Emozionante lavoro del poliedrico coreografo russo-belga Micha van Hoecke. Gli straordinari ballerini de L’Ensemble di Micha van Hoecke sono gli interpreti di questo spettacolo (presentato con successo al Festival di Ravenna e di Castiglioncello, in tournée a New York, a San Pietroburgo, in tutta Italia e in Cina (Pechino, Dalian, Shenyang), che non vuol essere solo un omaggio alla divina Maria Callas ma un’evocazione, un intimo racconto della sua voce “irraggiungibile fino al soprannaturale”.
Una voce che il coreografo definisce “umana, capace di essere l’espressione della nostra sensibilità, la voce delle nostre emozioni”. Ed è proprio la voce della Callas nelle registrazioni live e in studio accostate ai rumori esterni, agli echi delle prove e agli interventi di Edith Piaf e Billie Holiday, il cui mixaggio è affidato al gruppo fiorentino Tempo Reale fondato da Luciano Berio, la protagonista di questo racconto di “piccole cose”.
Micha van Hoecke ci restituisce un’immagine della Callas viva ed emozionante al di fuori di ogni tentazione biografica e cronologica, i danzatori e attori de L’Ensemble ricreano un percorso per libere associazioni spaziando dalla Grecia delle maschere tragiche ai visi laccati del Giappone sostenuti dalla voce del soprano interprete di arie classiche e brani meno plateali come l’Oberon di Weber in inglese.
Rivivono in un variegato mosaico femminile Euridice, Medea, Margherita, Carmen, Rosina, Isotta personaggi che ci commuovono e ci avvicinano all’anima inquieta del grande soprano Maria Callas.
“Maria Callas - La voix des Choses “ evoca uno dei più affascinanti spiriti artistici dello scorso secolo, fuggendo ogni banalità biografica, e rapendo il pubblico in un’incantata armonia di musica lirica (vengono usate registrazioni originali del grande soprano), di immagini forti e delicate, di ineccepibili intrecci di duetti, assolo, momenti d’assieme, in cui i sedici danzatori si esprimono con un’intensità ed una precisione calibrata “al respiro”.
L’omaggio a Maria Callas diviene così un percorso d’amore, di gioia, di dolore nel cuore di una donna, ove trovano spazio dolci sentimenti, memorie di teatro, antiche appartenenze. Un labirinto in cui risuonano – con Verdi, Bellini, Gluck, Massenet, Saint-Saëns – la sensualità di Carmen, lo strazio di Medea, il romanticismo di Isotta… Sullo sfondo il mare. Il Mediterraneo, l’Egeo: una culla a cui, conclusa la propria parabola d’arte e vita, Maria Callas ha voluto fare ritorno.
Danzatore, coreografo, attore, regista Micha van Hoecke crede in un teatro totale, dove la danza si confonde con la musica, con il canto, con la recitazione per dare vita ad un’irripetibile opera d’arte.
Nato a Bruxelles, il padre era un pittore belga, la madre una cantante russa e la zia materna, una ballerina. Micha studia a Parigi con Olga Preobrajenskaia e nel 1960, entra a far parte della Compagnia di Roland Petit. In questo stesso periodo svolge un’intensa attività come attore di cinema. Entra quindi a far parte del Ballet du XX siécle di Maurice Bejart di cui diventerà il fidato bracciodestro. Nel 1979 è lo stesso Bejart a nominarlo direttore artistico del centro MUDRA, il prestigioso centro di formazione per artisti di Bruxelles.
Nel 1981 è chiamato a curare le coreografie del film Bolero di Claude Lelouch.
Quello stesso anno, con i migliori elementi del Mudra, fonda l’Ensemble, la splendida compagnia, “unione di razze e di culture”, ancora oggi impeccabile interprete delle sue creazioni oltrechè uno dei più acclamati gruppi mondiali di danza contemporanea. Nel suo carnet non mancano le collaborazioni con interpreti straordinarie quali Carla Fracci, Ute Lempter, Luciana Savignano, o con grandi registi come Luca Ronconi, Liliana Cavani, Roberto De Simone e con prestigiosi direttori d’orchestra, ma è soprattutto con il maestro Riccardo Muti che si è creato uno splendido sodalizio che ha dato vita a tanti capolavori.