti, per quanto possibile, al gioco delle appartenenze politiche”. In questa prospettiva, la legge in discussione poteva fare qualcosa di più e di meglio, viste le esperienze di altre Regioni, ad esempio l’Emilia Romagna.
Secondo Roberto Benedetti (An) l’agenzia servirà all’informazione istituzionale, ma non dà alcuna garanzia ai consiglieri ed ai gruppi.“Nessuno contesta alla Giunta di voler organizzare come meglio crede il proprio ufficio stampa – ha detto - Quanti in Consiglio hanno deciso di agganciarsi a quella proposta hanno tradito lo spirito dell’articolo 28 dello Statuto”.
Il presidente della Giunta regionale, Claudio Martini, ha invitato il Consiglio a cercare “una strada sulla quale non restare impantanati”.
A suo parere è in gioco il riconoscimento dei diritti e della professionalità di alcuni lavoratori, una questione aperta da molto tempo. “Una volta tanto facciamo una cosa di sinistra - ha affermato – Abbiamo fatto un lungo lavoro di limatura, per trovare i giusti equilibri: non buttiamo tutto a mare”. Per questo il presidente si è assunto l’impegno “politico, morale ed istituzionale” di affrontare successivamente tutte le questioni rimaste eventualmente ancora aperte.
E’ stato il capogruppo della Margherita, Alberto Monaci, a chiedere una breve sospensione della seduta, al termine della quale è stato presentato ed approvato all’unanimità un ordine del giorno, nel quale il Consiglio si impegna a “trovare un’idonea soluzione legislativa ai problemi della comunicazione istituzionale dei gruppi consiliari ed alla struttura organizzativa dei gruppi stessi entro la fine del mese di ottobre, su iniziativa dell’Ufficio di presidenza”.
Il Consiglio ha inoltre approvato, sempre all’unanimità, l’ordine del giorno presentato dalla commissione Cultura, nel quale si dispone che che l’Ufficio di presidenza del Consiglio regionale “sia garante di una corretta, trasparente e plurale informazione sull’attività istituzionale regionale, anche attraverso l’individuazione delle professionalità che saranno chiamate a far parte dell’Agenzia d’informazione del Consiglio regionale”.