Il 15 settembre 2006 aprirà all’Istituto Universitario Olandese di Firenze la mostra Botticelli, Verrocchio e oltre. Disegni italiani del Quattrocento dalle collezioni reali di Dresda. Sarà presentato per la prima volta in assoluto il prezioso fondo di disegni tardogotici e rinascimentali conservati nel Kupferstich-Kabinett der Staatliche Kunstsammlungen di Dresda, una delle più ricche collezioni di opere d’arte su carta nel mondo. Si tratta di una cinquantina di fogli di artisti dagli inizi del XV secolo fino ai primissimi del Cinquecento dei vari ambiti regionali italiani, finora poco conosciuti e per la maggior parte inediti, entrati a far parte delle collezioni dei principi di Sassonia tra il Settecento e l’Ottocento.
Negli ultimi anni questo nucleo storico è stato oggetto di studi appositi che hanno permesso alla curatrice della mostra Lorenza Melli e autrice del catalogo di proporre molte nuove attribuzioni per questi fogli per lo più classificati come anonimi negli antichi inventari.
Il progetto di catalogazione è stata sostenuto dal Centro Nazionale delle Ricerche tedesco (DFG) e patrocinato dal Kunsthistorisches Institut in Florenz (Max-Planck-Institut).
Nella mostra, promossa dall’Istituto Universitario Olandese di Storia dell’Arte, Firenze e dal Kupferstich-Kabinett der Staatliche Kunstsammlungen di Dresda, i disegni sono presentati con uno svolgimento cronologico e geografico articolato in tre ambiti geografico-culturali di riferimento, l’area padana, toscana, e umbro laziale.
Siamo accompagnati a compiere un viaggio immaginario nell’Italia del Quattrocento attraverso le tracce lasciate dagli artisti sulle carte. Tenendo presente che si tratta di un collezione assemblata in epoche e con criteri diversi e non di una selezione appositamente operata, le opere nel loro insieme forniscono una visione veramente rappresentativa della grafica italiana nel Primo Rinascimento, tra capolavori e fogli di bottega, studi preparatori, schizzi, disegni dal modello, derivazioni e copie.
Sono presenti molti dei maggiori artisti entro tutto il secolo e toccati i principali centri della produzione artistica quattrocentesca. L’area padana-lagunare è rappresentata a Bologna da fogli di Giovanni da Modena, Lorenzo Costa, Francesco Francia e Raimondi, a Verona e Padova da Stefano da Verona, Parenzano, Falconetto, la scuola lombarda da Agostino da Lodi e dall’ambito bramantesco, quella veneziana dal Carpaccio e Basaiti. La scuola fiorentina, la più rappresentata, da Benozzo Gozzoli, Verrocchio, Botticelli, Filippino Lippi e Ghirlandaio, mentre l’area umbro-laziale da Signorelli, Pinturicchio, Berto di Giovanni, la bottega peruginesca e Antoniazzo Romano.
Come si è detto, molti dei nomi di questi artisti vengono proposti per la prima volta. Tra le scoperte più importanti e sorprendenti vi è lo studio per la Testa di un bambino di Sandro Botticelli, o il Suonatore di flauto di Lorenzo Costa, come pure i due strepitosi cartoni riferiti ad un artista meno noto seppur notevole, Antoniazzo Romano. Fogli di grande qualità che vanno ad affiancarsi ai bellissimi e più famosi disegni della Madonna di Verrocchio, o gli Studi di figura di Lippi e Signorelli.
Al gruppo eccezionale di Dresda è stato aggiunto un piccolo nucleo di fogli importanti di proprietà del Gabinetto Disegni e Stampe della Galleria degli Uffizi, che permettono sia in catalogo che in mostra un confronto scientifico e visivo con i disegni di Dresda finora poco conosciuti o in gran parte inediti, utile ad un loro migliore inquadramento e intendimento.
Infine vengono presentati alcuni fogli particolarmente significativi che finora erano ritenuti del XV secolo, ma che sono stati riconosciuti non pertinenti al periodo considerato o all’ambito italiano.
Una caratteristica particolarmente avvincente dei disegni quattrocenteschi, posseduta anche dal nucleo esposto, è la varietà di materiali utilizzati dagli artisti per mettere su carta i propri pensieri, progetti e ricordi, ricorrendo ampiamente sia alle punte metalliche, costituite da leghe d’argento, di piombo, di stagno, a volte d’oro, sia alle penne e ai pennelli con vari tipi d’inchiostri, ottenuti dalla cenere, dalle galle di quercia e dal fumo. Un elemento che rende particolarmente allettanti i disegni di questo secolo è l’impiego delle caratteristiche ‘carte preparate’, cadute in disuso all’inizio del XVI sec.
Sulle carte prima di essere disegnate veniva stesa una tempera colorata sul fondo per far risaltare gli effetti luministici delle pennellate di bianco di piombo. L’inaspettato elemento cromatico, che apporta un tocco di vivacità alla austera espressione grafica solitamente monocromatica, è enfatizzato dall’occasione fornita dalla mostra di accostare i fogli colorati di rosso, blu, celeste, verde, marrone e varie tonalità di grigio, normalmente conservati per la estrema fotolabilità all’interno delle antiche cartelle di cuoio della storica collezione.
Nel catalogo, oltre alle proposte attribuzionistiche dei disegni, è presentato un approccio particolarmente attento alle problematiche tecniche e materiche per le quali si è fatto ricorso ad una estesa campagna di indagini scientifiche nei Laboratori di restauro del Kupferstich-Kabinett e della Gemäldegalerie Alte Meister di Dresda.
Sono anche presentati i risultati di una nuova ricerca dedicata al riconoscimento dei materiali nelle carte preparate e nelle punte metalliche, concentrata su sette disegni della collezione, tra i quali Verrocchio, Filippino e Signorelli. I fogli sono stati sottoposti alle misure con microfascio di Protoni (PIXE) nel Forschungszentrum Rossendorf di Dresda con lo scopo di definire i dati tecnici delle opere in questione e di ampliare la conoscenza nella pratica degli artisti considerati, anche in vista di ulteriori studi a cui contribuiscono parallele ricerche intraprese da altre collezioni pubbliche nel mondo sul materiale grafico in proprio possesso.
Una parte delle informazioni fornite dall’analisi delle carte come supporto dei disegni sarà incluso nel Database of Watermarks and Paper of Prints and Drawings. Questo database è stato di recente sviluppato per l’Istituto Olandese, che da anni ha posto, tra le sue specifiche attività, anche quella di centro studi e luogo espositivo per il disegno e la grafica. Il livello degli artisti presentati nella mostra e le molte novità emerse durante la sua preparazione sono tra gli elementi in perfetta sintonia con il programma di ricerche e con la prestigiosa serie di mostre che l’Istituto ha ospitato anche in passato.