Innovazione e discontinuità sono le parole d'ordine per un sistema toscano che ha bisogno di uscire dalla crisi economica con un nuovo slancio. Ma innovazione e discontinuità non devono rimanere solo parole: devono diventare scelte e politiche precise. Di questo hanno parlato Regione e categorie economiche ad Empoli, al convegno "Piano regionale di sviluppo. La competitività per il sistema regionale della Toscana", organizzato da commissione Attività produttive del Consiglio regionale, Giunta regionale e Agenzia per lo sviluppo dell'Empolese Valdelsa.
"Il nuovo Piano regionale di sviluppo è sostanzialmente condiviso nell'analisi della situazione: siamo in una fase in cui occorre avere la massima consapevolezza della crisi - ha sintetizzato il presidente della commissione, Vittorio Bugli (Ds) - A questo punto è necessaria una vera operazione di governo, in cui tutti si sentano coinvolti nelle scelte decisive. Se l'obiettivo è quello di essere più forti nei settori in crescita, bisogna concentrare gli sforzi, uscire dagli schemi consolidati, mettere da parte gli interessi particolari".
Dopo l'introduzione del sindaco di Empoli, Luciana Cappelli, è stato Giovanni Maltinti, dell'Irpet, a disegnare il quadro della situazione: se la Toscana gode ancora di un buon livello di benessere, ha detto, non vanno dimenticati elementi negativi come le disparità territoriali e la disoccupazione giovanile e femminile.
Sulla competitività pesano ad esempio la bassa propensione ad investire delle imprese e la scarsità delle risorse pubbliche a fronte di bisogni sempre crescenti, ma introducendo davvero elementi di discontinuità la Toscana potrebbe puntare ad una crescita del 2%, doppia rispetto alle attuali previsioni per il 2020. Come declinare allora la parola d'ordine della discontinuità? "Lo sviluppo della società dell'informazione e della conoscenza è fondamentale - ha detto il vicepresidente della Regione, Federico Gelli - Insieme a questo, dobbiamo valorizzare la governance cooperativa, semplificare la normativa e le procedure, sburocratizzare.
In Toscana per aprire una nuova impresa servono due mesi e 70 adempimenti amministrativi. Forse non possiamo arrivare ai 3 giorni della Danimarca, ma la media europea di 7-10 giorni è un obiettivo possibile e da perseguire". Per l'assessore regionale alle attività produttive, Ambrogio Brenna, sono tre le sfide fondamentali cui far fronte: la sfida della produzione, che richiede la costruzione del distretto integrato regionale; la sfida dell'innovazione; la sfida dell'internazionalizzazione. "Discontinuità vuol dire capacità di scelta, di sintesi, di selezione - ha detto - Vuol dire ripartire dalla centralità del manifatturiero e sostenere la crescita dimensionale e la creazione di reti fra le imprese".
"Dobbiamo imparare a dare un significato preciso alla parola innovazione nei settori del turismo e del commercio - ha aggiunto l'assessore Anna Rita Bramerini - Non solo perché i fondi strutturali si concentreranno su questo aspetto, ma perché per attrarre nuovo turismo dobbiamo saper innovare nei prodotti, integrare l'offerta, individuare e attivare nuovi filoni, come il cicloturismo e i circuiti minori della cultura".
Per Caterina Bini (Margherita), segretario della commissione, che ha coordinato la giornata, la "discontinuità" su cui punta il PRS è una scelta coraggiosa: "Non è un segnale negativo sul passato - ha detto - ma la consapevolezza che il mondo sta cambiando e che dobbiamo aggiustare il tiro, fare sistema, mettendo in rete le peculiarità territoriali per far fronte con più forza alla necessità dell'internalizzaizone".
"Il PRS parte da presupposti impegnativi e anche condivisibili - ha affermato il vicepresidente della commissione, Alberto Magnolfi (Forza Italia) - L'approccio è giusto e ambizioso, ma molto meno convincenti sono i risultati: di fronte all'esigenza di mantenere un quadro politico di un certo tipo, le parole non trovano concretizzazione. Quello che servirebbe davvero non è il distretto integrato, una formula che sembra uscita da un centro studi e che maschera soltanto l'assenza di risposte. Quello che servirebbe è una politica industriale vera, collegata alle peculiarità dei diversi territori".
Al dibattito sono intervenuti anche Marco Baldi, presidente di Cna Toscana - che ha proposto l'istituzione di un tavolo perché la Toscana si faccia sentire in modo corale sul tema delle riforme costituzionali - Paolo Ribechini di Casartigiani, Franco Scortecci di Confcommercio, Fabio Banti di Confartigianato, Giulio Sbranti di Confesercenti e Luigi Nascinovic, della Cgil.
La legislatura in corso potrebbe essere risolutiva per i problemi di carenza infrastrutturale e di servizi che si scaricano sulle imprese e influiscono sulla loro capacità competitiva: “Rispetto al passato, il Piano regionale di sviluppo che il Consiglio discuterà nei prossimi giorni è molto innovativo, è migliore e tocca alcuni punti rimasti finora in posizione di incertezza”.
Questo il messaggio che il presidente del Consiglio regionale della Toscana, Riccardo Nencini, ha lanciato oggi alle imprese intervenendo alla tavola rotonda “La sfida della qualità; produrla, proporla, farla capire” organizzata all’Hotel Villa Demidoff di Vaglia dall’azienda Rosss, leader nella produzione di scaffalature metalliche per magazzino e archiviazione, per celebrare i 25 anni della sua fondazione.
Nencini ha indicato soprattutto nel peso del passato e della tradizione la “zavorra” che il sistema toscana deve affrontare per vincere la sfida della qualità: “ Il passato rischia di tenerci in basso, di farci perdere la creatività e questo riguarda anche una parte delle imprese”, ha rilevato il presidente dell’Assemblea regionale che ha citato studi in base ai quali, nella classifica delle regioni per “alfabetizzazione”, la Toscana si trova, insieme con il Veneto, agli ultimi posti del Centro-Nord dell’Italia per l’uso degli strumenti informatici: “O siamo in condizione di chiudere questa forbice o questa differenza si farà sentire”, ha aggiunto.
Un altro problema sollevato da Nencini è stato quello dell’età della classe dirigente: “E’ ferma a una fascia di età fra 50 e 65 anni – ha detto – per cui le ultime generazioni sono poco rappresentate”. Superare questi problemi significa dunque recuperare quella creatività che ha reso forte il nostro territorio: “Se non recuperiamo in forme nuove la creatività che ha generato tante opere d’arte, rischiamo di perdere la capacità di penetrazione nei mercati e dunque ciò che ha fatto la ricchezza della Toscana nei secoli”, ha concluso.
Alla tavola rotonda hanno partecipato anche Giuseppe Morandini, presidente Piccola industria di Confindustria e vicepresidente nazionale di Confindustria; Sergio Ceccuzzi, presidente di Confindustria Toscana; Silvio Sarno, presidente di Confindustria Avellino, Franco Bernardini presidente di Confidi Toscana e Dario Cecchini, il “macellaio poeta” di Panzano in Chianti.
L’intervento di Nencini alla tavola rotonda rientra nell’”attenzione sull’eccellenza delle imprese toscane” posta dal presidente del Consiglio con un “tour” nella regione e una serie di iniziative: il Gonfalone d’argento alla memoria di Augusto Allegri, fondatore delle celebre azienda di abbigliamento di Vinci (la prima volta in cui la massima onorificenza è andata a un’impresa) e la medaglia d’argento a Valentino Balducci, l’imprenditore che da Pistoia ha imposto la sua azienda di calzature per bambini a livello internazionale.
(p.m)